Digimon Survive Recensione: il ritorno dei mostri digitali

Digimon Survive

Le creature fantastiche a supporto degli umani sono da sempre un elemento cruciale nelle storie che caratterizzano le culture nel corso dei secoli. Non potevano che arrivare a noi, in forme diverse e attraverso mezzi contemporanei, quali i videogiochi, per raccontarci di come dei piccoli esserini possano evolversi e combattere arduamente per i loro amici. Non parliamo di quei mostriciattoli che escono dalle ball lanciate dai loro allenatori, ma dei Digimon, i “digital monster”, saga nata nel lontano 1997 e che per ragioni piuttosto evidenti si è contesa l’attenzione della platea con i sopracitati “competitor”, i Pokémon. Un po’ per assonanza nel nome, un po’ per somiglianza nel concetto di piccole creature dai grandi poteri, i Digimon sono solo parzialmente vicini ai loro “lontani parenti”, di cui non sono invece riusciti a ottenere però lo stesso successo. Non avendo alle spalle nemmeno lo stesso numero di videogiochi, i mostri digitali tentano però di portarsi a casa nuovamente l’attenzione del pubblico con un nuovo titolo targato BANDAI NAMCO, Digimon Survive, uscito lo scorso 28 luglio per celebrare il 20° anniversario di Digimon Anime e di cui gli sviluppatori stessi avevano chiesto di non fare spoiler ai primi giocatori in possesso dell’avventura. Questo titolo presenta ora una nuovissima avventura, recentemente vittima di review-bombing da parte degli utenti a sole poche ore dalla sua uscita, ma di cui desideriamo raccontarvi nello specifico quanto abbiamo visto da vicino in questo SRPG classico e dall’accentuato stile anime durante la nostra prova su PlayStation 5.

Digimon Survive: come sopravvive una saga…

La storia in questione è ambientata in un mondo misterioso con personaggi disegnati da Uichi Ukumo: Digimon Survive vede un nuovissimo gruppo di adolescenti, guidati da Takuma Momozuka, perdersi in un viaggio in campeggio con la scuola, e poi si troveranno trasportati in uno strano nuovo mondo di mostri e pericoli. Proprio in questo momento, i ragazzi faranno la conoscenza dei Digimon, delle loro evoluzioni e delle loro capacità di combattimento, non senza però qualche dubbio e senso di smarrimento a fronte di questo primo, importante incontro. Entrando poco più nel dettaglio della trama, questa ci racconta delle vicende di Takuma in compagnia primariamente degli amici Aoi e Minoru, i quali decidono di intraprendere un’avventura addentrandosi in un misterioso tempio locale, per far luce sulla storia di un certo Kemonogam. All’interno di questo luogo, i protagonisti fanno la conoscenza di mostri dall’aspetto bizzarro, primo tra tutti Koromon, uno strano esserino rosa. Non tutte le creature però sono docili, dunque i nostri eroi scoprono presto di essere intrappolati in un mondo poco ospitale. Riusciranno a salvarsi con le loro abilità e quelle di Koromon, nonché della sua evoluzione e di tutti gli altri suoi simili, nostri alleati? Da un punto di vista di gameplay, sono diverse le dinamiche in gioco, anche se nessuna di queste va chiaramente a inficiare il percorso della storia e le direzioni che andrà a prendere. Prima di tutto, un importante aspetto è legato alle nostre interazioni con i personaggi e con l’ambiente intorno a noi. Le nostre scelte infatti saranno in grado di influenzare i parametri di Affinità con i personaggi, influenzando il loro supporto in battaglia e ottenendo risultati diversi se cercheremo di bilanciare la nostra attenzione su tutti loro, o se ci concentreremo su qualcuno di specifico.

…seppur a fatica

Non solo le nostre scelte, in termini di opzioni dialogiche durante il gioco, andranno a cambiare i parametri e lo svolgimento dello stesso, solo in termini di “difficoltà” e di comportamento dei personaggi secondari nei nostri confronti, ma anche la scelta e l’ordine delle persone con cui parliamo nelle varie scene di osservazione dei dintorni ci conduce a diversi avanzamenti della storia. Evidenziamo però come sia obbligatorio andare necessariamente a selezionare l’elemento ambientale o il personaggio che saprà far scattare la leva giusta ai fini della progressione di gioco, dunque non sarà meramente una conseguenza legata alle nostre scelte. Infine, l’avanzamento nella storia sarà dovuto anche allo spostamento e perlustrazione, sempre in logica di visual novel, in diversi luoghi sulla mappa, dove dovremo puntare il nostro mirino su persone e luoghi alla ricerca di informazioni, ed eventuali scontri, facendo uso talvolta anche dello schermo dello smartphone del protagonista. Ebbene sì, come accade anche in altri titoli, uno per tutti nel capitolo L’eredità Perduta di Uncharted, anche in Digimon Survive abbiamo a che fare con l’uso del telefonino, questa volta però senza presentare alcun marchio e utile per visualizzare, attraverso lo schermo, alcune zone di interesse rappresentate con delle interferenze. Proprio queste servono ad aiutarci a individuare la presenza di nemici o per fare i primi incontri con i mostri digitali osservando da lontano le aree circostanti. Tutto quanto abbiamo descritto però deve sempre essere circostanziato nella cornice di una visual novel, dunque non avremo il controllo diretto dei nostri amici, non potremo attivarci in prima persona se non nelle brevi (e per nulla ardue) battaglie e così via. Siamo di fronte a un titolo dunque che non ci consente l’esplorazione pura dei vari luoghi indicati, ma solo a muoverci sulla mappa selezionando i diversi luoghi da un menu, con i relativi indicatori di quanto troveremo in ciascuna area, così come il combattimento stesso riprende il rigido schema della griglia, sotto la veste degli strategici a turni.

