Justice League: retroscena sulla realizzazione

Justice League è uscito nel 2017 ma se lo chiedi a qualche fan ti dice che non è ancora arrivato. Sì, perché quel progetto live-action dedicato alla supersquadra di supereroi DC Comics uscito nei cinema nel 2017 è stato massacrato dalla critica e dal pubblico e, soprattutto, non ha incassato quanto sperato dalla Warner Bros. Pictures. Ora, a distanza di tre anni, dopo tanto tam-tam internettiano, arriva la Zack Snyder’s Justice League, la versione fortemente voluta dal regista originale prima che abbandonasse il progetto per gravi problemi familiari. Vanity Fair ha ripercorso tutta la storia dietro le quinte, svelando ciò che è veramente accaduto dal punto di vista di quel regista che ha sempre cercato di portare la sua visione dei personaggi DC al termine.
Zack Snyder fu scelto dalla Warner Bros. per rilanciare Superman con L’Uomo D’Acciaio, interpretato da Henry Cavill. Il film, forse, non era previsto che diventasse le fondamenta di quello che oggi è conosciuto come l’Universo Cinematografico DC ma, anche se le critiche erano divisive, lo studio diede a Snyder la possibilità di realizzare un sequel – Batman v Superman: Dawn of Justice – che non solo fungeva da seguito delle avventure dell’Azzurronne della DC ma anche come introduzione ad un universo più vasto popolato da altri eroi, inclusi Batman e Wonder Woman.
Anche se le recensioni de L’Uomo D’Acciaio non erano state ottime, come rilancio aveva abbastanza funzionato e Snyder aveva tutto il potere di decidere ciò che fosse meglio per quell’Universo che stava creando. Affidò a Ben Affleck il ruolo di Batman – e anche lì, pioggia di critiche poi smentite dalla sua attuale performance – ma anche Gal Gadot come Wonder Woman. Snyder stesso ricorda: “mi ricordo che Gal mi disse ‘stavo per abbandonare il lavoro. Stavo per tornare a Tel Aviv e vivere lì, chiudere con Hollywood. Ho fatto un ultimo provino per te.’. Quando è arrivata a quel suo ultimo provino ho esclamato ‘è la mia Wonder Woman’. Adesso è la Wonder Woman di tutto il mondo“. Snyder ha sempre pensato ‘fuori dal comune’ affidando il ruolo di Aquaman, un eroe considerato sfigato dal pubblico generalista, ad un uomo tutto d’un pezzo come Jason Momoa che si era presentato ai provini per Bruce Wayne: “è un Isolano del Pacifico, ecco il suo collegamento con il mare… e se fosse Aquaman? La gente mi disse ‘sei folle’.“. A torto o ragione, quelle idee di Snyder sono diventate apprezzate dal mondo intero: la Gadot continua ad avere film stand-alone su Wonder Woman, Momoa a breve girerà Aquaman 2.
Nonostante ciò, quel Batman v Superman che doveva finalmente lanciare l’Universo DC si ritrovò massacrato dalla critica e dal pubblico. Greg Silverman ricorda: “quando Batman v Superman è uscito e abbiamo ricevuto delle pessime critiche da parte dei fan è stato molto scoraggiante per noi. Zack ha fatto dei film, come 300, che erano amati dal pubblico. E il nostro lavoro era continuare a fare film del genere. E ora che avevamo fatto un film insieme, non aveva accontentato il pubblico“. Mentre i Marvel Studios continuavano ad avere successo – tra alti e bassi, come ogni studio – con il loro Marvel Cinematic Universe, l’Universo DC arrancava. Da una parte la Marvel cercava di restare fedele ai suoi fumetti dipingendo per lo più persone normali che vivevano problemi di tutti i giorni e si trovavano a che fare con dei poteri. Dall’altra, Snyder aveva tentato un approccio totalmente opposto: Dei e immortali a proprio agio con i propri poteri ma che si sforzavano di essere umani e connettersi con il mondo intero. Un approccio che, a quel punto, la Warner aveva paura che tutto ciò rendesse i suoi eroi più dark e le loro abilità una maledizione. “Zack è un magistrale narratore visivo che approfondisce i singoli personaggi” ha spiegato Diane Nelson della DC EntertainmentPer alcune persone il suo approccio è fantastico, e per altri il suo approccio è problematico perché hanno opinioni differenti su chi sono e non sono questi personaggi della DC“.
