Retro Legend: Chuck Yeager, l’asso dei cieli in pixel

Chuck Yeager è una figura leggendaria del mondo dei videogiochi, un nome che gli amanti del Retrogaming, ed in particolare gli appassionati di simulatori di volo conoscono fin troppo bene, poiché legato a titoli di culto degli anni novanta. In questa nuova puntata di Retro Legend, rubrica sporadica ma sempre viva, parliamo infatti di uno di quei personaggi da film, a cui infatti una pellicola è stata davvero dedicata, che ha fatto la storia dell’aeronautica, superando velocità mai provate prima da nessun uomo, volando, negli anni cinquanta a Match 1 e poi Match 2, utilizzando per primo velivoli sperimentali, scrivendo diverse pietre miliari dell’aviazione, non solo terrestre, nei voli terra-aria, ma anche aerospaziale, collaborando persino con la N.A.S.A. e superando di nuovo la barriera del suono a quasi novanta anni “suonati”, se ci perdonate la battuta. In tutto questo senza farsi nemmeno mancare una carriera, breve ma intensa, come game designer e consulente scientifico per il settore videoludico.

Chuck Yeager posa fiero accanto al suo jet sperimentale, il celebre Aircraft 6062, gioiello dell’aeronautica statunitense! Il soprannome Glamorous Glennis è dedicato alla moglie.

 

Chuck Yeager, un pilota oltre il muro del suono

Ma facciamo un passo indietro, per scoprire qualche particolare in più della vita e delle opere di Chuck Yeager. il nome completo anagrafico del buon vecchio Chuck era Charles Elwood Yeager, ma per tutti i suoi fan ed i commilitoni era puro e semplice Chuck. Si, commilitoni, perché il nostro eroe non era solo un personaggio da copertina per le opere a lui dedicate, ma una vera leggenda vivente anche e soprattutto nel mondo militare dell’aviazione statunitense, pioniere dell’aereonautica. Appena diciassettenne, finito il liceo, decide di arruolarsi volontario, diventando un pilota formidabile, abbattuto una sola volta in Francia, durante la Seconda Guerra Mondiale, si rifà decisamente, facendo fuori ben cinque aerei nazisti in una sola missione. Un vero eroe americano, dunque. Finito il conflitto non appende affatto i guanti al chiodo, ma bensì decide che il volo sarebbe stata la costante della sua vita, continuando a lavorare come collaudatore di veicoli sperimentali ed anche istruttore aereonautico per l’esercito statunitense, diventando enormemente famoso per aver superato la barriera del suono a Match 1, il 14 Ottobre 1947, volando oltre sull’aereo supersonico Bell X-1 , chiamato Glamorous Glennis, in onore della moglie, per diciotto interminabili secondi. Ma non è abbastanza per il nostro eroe. Il suo aereo è oggi esposto in un museo statunitense, lo Smitsonian, nella sezione dedicata al volo ed allo spazio. Pochi anni dopo ecco che Chuck Yeager  ripete e supera il suo record, arrivando, su un altro velivolo sperimentale alla incredibile velocità di Mach 2, ovvero circa due volte e mezzo la velocità del suono, entrando per sempre nella leggenda.

Alla conquista dello spazio, il periodo con la N.A.S.A.

Per poco Chuck Yeager sarebbe diventato anche astronauta, poiché la N.A.S.A. lo avrebbe voluto nelle prime missioni aereospaziali statunitensi, nel momento in cui i sovietici decidono di aprire la corsa alla conquista dello spazio, con Yuri Gagarin in testa. Il motivo per cui il progetto non si concretizza ha dell’incredibile, ovvero una legge dell’epoca che gli vieta di essere reclutato per la missione spaziale perché non in possesso di una laurea, visto che aveva completato solo il liceo. La N.A.S.A. a quel punto è costretta a rinunciare al suo piano, basato sulla geniale idea di mandare nello spazio una figura iconica del volo terra-aria, offrendo però a Chuck Yeager perlomeno l’incarico di istruttore per gli astronauti destinati ad occupare le prime Capsule Classe Mercury da lanciare nello spazio. Se le cose fossero andate diversamente, forse, sarebbe stato suo il primo piede umano sulla luna, non lo sapremo mai.

Una foto entrata nella storia, il ritratto ufficiale dell’Aeronautica degli Stati Uniti d’America con un sorridente ma beffardo Charles “Chuck” Yeager, pronto al combattimento.

