Upload Recensione

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E se l’aldilà non fosse la fine ma solo una nuova opportunità di vita? Un presupposto senza dubbio affascinante che potrebbe andare a descrivere uno scenario non più catastrofista da ricondurre ad un’esistenza staccata dai legami terreni, ma un’inedita possibilità. Un’opportunità che consentirebbe non solo di ripartire da un’esistenza del tutto nuova, ma anche di recuperare quei rapporti recisi e distrutti dalla morte. Tutto questo, almeno nel mondo delle serie televisive, non è immaginazione, ma una concreta e solida realtà: Upload, realizzazione originale Amazon Prime Video creata da Greg Daniels ( tra gli ideatori di The Office e di Parks and Recreation), è l’esatta rappresentazione di un mondo non più afflitto dalle perdite e dal lutto, ma libero dal dolore e dall’assenza dei nostri cari. La soluzione all’apparenza è semplice: al momento del trapasso è possibile fare un upload, appunto, e la nostra anima viene trasportata in una realtà interamente virtuale dove è possibile ricominciare da capo e comunicare con tutte le persone che sono rimaste tra le fila dei vivi. Un incipit di gran fascino che purtroppo non ha saputo appieno sviluppare una trama e una narrazione rilevante. Andremo a vedere, con la nostra recensione in anteprima dei 10 episodi dello show (disponibili dal 1° maggio), cosa ha impedito alla serie di spiccare il volo e distinguersi tra gli altri prodotti della piattaforma.

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Il personaggio di Nora (Andy Allo) è sicuramente tra i più riusciti dell’opera.

Un paradiso intangibile

La vita di Nathan (Robbie Amell), protagonista della storia, è appesa un filo: dopo un incidente automobilistico, le sue condizioni di salute sono gravi e deve scegliere se tentare la fortuna con un’operazione delicatissima che potrebbe non andare a buon fine o fare direttamente il trasferimento in una delle realtà artificiali che gli consentirebbe di vivere eternamente. Su pressione di Ingrid (Allegra Edwards), la sua ragazza, l’uomo decide di essere trasferito a Lake View, una di queste infrastrutture virtuali, a spese interamente della sua compagna, di famiglia aristocratica. Da questa storyline principale si sviluppa tutto il racconto che puntata dopo puntata, ci mostra nel dettaglio ogni piccolo particolare di questo universo molto ricco e all’apparenza paradisiaco, ma che nasconde un velo di innaturalezza e finzione. Difatti, anche se ci sono tutti i comfort possibili e la comunicazione con i propri parenti dell’altra sponda è possibile, il tutto rimane estremamente distante, astratto e privo di spessore. L’idea alla base di questa costruzione estetica e di background (per’altro ben congegnata e realizzata) deriva quasi interamente da spunti provenienti da altri prodotti di fantascienza, in particolar modo da Black Mirror, nota serie di fantascienza di Netflix, che rappresenta quasi il nucleo fondante di quasi tutte le suggestioni e le trovate contenute in Upload. Anche se la realizzazione rielabora completamente tutto il materiale d’ispirazione, rileggendolo tramite un profilo comico e dissacrante (figlio della scrittura e della visione di Daniels), il senso di già visto pervade ogni singolo episodio, non riuscendo ad avere un’indipendenza stilistica sufficiente per apparire come una creazione staccata dai modelli di riferimento. Nonostante questa pecca, durante la visione della serie, gli spunti originali non mancano, e la risultante è un prodotto leggero, senza troppe pretese, che funziona nell’ottica di puro e semplice intrattenimento.

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Se avete visto Black Mirror, questa sequenza potrebbe ricordarvi qualcosa…

Molte prospettive ma poca sostanza

Soffermandoci più nel dettaglio, invece, sulla qualità della scrittura, è evidente come l’intero comparto narrativo sia in parte carente sia dal punto di vista dei personaggi che per quanto riguarda le storie principali e parallele. Non tutte le figure contenute all’interno della trama, infatti, hanno una caratterizzazione efficace tale da risultare funzionale ed efficace ai sensi degli avvenimenti della storia, anche se il protagonista e altri comprimari riescono a reggere il peso della trama senza troppe difficoltà. Passando a parlare delle storyline, è piuttosto evidente come lo snodo narrativo principale sia in parte privo di uno scopo ultimo chiaro e ciò si evince anche dalla distribuzione dei colpi di scena e dei picchi di tensione, inseriti per la maggior parte nelle ultime puntate e troppo vicini l’uno dall’altro, non dando nessun respiro e pause tra una rivelazione e l’altra. Il risultato di tutto questo è un impianto altalenante: se alcuni episodi soffrono troppo la mancanza di un efficace trama verticale, altri si fanno forza di alcune narrazioni secondarie e di brillanti idee appartenenti al filone della trama centrale che gli consente di spiccare in mezzo agli altri. Il punto che forse riesce a riassumere al meglio tutte le problematiche che si evidenziano nell’ambito della sceneggiatura è l’assenza di una direzione specifica che ponga dei limiti e dei paletti alla storia. Infatti si vede con chiarezza che Upload, nonostante parta da delle buone idee di base, non è riuscita a sviluppare sempre al massimo le varie opportunità narrative offerte dal background costruito e questo è veramente un peccato visto che i contenuti fanno riflettere parecchio ed aprono degli interessanti quesiti sulla modernità e il futuro. La tecnologia è quindi nuovamente messa in discussione e, anche se appare come un efficace risolutrice di problemi, è la chiave di rottura di ogni rapporto sociale e affettivo, anche se si mostra seducente e attrattiva promettendo di intensificare le relazioni. Senza andare troppo nello specifico, il percorso che faranno i personaggi li condurrà ad un punto di non ritorno che stravolge completamente le ottimistiche e positive premesse iniziali.

Upload, quindi, con la sua ironia sferzante e la critica, è un prodotto che sicuramente intrattiene, godibile, ma che soffre di alcuni difetti narrativi, alla base del progetto, e che minano le fondamenta di una ideologia che poteva benissimo ambire all’eccellenza del mondo streaming. Inoltre, le ispirazioni a Black Mirror e a tutta la fantascienza seriale, anche se sono un ottimo pozzo dal quale attingere idee e spunti, rappresentano un limite oggettivo oltre il quale la serie non riesce ad elevarsi, rimanendo imprigionata in alcuni cliché e situazioni già note agli spettatori. Il consiglio è quello di vedere con la giusta leggerezza l’opera, senza ricercare troppo un’originalità e un’inventiva che purtroppo non riescono ad esprimersi appieno.

Massimiliano è un amante a tutto tondo dell'intrattenimento, dal cinema e serie tv fino a passare ai videogiochi. Sincero appassionato del mondo Marvel, di Star Wars e della cultura pop, nel tempo libero divora libri e graphic novel di qualsiasi tipo, con la predilezione per Moore e Gaiman. Sogna in futuro di diventare uno scrittore talmente tanto influente, da poter governare la mente dei suoi lettori, e ci sta lavorando con molta costanza!