Batman v Superman aveva deluso nel bel mezzo delle riprese di Justice League e Kevin Tsujihara della Warner Bros. ordinò a Jon Berg e Geoff Johns di supervisionare Zack Snyder. L’ordine era semplice: almeno uno dei due doveva essere sempre presente sul set. “E’ stato complicato e non era una posizione che ho amato ricoprire, onestamente” ha spiegato Berg “Ho cercato di essere schietto su ciò che pensavo a livello creativo. Il mio ruolo era di provare a mediare tra un creatore la cui visione era dark e lo studio che, a torto o ragione, sentiva che i fan volevano qualcosa di più leggero. Sono sempre stato rispettoso del regista e non ho mai seguito le linee guida dello studio che non pensavo avrebbero reso il film migliore“. Snyder sorride: “li chiamerei più babysitter! Non mi davano molto fastidio perché non erano cosi minacciosi. Sentivo che le idee che avevano, quando provavano ad includere più umorismo o cose del genere, non fossero così oltraggiose“. Ma la Warner, ad esempio, bocciò una storia d’amore voluta dal filmaker tra Bruce Wayne e Lois Lane solo per far capire al primo che per salvare il mondo doveva riportare indietro Superman. La Warner non ha apprezzato, idea scartata.
Tsujihara voleva un film che sbancasse il miliardo. Nessuno dei precedenti cinecomic DC di Snyder lo aveva fatto mentre la Marvel ci stava riuscendo più di una volta. Ad un test screening del film, Tsujihara non approvò tante, forse troppe cose, tra cui la durata. “Tsjurihara voleva che non durasse più di due ore” ricorda Snyder affermando che sarebbe stato un paradosso perché una durata del genere avrebbe eliminato tutto ciò che lo studio aveva richiesto, come l’umorismo, il ‘cuore’ ed un rapporto sentimentale umoristico tra Barry Allen ed Iris Weste poi come avrei potuto introdurre sei personaggi ed una minaccia aliena in meno di due ore? Voglio dire: posso farlo, si può fare. Chiaramente è stato fatto [parlando della versione di Joss Whedon, nb.] ma non l’ho vista“. Risultato? Joss Whedon, che era stato ingaggiato dalla Warner per realizzare un potenziale film su Batgirl, fu chiamato da Geoff Johns per aiutare Snyder nella riscrittura del film. “Ho pensato che, forse, avrebbe potuto scrivere delle cose fighe” ha spiegato il regista “Ho pensato che sarebbe stato divertente“. Ma Joss Whedon – che aveva parlato con Snyder solo una volta – ottenne ancora più potere: non solo riscrivere il film ma anche rigirarlo. A quel punto il dramma: la figlia adolescente di Zack, Autumn, si toglie la vita. Un terribile dramma che lo colpisce da vicino e lo porta ad abbandonare il progetto. A quel punto, Snyder era talmente distrutto da quello che era successo che non aveva nemmeno più la forza di combattere per un film che stava realizzando e, soprattutto, non era giustamente una sua priorità.
Joss Whedon riscrisse e rigirò Justice League come voleva la Warner Bros. ma non salvò esattamente la pellicola. Un executive dello studio ricorda: “quando abbiamo visto ciò che aveva fatto Joss, era stupido. Il furto sul tetto era così goffo e scemo. La famiglia russa? Senza senso. Tutti lo sapevano. Era cosi imbarazzante perché nessuno voleva ammettere che fosse una me**a“. Deborah Snyder e Christopher Nolan hanno visto questa versione ad un test screening. “E’ stata… un’esperienza bizzarra” spiega la Snyder “Non so quante persone abbiano avuto un’esperienza simile. Lavori così tanto a lungo su qualcosa, poi lasci, e poi vedi cosa gli è accaduto“. Sia sua moglie Deborah ce Christopher Nolan sono tornati a casa da Zack: “mi hanno detto ‘non puoi vedere quel film.“. “Perché sapevo che gli avrebbe spezzato il cuore” aggiunge la moglie.
Il film è uscito nel 2017 e, come dicevamo, è stato distrutto da pubblico e critica. Le sequenze in più girate con Henry Cavill come Superman, con i baffi rimossi digitalmente, sono stati oggetto di scherno e generatore di meme sul web al pari della controversa sequenza “Martha” di Batman v Superman. 657 milioni di dollari incassati che sembrano tanti ma che così non è. ll film è costato 300 milioni di cui 25 per le riprese aggiuntive di Whedon, a cui vanno aggiunti tra i 100 ed i 150 milioni per il marketing. Se contiamo tutto, 657 milioni suona come una perdita per la Warner e così, effettivamente, è stato. Tsujihara voleva il suo film dal miliardo e non lo aveva ottenuto; un anno dopo, Avengers: Infinity War, dei Marvel Studios finiva per incassarne 2 di miliardi. Qualcosa era andato terribilmente storto.
