Resident Evil Village Mercenari: le nostre impressioni su questo gradito ritorno

Resident Evil Village

Resident Evil Village è arrivato sul mercato da meno di una settimana e, ovviamente, sta monopolizzando l’attenzione mediatica di tutto il settore videoludico. Il titolo di Capcom, come testimoniano gli ottimi voti sia della stampa italiana sia di quella internazionale (qui la nostra recensione), ha messo tutti d’accordo, confermandosi come uno dei migliori prodotti degli ultimi anni nonché uno dei migliori capitoli della serie.

Come abbiamo avuto modo di sottolineare durante la nostra recensione, il nuovo capitolo della saga prende molta della sua ispirazione da quello che è stato uno dei capitoli più amati di sempre, quel Resident Evil 4 di cui ancora oggi si tessono le lodi. E, proprio da Resident Evil 4, questo Resident Evil Village eredita non soltanto lo stile “tematico” ma anche alcune caratteristiche più “materiali” tra cui diverse funzioni aggiuntive. Su tutte, chiaramente, spicca la modalità Mercenari (The Mercenaries), disponibile una volta sbloccato il gioco alla voce Extra nel menù.

La modalità di gioco arcade, già vista appunto in Resident Evil 4 e 5, torna di gran carriera in questo Resident Evil Village, mantenendo una formula complessivamente classica ma senza disdegnare qualche piccola aggiunta.

Dopo aver passato alcuni giorni a trucidare orde di lycan, zombie e tutti gli altri “orrori” del villaggio, siamo pronti a raccontarvi le nostre impressioni sulla modalità in questione, che ha saputo divertirci ma che nel lungo andare può risultare ripetitiva e poco interessante.

resident evil village mercenariResident Evil Village Mercenari: un’arma è per sempre?

Come da tradizione per la saga e per il format, la modalità Mercenari dona al giocatore “medio” un vero e proprio sogno ad occhi aperti: poter trucidare orde di nemici senza badare al resto. E, chiaramente, per poterlo fare al meglio il primo step fondamentale è quello di munirsi di una buona arma, disponibile visitando il bazar del Duca ad inizio di ogni Stage. Proprio il Duca può vantare un numero di armi decisamente interessante, oltre che una buona varietà di esse, per quanto però, e qui partono i problemi, ci è sembrato che queste soffrano di problemi di bilanciamento anche molto evidenti. Alcune armi, infatti, sono in grado di far completare gli Stage in maniera decisamente più veloce rispetto ad altre, andando un po’ a rovinare quella che è la godibilità generale della modalità.

Per “fortuna”, per fare abbastanza soldi per comprare le armi migliori bisogna prima superare i primi stage con buoni risultati, cosa non semplicissima anche a causa della buona vastità delle aree, che rende difficile la ricerca dei nemici e di conseguenza compromette la buona riuscita delle missioni, andando a far perdere diversi secondi preziosi per ottenere un buon risultato a fine stage.

Resident Evil VillageCosì come in passato, infatti, per poter proseguire bisogna uccidere un certo numero di nemici, concatenando gli attacchi e dando vita così a combo sempre più numerose al fine di ottenere un piazzamento più interessante.

A tal proposito, nelle mappe sono presenti alcune sfere di colore giallo che danno al giocatore, una volta rotte, 30 secondi tempo aggiuntivi sul timer della missione, proprio per agevolare chi vuole provare a fare un risultato migliore ma anche per chi, magari, non riesce a concludere in tempo le missioni.

Power up, livello di sfida, esplorazione

Una volta completati gli stage di un’area si sblocca l’area successiva, di difficoltà via via sempre crescente. Per agevolare il giocatore, sperduto in mezzo ad un numero di mostri sempre crescente, in Mercenari sono state introdotte le Sfere Blu, che donano ai giocatori dei boost permanenti (per tutta la durata dello stage) che vanno ad aumentare alcune delle caratteristiche del nostro alter ego. I bonus in questione vanno ad incidere sia sul danno delle armi specifiche sia sul danno in generale, ma anche sulle abilità fisiche del nostro avatar, come la difesa, la salute massima o la velocità di movimento.

Concatenare queste abilità può risultare fondamentale al fine di avanzare nella maniera migliore durante gli stage, considerando anche che queste abilità possono anche essere sommate. Per fare un esempio, se vi trovate particolarmente bene con le pistole potreste scegliere di prendere sempre il boost al danno di quest’ultime, trascurando però altri parametri, con tutto ciò che ne consegue. Questa sensazione di libertà è comunque un pregio e non un difetto, anche nella scelta delle armi, per quanto, come dicevamo prima, il bilanciamento di quest’ultime inficia la qualità complessiva dell’esperienza, ma i “problemi” non finiscono qui. Durante la progressione ci è sembrato che il livello di sfida complessivo sia sempre tarato verso il basso, specialmente considerando la natura trial and error del titolo. Ripetendo gli stage e memorizzando la posizione e i pattern dei nemici diventa tutto molto più semplice, specialmente ai livelli più bassi di difficoltà.

