Fantasy Island Recensione

Fantasy Island

Fantasy Island Recensione |Tutti abbiamo un desiderio che vorremmo veder realizzato. C’è chi vorrebbe essere ricco, avere una seconda chance, essere un eroe o vendicarsi dei torti subiti. Ed è qui che entra in scena l’isola misteriosa che può avverare qualsiasi desiderio. Mr. Roarke vi invita ad essere suoi ospiti per una giornata e di godervi la vostra fantasia senza alcun rimpianto. Elena, Melanie, Randall, Bradley e suo fratello Brax vivranno delle fantastiche avventure in questo piccolo paradiso lontano del mondo. O almeno, questo è quello che pensano. Non sanno cosa veramente li attenderà una volta scesi dal lussuoso idrovolante. Quale segreti si celano negli angoli bui e cosa nascondono i nostri protagonisti?

Fantasy Island

Avrai quello che meriti… in tutti i sensi

Dopo un sorso di rinfrescante cocktail fruttato, iniziamo a conoscere i desideri dei 5 vincitori di un contest sconosciuto. Questo è stato indetto dal proprietario dell’isola per permettere un soggiorno gratuito in vista della vera apertura di Fantasy Island, una sottospecie di resort che “si spera possa essere più entusiasmante delle montagne russe”. Ma in realtà di entusiasmante c’è ben poco, se non la fantasia stessa dello spettatore che – se lo vorrà – potrà anche divertirsi durante la visione. La pellicola tentenna sul target da colpire perciò sarà davvero difficile sentirsi sempre partecipi delle battutine che spesso appariranno forzate ed esageratamente scontate. Volendo quindi parlare ad un’audience ampia, ci saranno numerose citazioni, forse troppe. Si passerà dalla solita frase “proprio come in quel film…” a citare persino videogiochi. Sarà forse per garantire la fruizione anche ai più piccoli, inoltre, pur essendo un thriller, non ci saranno mai veri e propri jumpscare o scene splatter. Sfortunatamente così la parte action risulterà piatta dando spazio ad una comicità desiderata per altri momenti. Non mancheranno i colpi di scena ovvi e privi di fascino narrativo, proprio come le stesse storie dei nostri protagonisti, molto semplici e per certi versi troppo bidimensionali.

Ambientazioni mozzafiato non riescono a restare al proprio posto e ruberanno, senza ombra di dubbio, la scena a chi invece dovrebbe intrattenere davvero. Spiagge incontaminate, oasi concrete in tutta la loro naturalezza e maestosità, rilasseranno gli occhi stanchi del pubblico dopo svariati momenti no sense. Anche per quanto riguarda il sound design c’è ben poco da contestare, sempre adatto alla situazione. Passando dai tamburi più esotici a lugubri lamenti mostruosi, si assaggeranno diversi stili irrimediabilmente più accentuati e coinvolgenti dei caratteri dei nostri cinque ragazzi. Parlando dei personaggi poi, è impossibile non sottolineare la loro insensibilità e freddezza in qualsiasi circostanza, anche estremamente tragica. Durante le fughe, i rapimenti ed i combattimenti si sentirà sempre quel distacco che invece le prime scene avrebbero dovuto ridurre. Si resterà perciò dei semplici ed invisibili spettatori di un’allucinante quanto ironica e bizzarra avventura, vissuta da sconosciuti anche abbastanza sgradevoli.

Fantasy Island

Di chi è la fantasia alla fine?

Quando i sogni meravigliosamente banali dei nostri protagonisti iniziano a vacillare e la verità viene a galla, si scopre quello che – scontato e banale – è il plot twist finale. Abbandonando le proprie vanità, vizi e difetti, ognuno di loro capirà cosa valga davvero e deciderà di compiere la scelta “giusta”, discutibile e spesso controversa. Scegliendo di rivolgersi a più schieramenti, non mancheranno temi sempre caldi, ma mai approfonditi, come: bullismo, omosessualità, tradimento ed onore. Con riferimenti involontari o meno si avrà sempre la sensazione di aver già visto un po’ ovunque quella determinata scena. In Fantasy Island ci saranno momenti alla American Pie, citazioni  a videogiochi come Call of Duty e Pay Day, e persino occhiolini sgraditi ad Hostel. Lo spettatore quindi si ritroverà a salire su questa “montagna russa” senza avere la possibilità di godersi il momento prima della discesa, troppo breve. Succede infatti questo al finale. Le conclusioni affrettate e l’incapacità espressiva dei superstiti faranno apparire i devastanti avvenimenti della notte peggiore della loro vita, come una semplice e rilassante vacanza.

Fantasy Island è il classico titolo da guardare in compagnia, adatto a tutti ma incapace di attrarre davvero. Peccando di ingordigia ed indecisione, vorrebbe catturare, restando però sommerso dalla serie infinita di opere che ormai popolano questo genere. Nell’insieme dunque, ci si potrà intrattenere in modi differenti rispetto a quelli ideati durante la produzione. Si passerà il tempo, tra un inseguimento monotono ed una battuta politically correct qui e lì, a farsi domande apparentemente esistenziali in quel momento. Ci si chiederà come mai le ferite non sanguinino o sugli outfit inesistenti di entrambi i sessi, che all’inizio ammiccavano ad un fan service troppo esplicito. Oppure ancora, consiglio spassionato, chiedersi da dove arrivi tutto questo odio nei confronti di quelli che dovrebbero essere i nostri eroi. Semplice problematica che segue ogni film horror degli ultimi tempi, e che perseguita questa pellicola proprio come i misteriosi mostri che la abitano. Anche qui infatti troveremo dei sorprendenti cliché che non faranno altro che appagare le pigre menti di tutti i detective in sala, amanti del mistero. Non si dovrà quindi nemmeno lavorare molto con la fantasia per collegare alcune scene e, quando invece sembrerà che il lungometraggio possa sorprendere, tornerà immediatamente sui propri passi, più indietro che avanti. Intrigante incipit, un po’ meno la realizzazione. Alla fine, quel misterioso desiderio non si concretizza e si dissolve, lasciando l’amaro in bocca anche ai più speranzosi.

Recensione a cura di Giorgia Peschiolini

 

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