The Last of Us Part II Provato: il ritorno di Ellie e Joel

The Last of Us Part II Naughty Dog

È inutile nasconderlo perché tanto ormai lo sapete già: si, stiamo giocando The Last of Us Part II, quello che viene definito da tutti come il titoli più atteso dai possessori di una PlayStation 4. Mentre scriviamo queste parole, ormai abbiamo già concluso la nuova avventura targata Naughty Dog (che vi ricordiamo essere attesa sul mercato il 19 giugno 2020), ma in attesa della recensione in cui vi daremo i nostri giudizi finali sul gioco, possiamo già darvi un piccolo assaggio di ciò che vi ritroverete tra le mani tra meno di un mese.

The Last of Us Part IIThe Last of Us Part II: questa è una vera pandemia!

Ci eravamo lasciati con un mondo assai modificato dal virus portato dal Cordyceps e ovviamente, in questo sequel ce lo ritroviamo uguale a prima! Un mondo diviso tra infetti che tendono a divorare tutto ciò che gli capita a tiro, ed esseri umani che provano ad essere più pericolosi delle stesse persone mutate. In tutto questo caos, la nostra piccola Ellie che ormai piccola non lo è più, continua a sopravvivere e portare avanti la sua causa. Nella porzione di gioco di cui possiamo parlarvi, la nostra eroina che si dimostra temprata e più ca**uta che mai, si ritrova in solitaria e con lo scopo di raggiungere uno degli ospedali controllati dai soldati del WLF (gruppo militare già visto nell’ultimo gameplay offerto da Sony e Naughty Dog) alla ricerca di un personaggio di nome Nora (pure questa già vista nel filmato), e per farlo deve sopravvivere ad entrambe queste tipologie di nemici. Per sua (e nostra) fortuna, la ragazza può contare su nuove abilità fisiche e su un senso di sopravvivenza fuori dal comune: è bastata la semplice aggiunta del tasto “salta” (posizionato su X) per aprire nuove possibilità nel gameplay, che grazie alla sua verticalità rende il tutto meno statico rispetto a quanto visto nel suo predecessore. Ovviamente Ellie non è Nathan Drake, ma ora può saltare, arrampicarsi su più posti e sporgenze e addirittura usare le corde come mezzo per raggiungere luoghi inaccessibili. E si miei cari miscredenti, la tanto criticata schivata esiste, funziona bene e garantisce dei combattimenti corpo a corpo al limite del realistico, oltre ad averci salvato da situazioni più che critiche.

Ovviamente del gameplay vero e proprio ve ne parleremo più nel dettaglio in diversa sede (la recensione per l’appunto), ma quello che possiamo dirvi ora è che non ci sono stati grandi cambiamenti nelle meccaniche principali, ma bensì perfezionamenti e miglioramenti che hanno ovviato alle gravi mancanze del prequel. Gli integratori che abbiamo trovato lungo il cammino permettono di accedere a diverse tipologie di abilità, molte delle quali accessibili e poi acquisibili però soltanto dopo aver trovato i rispettivi manuali d’addestramento. Il crafting invece resta pressoché identico, con i vari materiali e componenti sparsi ovunque e indispensabili per completare le ricette di kit medici, marchingegni e anche di proiettili. Non che la cosa ci dispiaccia eh! Inoltre, così come il primo The Last of Us, il successore mantiene la sua identità e si discosta dagli altri “horror” contenenti numerosi enigmi o puzzle nonsense messi lì per aumentare la difficoltà del gioco o allungare il brodo. Lungo il nostro tragitto siamo incappati però in una cassaforte contenente alcuni oggetti utili, con la risoluzione del ritrovamento del codice per aprirla che non ha destato difficoltà. Forse in questo caso, avremmo preferito un po’ più di impegno da parte degli sviluppatori nel non rendere così poco complessa la meccanica di questa cassaforte.

In generale dunque, il gameplay risulta essere sensibilmente più fluido e di questo ne giova anche il sistema di combattimento (come scriveremo anche qualche riga più sotto). Agli utenti viene offerta la possibilità di agire in puro stile caotico oppure essere silenziosi e uccidere le proprie prede senza che loro se ne accorgano. Quello che più ci è piaciuto negli scontri a fuoco che abbiamo affrontato è che a differenza di molti altri giochi, i colpi da fuoco vengono risentiti dal corpo di Ellie. Non aspettatevi di affrontare uno scontro a fuoco face-to-face stando alzati e sparando colpi mentre venite martoriati dai colpi, perché anche un semplice colpo di pistola può mettervi al tappeto e rendervi indifesi all’offensiva nemica.. Infine, Ellie ha finalmente imparato a nuotare e questo è un grosso vantaggio perché altrimenti alcune sezioni sarebbero state, come dire, insuperabili dalla Ellie del passato.

The Last of Us Part IIStalker o stalkerata?

