Control Ultimate Edition Recensione: il New Weird in salsa next-gen

Control Ultimate Edition

Con l’arrivo dell’upgrade next-gen di Control Ultimate Edition si aggiunge un tassello fondamentale alla vetrina ludica presente su PlayStation 5 e Series X/S. I limiti hardware imposti dalla scorsa generazione non permisero di godere a pieno le potenzialità che l’ultima creazione di Remedy Entertainment poteva offrire: problemi di risoluzione sulle console standard, frame rate molto più che ballerino e caricamento delle texture decisamente lento furono un ostacolo per molti dei consumatori che non riuscirono a focalizzarsi sul gran numero di pregi del gameplay, restando inoltre mentalmente annebbiati da una narrazione estremamente lontana dai canoni a cui si è solitamente abituati. Nonostante tali problematiche, il titolo diretto da Sam Lake conquistò sia la stampa che la maggior parte del pubblico arrivando anche alla nomina in ben 8 categorie (tra cui Gioco dell’Anno) ai Game Awards del 2019. La sua uscita su console di nuova generazione rappresenta non solo una sorta di riscatto per l’ottimo lavoro svolto dal team finlandese ma anche una dimostrazione di come le feature tecniche esclusive delle nuove macchine da gioco possano dare una marcia in più al medium videoludico e all’esperienza dell’utente. La possibilità di acquistarlo “gratuitamente”, nel momento in cui vi scriviamo, per tutti i possessori di un abbonamento PlayStation Plus rende decisamente più ghiotta l’occasione per recuperarlo, andando anche parzialmente incontro alle lamentele poste nei confronti del publisher 505 Games dopo la decisione di rendere l’upgrade Next Gen gratuito solamente per i possessori della Ultimate Edition su PS4, tagliando completamente fuori tutti coloro avessero supportato il titolo fin dal giorno di lancio.

Control Ultimate Edition

Control Ultimate Edition: this is gonna be weirder than usual

Essendo questa una recensione dedicata principalmente alle migliorie dovute all’aggiornamento tecnico non ci dilungheremo troppo nel declamarvi per filo e per segno trama e profondità delle meccaniche di gioco (per queste potete fare riferimento alla nostra precedente recensione), ma nulla ci vieta di proporvi un piccolo recap di ciò che è Control Ultimate Edition. La frase che fa da titolo a questo paragrafo è probabilmente la più rappresentativa dell’intera esperienza di gioco. Il world building messo in piedi da Sam Lake riesce fin dai primi istanti di gioco a confondere ed ammaliare il giocatore al tempo stesso, presentandoci fin da subito un tipo di narrazione non molto consono al medium videoludico che attinge a piene mani dalla letteratura New Weird: cioè un misto di elementi fantasy, horror e sci-fi resi coerenti all’interno del racconto e unito alla componente del “bizzarro” che prevede un amalgama di creature e ambientazioni strane e fuori dall’ordinario.

Non a caso uno dei massimi esponenti del New Weird, Jeff VanderMeer, risulta essere in modo abbastanza esplicito la principale fonte di ispirazione per lo studio finlandese, il quale ha inserito riferimenti nemmeno troppo velati alla sua Trilogia dell’Area X, specialmente al secondo capitolo “Autorità”. Non aspettatevi, insomma, una sceneggiatura pronta a spiegarvi in modo chiaro e preciso ogni singolo dettaglio “strano” in cui incapperete (e ce ne saranno a iosa), poiché è proprio grazie alla mancanza di risposte certe e pregne di razionalità che Control riesce a mantenere alto il ritmo narrativo. Perfino il character development della protagonista, Jesse Faden, si mette in contrapposizione alla figura del giocatore: quest’ultimo non crescerà di pari passo con Jesse poiché ella si presenta, già dall’inizio dell’avventura, conoscitrice di fatti ed eventi che verranno resi noti solamente a storia inoltrata. Tutto questo causerà una sensazione di straniamento che porterà il giocatore stesso a domandarsi quale sia il proprio ruolo all’interno della narrazione.

