Doom 64 Recensione – Ventidue anni e non sentirli

Dopo l’infernale scorpacciata di Doom Eternal, è naturale e spontaneo il desiderio di tornare un po’ alle origini. Quale occasione migliore, dunque, se non la riedizione in HD di Doom 64, l’episodio uscito appunto per l’indimenticato Nintendo 64. Per chi non avesse familiarità con questo titolo, basti dire che già all’epoca era in grado di mandare in brodo di giuggiole ogni appassionato della saga demoniaca di id Software: Doom 64 è infatti l’ultimo episodio della linea evolutiva generata dal capostipite Doom uscito nel 1993; a livello narrativo, Doom 64 si collocava temporalmente dopo tutti gli avvenimenti dei predecessori (per quanto, va detto, la lore di Doom non tende mai a riservare grandi sorprese).

Come sempre, tuttavia, Nintendo ci mise del suo, e grazie probabilmente alle simpatie reciproche nei confronti di id Software, e del loro prodigio del codice John Carmack, la casa di Kyoto ricevette in dote una summa formidabile di tutti gli episodi usciti fino a quel momento, capace di includere nello stesso pacchetto tutte le armi stratosferiche che avevano conquistato i cuori e i pad dei giocatori di tutto il mondo. Non paga, per giunta, di offrire una tale mole di contenuti, id Software, con la collaborazione dell’ormai defunta Midway, pensò bene anche di inserirvi un restyling totale delle creature partorite dalla folle immaginazione di John Romero, plasmate con le sue stesse mani attraverso la creta, come un novello Michelangelo ma votato al lato oscuro. Per Doom 64, dunque, id Software ricostruì da zero i modelli delle iconiche creature della serie, per poi chiaramente proporli in forma pre-renderizzata e spedirli al massacro contro il giocatore.

“Questo dovrebbe stare in un museo!”

Le premesse storiche sono ovviamente doverose, dal momento che, è facile intuirlo, Doom 64 non offre particolari punti di forza se non il gioco in sé, che tuttavia già in tempi non sospetti meritava l’acquisto a occhi chiusi. La trasposizione in HD, dunque, non è particolarmente sorprendente o innovativa dal fronte contenuti che offre, ma senza dubbio bisogna lodare nel complesso il tentativo di Bethesda di amare e conservare la propria storia e il proprio patrimonio digitale interattivo, al punto di permettere anche ai giocatori di oggi di assaporare un gameplay old school,  altrimenti difficile recuperare per chi non è avvezzo all’emulazione di vecchi giochi e sistemi. La versione HD, d’altronde, permette anche di osservare meglio nel dettaglio alcuni aspetti che all’epoca, magari ingenuamente, lasciavano a bocca aperta, come le ambientazioni in grafica tridimensionale real-time.

La resa, specie in alta definizione, è a dire la verità ben misera oggigiorno, specie su un televisore molto grande: come spesso si dice, i giochi 3D di una volta sono quelli che meno resistono al passaggio del tempo; tuttavia questo upgrade grafico permette di apprezzare meglio lo sforzo tecnico che venne profuso all’epoca dai talenti di id Software, squisitamente sul piano estetico ma non solo. Se invece ci spostiamo a parlare di feeling di gioco, è eccezionale notare quello che già affermavamo in sede di recensione di Doom Eternal, ovvero la capacità di id Software di creare un gunplay iconico e riconoscibile anche tra miriadi di imitatori antichi e moderni. Sebbene controllare Doom con l’indimenticato joypad-tricorno del Nintendo 64 sia una sensazione il cui appagamento non può essere raggiunto da nessun’altra conversione, Doom 64 HD si difende decisamente bene sebbene, si sa, il primo amore è sempre quello che non si scorda mai.

Se da una parte l’operazione può sembrare un po’ pleonastica per tutti coloro che già hanno moddato Doom su PC in ogni maniera possibile, magari avvalendosi anche degli ultimi texture pack scalati tramite intelligenza artificiale, dall’altra il basso prezzo a cui viene proposto il prodotto  e la presenza di contenuti inediti dovrebbe giustificare l’acquisto, quanto meno per poter vedere con i propri occhi la maestria dell’antica id Software al lavoro. Doom 64 offre infatti un episodio inedito, ambientato direttamente dopo le vicende del gioco originale, immaginando la presenza di una sorella che subentra alla già sufficientemente mostruosa boss finale dell’opera d’origine. 

Ci sono alcuni gameplay che sono destinati a non morire mai e a essere divertenti ogni qual volta si entra in contatto con essi. Doom 64 appartiene decisamente a quella schiera, per cui l’acquisto è consigliato tanto a chi vuole assistere a una lezione di storia (e classe), quanto a chi invece è semplicemente curioso di vedere cosa si giocava quando l’eSport era un lontano sogno e ci si trovava da soli, in cameretta, di fronte allo schermo e a incessanti orde di nemici diabolici. Chi è già finito in astinenza da Doom Eternal, o sta per finirci presto, e volesse provare l’ebbrezza di rivivere sulla propria pelle gli Anni 90, si troverà di fronte un gioco che non è invecchiato neanche di un giorno, a dimostrazione che la crescita tecnologica non è nulla senza menti geniali in grado di gestirla e controllarla.

Veniva da un lontano pianeta in cerca di videogiochi belli, poi sono arrivati i MOBA e ha impostato la retromarcia sull'UFO. Di lui, sulla Terra, rimane un simulacro artificiale (età biologica: 26 anni ca.), dall'interfaccia altamente avanzata. Continuate pure a interagirvi: non si noterà la differenza.