 

1963, l’anno infausto del Lockheed F-104, La Bara Volante

Diviso tra N.A.S.A. ed U.S. Air Force, il nostro leggendario Generale Maggiore Chuck continua anche il pericoloso mestiere di collaudatore aeronautico, rischiando spesso la vita nel testare veicoli e velivoli sperimentali. Dopo aver visto la morte in faccia per parecchie volte, nell’anno iconico dell’attentato a John Fitzgerald Kenny sembra destinato anche lui alla morte, per colpa di un terribile incidente aereo con cui si schianta a terra. Eppure nemmeno il fatto del 1963 riesce ad essergli fatale, poiché sopravvive miracolosamente. L’aereo su cui si trova è  il celebre United States Air Force Lockheed F-104 Starfighter, nella nuova versione NF-104A, ritenuto più sicuro, ma facente parte di una famiglia di cacciabombardieri dalla fama sinistra, l’aereo è infatti passato alla storia con il nefasto soprannome La Bara Volante, ideato dagli stessi piloti statunitensi. L’eroico pilota, sopravvissuto alla morte, durante il volo cerca di superare un ennesimo record, in questo caso di quota, rimettendoci due dita e passando molti mesi in ospedale per gravi ustioni, ma ancora una volta pronto a volare di nuovo.

Gli ultimi anni, un pensionato oltre la sfera del tuono!

Chuck Yeager si è in seguito fatto valere nelle missioni militari delle Filippine e della Corea comandando gli squadroni dei caccia e bombardieri. Anche il Vietnam finisce sul suo eroico curriculum, con ben 127 missioni vinte in combattimento su un  Martin B-57, non si è fatto mancare nemmeno un volo sul celeberrimo Mikoyan-Gurevich MiG-15, in Corea del Sud, del resto gli aerei da guerra, oltre che il suo lavoro, sono sempre stati la sua grande passione. Chuck va in pensione nel 1975, continuando però sia a volare che a fare l’istruttore privatamente e come consulente per gli Stati Uniti. Nel 1997 pe festeggiare i cinquanta anni dell’impresa del 1947 sale di nuovo a bordo di un jet supersonico McDonnell Douglas F-15 D ribattezzato Glamorous Glennis III in onore della moglie defunta sette anni prima, per volare ancora oltre la sfera di Match 1. Ma non basta. L’ultima impresa celebre si svolge ben sessantacinque anni dopo la prima mai compiuta, ovvero il 14 ottobre del 2012, quando, festeggiando il sessantacinquesimo anniversario del superamento della barriera del suono, decide di sfondare ancora il muro, alla tenera età di ottantanove anni, infrangendo il record a bordo di un altro F-15 Eagle, in qualità di secondo pilota, a causa dei riflessi leggermente calanti, ma ancora grintoso come un ventenne! Una impresa simbolica che chiude una carriera leggendaria, per un vero eroe dei cieli.

La locandina ufficiale della versione italiana del film Uomini Veri, uscito nel 1983 che racconta l’epopea degli eroi della N.A.S.A. tra cui spicca ovviamente Chuck Yeager.

Chuck Yeager, dalla realtà al grande schermo

La vita e le opere di un simile personaggio non potevano certo essere relegate al solo mondo reale. Ben presto anche il mondo dell’intrattenimento si accorge di Chuck Yeager e lo ritiene il protagonista ideale per un film. L’incredibile vita avventurosa e “da film” del Generale Maggiore diventa infatti il materiale dapprima per un libro, La Stoffa Giusta scritto da Tom Wolfe e pubblicato nel 1979, ed in seguito proprio per un vero e proprio film, Uomini Veri, il cui titolo originale è sempre The Right Stuff, diretto nel 1983 da Philip Kaufman, in cui l’eroico pilota fa anche un interessante cameo nella parte del gestore di un locale chiamato Pancho’s. La parte di Chuck Yeager per la pellicola cinematografica è interpretata dall’iconico attore Sam Shepard. Il film racconta per bene il periodo della N.A.S.A. Nel resto del cast spiccano volti noti ed adatti al ruolo quali Ed Harris, Scott Glenn e Lance Henriksen, indimenticabile attore della saga di ALIEN, che ha da poco superato il quarantennale, come abbiamo detto in questa pagina. L’enorme successo del film ha portato di recente alla nascita anche di un successivo serial televisivo omonimo distribuito dalla Disney nel 2020 per il suo canale streaming. Purtroppo nel serial non appare la figura di Yeager e si privilegiano altri piloti ed astronauti. Questo particolare è stato molto discusso dalla critica e dagli amanti del film originale.