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Ciò, unito al discorso fatto sulle armi, rischia di compromettere il senso di appagamento dei giocatori, cosa che per fortuna negli stage di difficoltà elevata si avverte nettamente di meno. In tutto questo, è doveroso fare un discorso sulla questione munizioni e consumabili. Durante le nostre prime ore e poi anche sul lungo andare ci è sembrato che questi due oggetti fondamentali fossero presenti in maniera troppo elevata (specialmente le munizioni), cosa che potrebbe non far felici i più esperti o comunque quelli alla ricerca di un’esperienza più dura da gestire.

Nel complesso, comunque, non si può negare che giocare a Mercenari ci ha strappato più di un sorriso. Il senso di appagamento generato dal completamento di uno stage, magari proprio all’ultimo secondo, è sicuramente importante e vale quasi da solo il prezzo del biglietto, per quanto però le criticità evidenziate ci siano e in qualche modo pesino sulla godibilità generale del prodotto.

Stabilità e qualità: uccidere mostri è più piacevole che mai!

Una volta analizzato il comparto ludico è ovvio che la nostra attenzione si debba focalizzare su quello tecnico, in particolare la stabilità generale, fondamentale per un prodotto che si basa proprio su elementi quali la gestione delle risorse, il saper resistere alle orde nemiche e quant’altro. Ebbene, la modalità Mercenari di Resident Evil Village si comporta più che bene dal punto di vista tecnico, risultando veloce e frenetica senza mai mostrare problemi di sorta.

A mostrarsi di primissimo livello è sicuramente il frame rate che, anche nelle situazioni più concitate, rimane saldamente ancorato sui 60 fps, salvo qualche piccolissimo calo in alcune aree specifiche tutto sommato poco invasive. Va detto che Mercenari “ricicla” le stesse aree del gioco principale, pur però mescolando i nemici, creando così una sorta di mix coinvolgente e intrigante, dovuto anche all’introduzione di alcuni nemici “inediti” in alcune sessioni specifiche. L’unico problema relativo all’aspetto tecnico e funzionale della modalità in questione è dovuto alla telecamera.

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Specialmente quando il numero di nemici aumenta o ci si trova costretti ad affrontare avversari di grosse dimensioni, o magari creature particolarmente veloci, la velocità con la quale la telecamera ruota intorno al nostro avatar diventa a tratti ingestibile, rendendo difficile prendere la mira e soprattutto esponendo parecchio il giocatore a difficoltà aggiuntive che vanno al di là delle proprie responsabilità. Nel complesso, comunque, il comparto tecnico di Mercenari si dimostra valido tanto quello di Resident Evil Village “base”, con qualche aggiunta interessante e con qualche singhiozzo in più, per quanto lecito e comprensibile.

La modalità Mercenari di Resident Evil Village rappresenta un piacevole ritorno, con qualche piccola aggiunta e tanti punti in comune col passato. La possibilità di muoversi per le splendide ambientazioni dell’ultimo capitolo di Capcom trucidando nemici senza “badare” al resto è un plus di non poco conto, per quanto però il tutto può diventare velocemente ripetitivo e poco interessante. Gli stage, di difficoltà sempre maggiore, sono caratterizzati da una struttura a potenziamenti sicuramente interessante, ma che mostra il fianco ad un livello di sfida se vogliamo tarato verso il basso, a causa del bilanciamento della armi non sempre al top. A tutto questo si aggiunge un comparto tecnico solido e accattivante, il cui unico neo è rappresentato da una telecamera non sempre precisa. Nel complesso, ci siamo comunque divertiti non poco, e siamo sicuri che tale modalità possa risultare un piacevole passatempo per molti giocatori per quanto però, oggettivamente, lo spettro della ripetitività potrebbe essere dietro l’angolo.

Ho imparato a conoscere l'arte del videogioco quando avevo appena sette anni, grazie all'introduzione nella mia vita di un cimelio mai dimenticato: il SEGA Master System. Venticinque anni dopo, con qualche conoscenza e titoli di studio in più, ma pochi centimetri di differenza, eccomi qui, pronto a padroneggiare nel migliore dei modi l'arte dell'informazione videoludica. Chiaramente, il tutto tra un pizza e l'altra.