Nel centro di questo vortice narrativo troviamo la Oldest House: il misterioso edificio governativo che ospita l’Agenzia dedita la controllo degli EMA (Eventi del Mondo Alterato) in cui avranno luogo le gesta della nostra Jesse. La Oldest House è il punto nevralgico da cui si dipanano i tentacoli che fanno da ponte tra racconto e gameplay rendendo l’uno strettamente coeso all’altro: l’edificio, manipolato e reso corrotto dalla presenza dell’Hiss (il soprannaturale sibilo che ammalia e controlla ogni essere vivente capace di sentirlo), sarà il principale avversario del giocatore grazie alla sua (in)naturale capacità di evolvere e mutare a proprio piacimento e a livello fisico ogni aspetto che riteniamo logico e razionale contenuto nelle proprie stanze. Arrivando a regalare diversi momenti al cardiopalma che faranno facilmente breccia nel cuore dei videogiocatori (sarà impossibile dimenticarsi il Labirinto del Posacenere, probabilmente uno dei momenti più alti nella storia del videogioco moderno). Il perfetto escamotage in cui fa capolino lo scheletro da metroidvania di Control Ultimate Edition il quale, insieme agli utili poteri da “parautilitarista” di Jesse, rende ogni stanza, corridoio o anfratto degno di essere esplorato da cima a fondo poiché capace di nascondere risorse utili al potenziamento del personaggio o collezionabili che possono dare una mano nello svelare qualche informazione in più sul mondo di gioco (cosa che vi farà venire ancora più mal di testa).

Control Ultimate Edition

Imbarazzo della scelta

Passando al vero fulcro di questa recensione, è il momento di parlare delle migliorie tecniche e vedere se il lavoro svolto da Remedy Entertainment è degno di essere premiato. Come quasi la totalità di ogni prodotto next-gen, anche Control Ultimate Edition si presenta con due opzioni grafiche: Prestazioni o Grafica. Scegliendo la prima, il gioco propone un’esperienza a 60 fotogrammi al secondo permettendo di raggiungere una fluidità a schermo impossibile sulla versione old-gen. I 60fps danno la possibilità al titolo di valorizzare e far apprezzare maggiormente le fasi di combattimento esaltandone il dinamismo, la stupenda gestione della fisica del Northlight Engine e la frenesia dovuta al continuo utilizzo dei poteri soprannaturali e dell’arma di Jesse, capace di modificare a piacimento la bocca di fuoco. Pur di mantenere tale fluidità visiva (con cali quasi impercettibili in alcune situazioni) con una risoluzione nativa a 1440p, il dettaglio grafico, come le ombre e i modelli poligonali, viene alleggerito mantenendosi su settaggi bassi. L’esperienza visiva, per quanto arricchita da una maggiore risoluzione, si attesta quindi sulla stessa qualità della versione old-gen.

Scegliendo l’opzione Grafica, d’altro canto, il framerate viene abbassato a 30fps, anche qui con leggere turbolenze di tanto in tanto ma prettamente granitici. Verrà, ovviamente, potenziato il dettaglio grafico (mantenendo anche qui la risoluzione a 1440p) che vedrà anche l’attivazione del Ray Tracing. Ed è proprio qui che Control Ultimate Edition mostra finalmente il potenziale inespresso al momento dell’uscita originale: il sistema di rifrazione della luce, trasparenza e riflessione delle superfici raggiunge risultati strabilianti anche su console. Ogni singolo elemento capace di riflettere e rifrangere la luce aggiunge ai diversi settori della Oldest House un pezzo di anima: dal freddo cemento contrapposto al pavimento in velluto rosso riflessi nelle numerose vetrate degli uffici del Settore Esecutivo tanto da confondere la percezione del giocatore, alle pozze d’acqua e sapone lasciate dal custode Ahti nel Settore Manutenzione. Perfino i piccoli televisori a tubo catodico che trasmettono il surreale show per bambini “Threshold Kids” riescono ad essere ancora più inquietanti; per non parlare poi di ogni quadro, poster incorniciato o gli occhiali dell’ex direttore Trench. Tali miglioramenti riescono ad influenzare anche le varie scene d’intermezzo che ora, grazie anche ai sublimi movimenti di macchina della regia e alla fotografia, vivono di luce nuova soprattutto nelle scene coi primissimi piani, capaci di far notare l’implementazione del Ray Tracing anche nei riflessi degli occhi dei personaggi. In entrambi i casi, la risoluzione nativa a 1440p con un upscaling a 4K è ciò che mostra di più il fianco ai limiti tecnici delle nuove console risultando in leggere sbavature grafiche e un effetto seghettato dei modelli poligonali.