La porzione di Seattle attraversabile in questa sezione del gioco mostra tutta la linearità che contraddistingue le serie, ovvero: dal punto A devo raggiungere il punto B e la strada percorribile è una sola! Ok, ma il titolo non può essere definito semplicemente lineare, dato che la maggiore esplorabilità degli ambienti ci ha permesso di raggiungere diversi luoghi e trovare scorte utili alla nostra sopravvivenza. Senza l’esplorazione infatti non si va da nessuna parte e potreste addirittura saltare interi edifici ricchi di oggetti utili. Ve lo diciamo per esperienza dato che noi abbiamo rovistato in ogni angolo e alcune zone passano spesso e volentieri nascoste davvero bene. Chi non ha gli occhi aperti rischia infatti di perdere equipaggiamenti utili alla causa (qui anche 1/4 di materiale può essere utile e salvarvi la pelle). Equipaggiamenti che ci hanno aiutato ad affrontare le tante minacce che ci siamo ritrovati lungo il nostro cammino. The Last of Us Part II amplifica il concetto di gioco ibrido tra l’action-game e il survival-horror e ovviamente, una grossa mano viene data dalle tipologie di nemici da combattere in quel preciso momento o in una particolare sezione.

La parte “survival-horror” è emersa fuori soprattutto quando ci siamo ritrovati invischiati con i cari vecchi Stalker, ovvero uno degli stadi più avanzati degli infetti. Costoro sono diventati ancora più ostici e hanno un’intelligenza superiore rispetto a prima. La sola “impressione” di un agguato improvviso ci ha fatto salire letteralmente il cuore in gola e l’atmosfera che abbiamo respirato è stata qualcosa di surreale. Sicuramente con scarse scorte ce la saremmo vista brutta, ma per nostra fortuna tutto è filato liscio, dato che eravamo ben messi a livello di munizioni e scorte. Inoltre, il design di queste creature è stato sensibilmente migliorato, con gli artisti di Naughty Dog che hanno fatto un lavoro eccellente rendendo queste creature spaventose quasi quanto i Clicker.

The Last of Us Part IIAnche gli esseri umani però non scherzano e possono rappresentare una minaccia assai grossa, soprattutto perché gli sviluppatori sono riusciti a dotare i nemici di una IA incredibile e vista raramente in un videogioco. Costoro si parlano a vicenda, tendono a darsi informazioni e una volta individuata la preda (noi), iniziano una spietata caccia fino al ritrovamento. Si tratta di dettagli che già si sapevano, ma joypad alla mano possiamo assicurarvi che realmente è tutta un’altra cosa. In questi casi dunque si rischia veramente di essere stalkerati per tutta la mappa e soltanto un buon gameplay in stealth permette di invertire la tendenza e garantirsi il ruolo dello stalker, in modo da seguire ogni nemico ignaro della nostra presenza fino allo sgozzamento finale. Nel raggiungere la nostra meta siamo incappati in più fazioni, ossia i già citati soldati del WLF e i Serafiti, il culto già introdotto in passato da Naughty Dog attraverso diversi filmati.

Prima di lasciarvi, dedichiamo qualche riga anche all’aspetto grafico offerto dal titolo. Ciò che ci ha lasciato a bocca aperta è senza ombra di dubbio l’incredibile dettaglio riscontrato sia nelle cut-scene che nel gameplay: la transizione tra le scene d’intermezzo e il gioco vero e proprio non viene minimamente risentita a livello visivo, come se fotte tutto collegato (anche l’assenza di caricamenti ha giovato molto). Dunque, il motore grafico del team di sviluppo ha lavorato davvero bene, anche se purtroppo dei bassi vengono comunque raggiungi quando si tratta di portare su schermo alcuni nemici umani o personaggi secondari. Per nostra fortuna, possiamo affermare di non aver assistito ad un downgrade di natura grafica rispetto a quanto visto nei trailer o nei gameplay proposti in passato, anzi, a quanto pare il sistema di illuminazione è stato notevolmente potenziato (nonostante l’impossibilità di giocarlo in HDR).

Dunque, il primo impatto con la nuova avventura di Ellie e Joel non solo è stato più che positivo, ma ha superato ogni nostra più rosea aspettativa. Il nostro viaggio all’interno di The Last of Us Part II è andato avanti senza alcuna sosta e speriamo che con questo piccolo antipasto privo di qualsiasi spoiler su personaggi e avvenimenti chiave possa tenervi buoni almeno fino all’arrivo della nostra recensione, dove vi parleremo in maniera più approfondita e dettagliata di ogni singolo aspetto del titolo. Per adesso ci limitiamo a dirvi che quanto giocato fino a questo momento rende giustizia agli anni d’attesa che abbiamo trascorso insieme e ai tanti rinvii del gioco. Ci dispiace di non avervi potuto dire di più (volevamo farlo eh), ma vi chiediamo di pazientare ancora per qualche giorno e tutto (o quasi) vi sarà rivelato!

Il mio nome è Domenico, ma online in molti mi conoscono come TheRedDevil... sebbene per Facebook il mio soprannome sia "Auditore" e non posso nemmeno cambiarlo. Iniziato ai videogame con il mitico Atari 2600, oggi sono un "sonaro" (quasi) incallito, ma non ditelo in giro eh! Adoro i survival horror con o senza zombie... ma se dentro ci sono gli zombie è assai meglio! Ah, se non vi piace The Last of Us, sappiate che non possiamo essere in alcun modo amici!