L’accordo tra il pilota pluridecorato Chuck Yeager e la casa di produzione videoludica statunitense Electronic Arts ha portato ad una interessante serie di simulatori di volo bellici con un testimonial decisamente d’eccezione!

 

Chuck Yeager in Pixel, il debutto nella carriera videoludica

Ma il motivo per cui l’asso dei cieli appare nella rubrica Retro Legend, è facile intuirlo, è il suo legame a doppio filo con il mondo dei videogiochi. Il nome di Chuck Yaeger è infatti legato, videoludicamente parlando, ad una fortunata serie di opere pubblicate da Electronic Arts che rientrano nella categoria dei simulatori di volo bellici di impostazione strategica. Pur uomo d’altri tempi, nato del resto nel lontano 1923, il nostro eroe, man mano che si va affermando la tecnologia informatica, si appassiona al mondo dei computer e dei videogiochi ed è ben lieto di apparire nel primo titolo a lui dedicato, ovvero Chuck Yeager’s Advanced Flight Trainer del 1987, titolo sviluppato da Lerner Research per Electronic Arts, nel quale è possibile pilotare quattordici differenti veicoli, tra i quali spiccano Bell X-1 e Lockheed SR-71, con ben dieci diverse prospettive, dentro e fuori l’aeroplano, con uno zoom, per l’epoca, straordinario, di ben 256x. Dello sviluppo del titolo si occupano principalmente Edward Lerner, game designer e programmatore capo, assieme a Gabe Hoffman, aerodynamic model designer, con la collaborazione di Tom Joyce alla direzione artistica, Michael KosakaRichard Antaki. Nell’opera Chuck Yeager viene accreditato solo come un generico “consulente tecnico” ma in realtà ha praticamente assistito ad ogni più piccolo particolare del gioco, da grande perfezionista che è sempre stato. Il titolo ottiene un enorme successo in Europa e Stati Uniti, sulle piattaforme su cui debutta nel 1987, ovvero IBM PC DOS , con una avanzata grafica in Modalità CGA composta da poligoni piatti per le visuali esterne e bitmap per quelle interne, oltre che per Commodore 64 ed Apple II. Nel 1988 il gioco arriva anche in Giappone, col titolo di Jōkyū Flight Trainer, debuttando sulla famiglia di computer nipponici NEC PC-98 Series, conquistando inoltre anche il più performante Apple Macintosh, che presenta una versione molto avanzata. Nel 1989 viene in seguito convertito anche per formato MSX ed Amstrad CPC. Nello stesso anno esce anche un interessante port per Sinclair ZX Spectrum, curato da Stefan Walker, già autore della conversione per l’otto bit inglese del grande classico Sid Meier’s Pirates!  L’edizione Spectrum è un vero e proprio miracolo tecnico che spreme la macchina ai suoi massimi limiti e viene ricordato per la scelta artistica di presentare il gioco completamente in bianco e nero, come se fosse una sorta di film degli anni quaranta, limitando il colore alla sola schermata introduttiva. Geniale, lo ammettiamo. Il 1989 vede arrivare sul mercato anche una interessante riedizione enanched del titolo originale, ovvero Chuck Yeager’s Advanced Flight Trainer 2.0 che in formato IBM PC DOS presenta una grafica completamente rinnovata in Modalità EGA (Enhanced Graphics Adapter) in alta risoluzione (per l’epoca) di ben 640×350, 640×200 pixel o 320×200. Il comparto grafico viene curato dal veterano Alan J. Murphy, già collaboratore artistico fondamentale dei due Gauntlet in versione Arcade, opere seminali di Ed Logg, del quale abbiamo parlato sempre nella stessa rubrica. Quindi non proprio il primo arrivato. Nel 1990 arrivano infine anche le versioni per i due home computer a sedici bit ATARI ST e Commodore Amiga, dove troviamo un nuovissimo comparto sonoro, ad opera di Steve Wetherill e Chuck Yeager finalmente accreditato come designer.

La visuale in prima persona dall’abitacolo dell’aereo in Chuck Yeager’s Air Combat del 1991, dove destreggiarsi tra mille spie e comandi, con Chuck che dispensa saggi consigli, è rimasta nell’immaginario collettivo degli appassionati del genere.