Impossibile consigliarvi la modalità perfetta con cui godersi l’esperienza di Control Ultimate Edition. Che vogliate assaporare la massima fluidità dei 60fps o il livello di accuratezza grafica siamo sicuri che, prima di decidere, passerete diversi minuti della vostra partita ad ammirare i benefici sia dell’una che dell’altra. Anzi, è proprio ciò che teniamo a consigliarvi: data la possibilità di switchare tra le due prestazioni senza soluzione di continuità divertitevi a cambiarle frequentemente e quando più vi aggrada, anche solo per capire la qualità del lavoro svolto dal team finlandese.

Control Ultimate Edition

Control Ultimate Edition: Take Control(ler)

Avendo provato la versione PlayStation 5 è giusto analizzare anche le feature esclusive della console targata Sony che possono rivelarsi molto utili per rendere più piacevole la permanenza nella Oldest House. Prima fra tutti, l’implementazione del DualSense riesce a far calare il giocatore ancora di più nei panni della protagonista grazie al feedback aptico dedito principalmente a comunicare il senso di movimento di Jesse con leggere vibrazioni ad ogni passo che aumentano leggermente di intensità e propagazione in base alla velocità di spostamento e al tipo di pavimento, senza però regalare un reale senso di spazialità. Il picco massimo di questa feature viene raggiunto durante l’utilizzo delle abilità paranormali, come il Lancio, che riescono a trasmettere tutta la loro potenza. Anche i trigger adattivi riescono a fare il loro dovere cambiando la resistenza in base alla modalità di fuoco della pistola, analogamente a quanto accade, per esempio, su Hitman 3. Remedy ha perfino voluto sfruttare al massimo l’utilizzo delle Schede Attività e la nuova gestione dei trofei con aiuti e consigli sempre a portata di mano (localizzati solo in inglese) e percentuali ad indicare la progressione sia degli obiettivi che della missione corrente.

Control Ultimate Edition si presenta in modo definitivo come il prodotto più ambizioso di Remedy Entertainment e questa versione next-gen ne è la prova concreta. Possiamo finalmente dimenticarci la pessima ottimizzazione della vecchia generazione e goderci le surreali e contorte follie uscite dalla mente di Sam Lake, inframmezzate dal godurioso e frenetico utilizzo dei poteri paranormali di Jesse Faden. Un’esperienza che risulta arricchita dall’aggiunta delle tre espansioni post lancio (capaci di tenervi incollati per qualche ora in più), dalla fluidità grafica offerta dai 60 fotogrammi al secondo e dall’impatto dato dall’applicazione del ray-tracing, con il team di sviluppo che ha saputo utilizzare al meglio questa tecnologia. È arrivato il momento di accettare l’impossibile e riprendere il controllo: benvenuti, o bentornati, nella Oldest House.

VOTO: 9

Marco è nato e cresciuto con i videogiochi grazie alla sorella maggiore che lo faceva giocare col suo Gameboy Color. Si è appassionato definitivamente al medium dopo aver finito il primo Metal Gear Solid insieme al padre, il più bel ricordo legato a quello che è diventato uno dei suoi giochi preferiti. È un lettore appassionato di Dylan Dog. Studia recitazione e doppiaggio da circa 10 anni. Dicono faccia un'ottima imitazione di Gatto Silvestro.