Il cast era leale nei confronti di Zack” ha spiegato la Nelson “sarebbe stato un incarico difficile per qualunque regista che fosse salito a bordo. Non ho dubbi su questo. Ma come Joss ha deciso di gestire le cose riguarda solo lui“. Il riferimento è, chiaramente, a tutte le accuse rivolte a posteriori a Whedon da Ray Fisher il quale ha affermato che il cineasta non ha avuto dei comportamenti idonei per un set. Ed è qui che è nato il movimento Release The Snyder Cut. I fan del regista e dell’Universo DC creato da lui si sono uniti sui social web per tentare di ottenere quella versione – a lungo rumoreggiata – mai vista. Nel frattempo, Zack non ci stava pensando e continuava ad andare avanti, preparando il suo Army of the Dead per Netflix.
Questo movimento ha cercato di fare del bene, racimolando denaro per la prevenzione dei suicidi, in onore di Autumn. “Questa gente ha cercato di salvare le persone” ha spiegato Deborah Snyder “si sono uniti per questa straordinaria causa.”. Ma il movimento ha anche generato del male con delle costole – come gli Snyder Cultists – che hanno iniziato a vomitare odio e violenza nei confronti di chi non apprezzava Snyder, i suoi lavori o semplicemente piaceva altro come la Marvel o i cinecomic DC non diretti dal filmaker. Kayleigh Donaldson di Pajiba ricorda: “sfortunatamente, credo che la cultura del fandom e del fandom online si stia muovendo in una direzione tossica. Non ho ricevuto cosi tanti attacchi o minacce dai fan di Shazam! o Birds of Prey rispetto a quelli di Snyder. Forse un po’ dai fan di Joker ma mai a quei livelli“. Donaldson afferma che ha amato 300 e pensa che i primi dieci minuti di Watchmen siano da antologia, e anche se finirà per non apprezzare la Snyder Cut vorrà comunque vederla. Drea Letamendi, psicologa, ha cercato di chiarire il perché della tossicità di questo movimento: “Quello che ho osservato è un duraturo e falso senso di proprietà, che può manifestarsi come abuso, minacce e reazioni forti e intense quando una storia non va come vogliono. Stanno gridando e le persone li ascoltano. Anche se si tratta di commenti negativi, ricevono un rinforzo positivo per continuare a battere quella strada“. Snyder sa di queste costole del suo movimento e rabbrividisce: “Credo al 100% che ciò che fanno sia sbagliato. Ho sempre cercato di dare attenzione alle persone del fandom che fanno cose buone“.
E quelle ‘buone’ hanno reso possibile la Snyder Cut quando a novembre 2019 Toby Emmerich ha deciso di dare il via libera, grazie ad HBO Max, alla produzione del progetto: “molte persone alla Warner, incluso me, erano dispiaciuti che Zack non avesse potuto finire la sua versione per via di quelle circostanze“. Inizialmente, lo studio voleva che Snyder distribuisse la versione non montata e finita della Snyder Cut ma il regista ha seccamente risposto di no: “a quelle condizioni, avrei preferito che la Snyder Cut restasse l’unicorno mitico che era per il resto della vita“. Ed è così che si è arrivati ad avere il regista ultimare il film aggiungendo gli effetti visivi, le musiche, aggiungere sequenze non previste: “e non vengo pagato. Sono stato pagato per la prima versione, ora voglio solo il controllo creativo“. Detto, fatto.
Qualcuno potrà pur non apprezzare la Snyder Cut e la visione del regista che, comunque, non è mai stata accolta positivamente da tutto il pubblico ma, alla fine, Zack Snyder lo ha fatto per sua figlia Autumn: “lei era la prima fan, era supercreativa, era una scrittrice“. Snyder mostra la foto di Autumn sul cellulare con la giacca indossata da Ray Fisher come Cyborg e forse il parallelo tra il personaggio e la figlia non è poi così distante. “pensava sempre ‘quale è il mio valore? Che cosa dovrei fare?’ ed io le dicevo ‘sei straordinaria! Cosa vuol dire quale è il tuo valore? Vali più di ogni altra cosa al mondo!’ e lei mi rispondeva con un ‘… sì…’.“. Snyder spiega che sua figlia adorava la fantascienza: “i personaggi che creava erano sempre in battaglia con cose di un’altra dimensione che nessuno vedeva. E’ una guerra seria. E quella guerra accadeva dentro di lei veramente ogni giorno. Penso tante persone stiano affrontando la stessa guerra, ti sorridono e annuiscono“.

E la pellicola si chiuderà con un “Per Autumn” e la canzone “Hallelujah” di Leonard Cohen, cantata da Allison Crowe, amica da Autumn. Allison Crowe l’ha cantata anche al suo funerale perché era la canzone preferita di Autumn. E questo film, alla fine, è solo per lei perché “era la prima fan“.