 

Chuck Yeager’s Air Combat, la consacrazione del mito

Il grande salto arriva però solo nel 1991, anno di debutto del leggendario titolo Chuck Yeager’s Air Combat che non si presenta solo come un sequel, ma anche come il titolo più importante in cui è coinvolto l’asso dei cieli. Nei crediti del gioco infatti Chuck Yeager appare come lead designer assieme a Brent Iverson, che si occupa anche della programmazione assieme a Kenneth L. Hurley, la grafica viene disegnata dalla talentuosa Cynthia Hamilton, già autrice di diversi titoli sportivi di Electronic Arts, tra cui la blasonata serie dedicata a John Madden, le musiche del gioco sono scritte da un’altra leggenda del settore, ovvero George Alistair Sanger, conosciuto col nickname di The Fat Man, di cui torneremo presto a parlare in questa rubrica, autore di oltre duecento colonne sonore, tra cui diversi giochi di Star Trek, la saga ruolistica di Ultima, il rompicapo Zoop, Dick Tracy, Evil Genius, con una carriera nell’industria che dura ancora oggi. Con un cast del genere non poteva che uscire fuori un titolo di uno spessore eccezionale. Air Combat di Chuck Yeager è infatti una simulazione di volo e combattimento aereo accuratissima, composta da oltre 50 missioni con i consigli di Chuck Yeager in persona, sempre presente in una finestra su schermo, che guida il giocatore. Il titolo ha implementato anche un fantastico generatore di missioni extra, con cui è possibile  creare infinti livelli personalizzati che si aggiungono a quelli di base. missioni se le missioni basate sulla cronologia non offrono una sfida sufficiente. Le modalità di riproduzione consentono anche di avanzare e riavvolgere rapidamente una battaglia registrata, con una innovativa funzione rewind, ed inclusa una visualizzazione cubica in 3-D con cui analizzare qualunque parametro di volo. Da un perfezionista maniacale come Chuck, del resto, ce lo aspettavamo. Il setting ambientato nella Seconda Guerra Mondiale, realmente combattuta dal nostro eroe, è decisamente affascinante e molto realistico. Dopo due anni di esclusiva assoluta per IBM PC DOS, nel tardo 1993 il titolo esce anche su Apple Macintosh, con un port di buona qualità, in una versione realizzata dalla celebre programmatrice transessuale Glenda Adams, che trovate sul suo sito ufficiale a questo LINK, all’epoca nota come Mark Adams, ed autrice nel 1989 dell’interessante avventura fantascientifica Space Rouge. Chuck Yeager’s Air Combat presenta anche nuove grafiche ridisegnate da zero da Whitney Caughlan. Tra i tantissimi jet supersonici messi a disposizione dal titolo spiccano l’iconico North American P-51 Mustang, il celebre McDonnell Douglas F-4 Phantom II e il sovietico Mikoyan Gurevich MiG-21, famigerato aereo da caccia monomotore tra i più temuti al mondo. Tutti aerei realmente guidati dall’asso dei cieli, ovviamente! un titolo oggi decisamente di culto tra gli appassionati di Retrogaming. Destinato a diventare una figura leggendaria in ogni settore di interesse, il nostro Chuck si è dunque distinto parecchio anche nel mondo videoludico, lasciandoci oggi tre interessanti titoli che sono delle vere e proprie pietre miliari del genere simulatori di volo bellici e che Retro Legend ha voluto celebrare in occasione della sua recente scomparsa.

Il leggendario pilota statunitense e game designer Chuck Yeager ci ha lasciato il 7 dicembre 2020, spegnendosi serenamente nel sonno, nella villa di Oroville, California dove viveva con la seconda moglie, l’attrice Victoria Scott D’Angelo, che aveva sposato nel 2003 dopo aver portato il lutto per tredici anni per la prima moglie, l’indimenticabile Glennis Dickhouse, a cui dedico il nome di ben tre cacciabombardieri. La notizia della scomparsa di Chuck è stata data da Victoria con un breve comunicato. L’asso dei cieli Chuck Yaeger resterà per sempre vivo nel cuore dei suoi fan e degli appassionati di simulatori di volo bellici, genere a cui ha dato un deciso contributo storico.

Super Fabio Bros, al secolo Fabio D'Anna (ma non diteglielo: ancora soffre perché Facebook lo ha costretto a usare il suo vero nome), è un collezionista leggendario di videogiochi nonché super esperto di retrogaming. Ha organizzato due edizioni della mostra ARCHEOLUDICA ed è Responsabile della Collezione al museo VIGAMUS, ha collaborato con i portali specializzati Games Collection e Retrogaming History. Adora Super Mario, Pac-Man e le sue adorabili cagnoline. L'obiettivo finale della sua vita è possedere tutti e 2047 i modelli di PONG esistenti. Attualmente è a quota 69.... quindi augurategli lunga vita e prosperità.