Underwater Recensione

Underwater

Underwater Recensione| Siamo a migliaia di chilometri sotto il livello del mare. Da quelle parti è talmente buio che sembra di essere su di un altro pianeta. La mucillagine marina è una costante, se sei nel fondo di un oceano. Parte da questi presupposti Underwater di William Eubank, che firma una storia in cui i suoi personaggi devono fare i conti con i Pascal generati da ettolitri d’acqua sopra le loro teste.
Durante una serie di trivellazioni, qualcosa va storto ed è subito emergenza sulla piattaforma coordinata dal capitano Lucien (Vincent Cassel).
Le sorti della truppa sono tutte nelle mani della bellissima Kristen Stewart, nei panni di Norah Price. RiuscirĂ  davvero a salvare l’intera compagnia?

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Kirsten Stewart nei panni di Norah Price

Un horror catastrofista Stewart-centrico…

Giusto qualche settimana fa, la Hollywood Critics Association ha nominato Kristen Stewart Attrice del decennio. Nel giugno del 2012, Forbes pubblicava la classifica delle attrici piĂ¹ pagate di Hollywood, nella quale la ragazzina californiana si piazzava al primo posto, con ben 34.5 milioni di dollari guadagnati nel corso del 2012. A soli 22 anni era la piĂ¹ giovane star a godere di questo primato.
C’è chi potrebbe dire che si tratta solamente di classifiche, di chiacchiere buone soltanto a riempire gli annali. Noi invece crediamo di no, ed anzi speriamo che Kristen possa davvero continuare a confermare ogni suo record, polverizzare ogni classifica. Ed il motivo è semplice: la diva in questione è terribilmente brava.
Lo si era intuito giĂ  nel 2002, quando era al fianco di Jodie Foster nell’indimenticabile Panic Room di David Fincher. Poi erano arrivate altre occasioni importanti come Into The Wild – Nelle Terre Selvagge e la saga di Twilight.
Il suo volto ed il fisico crescevano davanti alla macchina da presa, dimostrando di sapersi adattare sia al cinema di genere che a quello piĂ¹ di marca autoriale. Allora arrivavano collaborazioni con maestri della settima arte del calibro di Woody Allen (CafĂ© Society), Olivier Assayas (Personal Shopper), Ang Lee (Billy Lynn – Un giorno da eroe).
Così eccola appena trentenne a saper gestire progetti di portata planetaria, con l’esperienza di chi sul set ci è praticamente nato.
Una vera forza della natura, la sua. Che ritorna anche in Underwater, di cui è evidentemente il perno principale, l’elemento chiave attorno a cui si svolge l’intera vicenda del film. Quando Vincent Cassel, dopo l’improvvisa esplosione, le chiede «Come siamo messi da 1 a 10?», lei sicura risponde «10».
Una risposta che non sa di disperazione, quanto piuttosto di sfida al mondo da parte di chi il peso dell’acqua, della Terra, come un  Ercole tutto al femminile che riesce a sobbarcarselo senza esitazioni.

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Vincent Cassel nei panni del capitano Lucien

 

… Forse anche troppo

Underwater non è realizzato affatto male. Gli omaggi al cinema di Ridley Scott (Alien e Prometheus, su tutti) sono palesi  non solo per le allusioni della trama, ma anche per la fotografia e le ricostruzioni scenografiche.
Il vero problema del film è che la sceneggiatura non riesce a colpire mai fino in fondo, dimostrandosi, col passare dei minuti, uno script giĂ  visto. Un’impresa dagli esiti sin troppo scontati.
A farne le spese è l’intero cast, di fatto impiegato al servizio di Norah-Stewart, e mai riconoscibile nelle singole facce, nei singoli caratteri.
Compreso Vincent Cassel, il cui volto da duro lascia subito spazio ad una recitazione fatta di passivitĂ , di andamenti claudicanti, che forse poco si addicono alla storia ben nota dell’attore francese.

In definitiva Underwater è un lungometraggio che lascia parzialmente con l’amaro in bocca. Da una parte Kristen Stewart varrebbe da sola il prezzo del biglietto; le ricostruzioni in digitale dell’ambientazione sottomarina sono ben realizzate ed anche l’apparato sonoro contribuisce all’immersione totale dello spettatore nella sinossi. Dall’altra perĂ², per essere un thriller, forse ci si aspettava qualcosina in piĂ¹ dalla struttura narrativa del film. Peccato.