Il ritorno del combattimento a turni e in griglia

Rieccoci dunque a doverci spostare sul classico schema a quadri che abbiamo già trovato in Final Fantasy Tactics, Disgaea o Mario + Rabbits Kingdom Battle e altri RPG di questo calibro. Una meccanica il cui recupero potrebbe far storcere il naso ad alcuni, ma che noi abbiamo comunque saputo apprezzare per il suo gusto amarcord. Anche se, lo ammettiamo, uno stile più fluido sarebbe stato sicuramente più gradito, anche per mettere alla prova tecniche e stili del team di sviluppo e per tastare con mano i progressi fatti concretamente rispetto agli scorsi titoli Digimon. Vediamo brevemente nel merito dunque cosa possiamo fare in fase di battaglia, per quanto gli scontri siano limitati sia come quantità, sia come durata e difficoltà, a nostro parere, per quanto possiamo impostare il livello di quest’ultima all’inizio di ogni scontro. Facendo riferimento a quanto brevemente accennato sopra, ciascuno di questi presenta condizioni di vittoria e di sconfitta non sempre identiche fra loro, un dettaglio che potrebbe portare una ventata di freschezza e di innovazione, ma che di fatto presenta variazioni abbastanza limitate tra loro. Le battaglie in Digimon Survive sono combattute in 2D, in uno stile SRPG più classico, dove, come sempre, si inizia il turno scegliendo su quale quadrato spostarsi, si seleziona la propria azione e poi si conclude orientando il personaggio verso una delle quattro direzioni disponibili. I combattimenti prevedono la selezione anche di attacchi diversi fra loro, per quanto anche in questo caso risultino più efficaci quelli scagliati da dietro o dal fianco, rispetto a quelli frontali. Nulla di nuovo sotto il sole dunque, come anticipato, oltre al fatto che questa meccanica, come detto, rischia di sembrare legnosa e arcaica rispetto alle soluzioni più immediate offerte dal combattimento live e attivo di tante altre recenti uscite. Se questi aspetti rischiano di far insorgere la noia, ricordiamo però che la progressione del personaggio è abbastanza rapida, con i Digimon che spesso aumentano di livello una volta dopo ogni battaglia, così come parlare durante gli scontri può far aumentare le statistiche o persuadere un Digimon dopo alcune risposte corrette. E ne avremo bisogno, visto che spesso i Digimon partner dei nostri amici sono bloccati; se non riusciamo a conquistare un Digimon che desideriamo, si può facilmente ricominciare una battaglia o partecipare a un’altra battaglia. Ulteriore elemento è dettato dai cristalli abilità, che danno ai Digimon attacchi aggiuntivi nel loro set di mosse, ma solo dando loro un massimo di due cristalli alla volta. Se ci fosse un modo per guadagnare più slot di equipaggiamento o combinare i cristalli insieme, avrebbe aggiunto un livello di strategia necessario per le build, ma così non è stato purtroppo.


Una visual novel mista ad anime

Ultimi dettagli di Digimon Survive, ma non meno importanti, sono la possibilità di rigiocare il titolo in modalità New Game Plus, consentendoci in maniera non indifferente di salvare tutti i personaggi prima non disponibili, oltre a sbloccare anche battaglie opzionali per oggetti e sfide extra. Il tutto rimane inquadrato in un contesto dal gusto anime, come brevemente accennato poc’anzi, dove lo stile visivo e di narrazione ricalca da vicino lo stampo nipponico dell’intrattenimento televisivo e cinematografico, un aspetto culturale che si unisce anche alle modalità di avanzamento del gameplay in stile visual novel. Un mix che talvolta presenta delle incoerenze a livello tecnico, in quanto i personaggi sono doppiati durante solo alcuni dialoghi, precisamente in quelli contemplati all’interno delle sequenze narrative, e non in fase di esplorazione delle aree, dove possiamo osservarli muovere le labbra ma senza alcun doppiaggio. Una “sfasatura” e incoerenza che possiamo solo parzialmente giustificare, ma che dal nostro punto di vista ha rappresentato un neo a livello tecnico. Altra osservazione da un punto di vista stilistico: la colonna sonora. Per quanto lo stile sia parecchio gradevole, ci ha lasciato abbastanza sconfortati dover ascoltare sempre gli stessi temi musicali per lungo tempo e per lunghe sequenze (ricordando che i singoli capitoli sono abbastanza lunghi di per sé), così come a livello artistico la realizzazione dei fondali delle ambientazioni è sicuramente curata, fatto salvo per alcuni dettagli visibili da vicino quando esploriamo con attenzione i diversi luoghi. Un titolo che, al netto di alcune pecche, performa davvero bene sul motore della nostra console di casa Sony, senza alcun calo di frame rate o altri “incidenti di percorso” tecnici.

Piattaforme: Xbox One, Xbox Series X/S PlayStation 4, PC, Switch

Sviluppatore: BANDAI NAMCO, Witchcraft

Publisher: BANDAI NAMCO

Sebbene non siamo di fronte al successo di Digimon Story: Cyber ​​Sleuth, Digimon Survive ha dalla sua alcuni aspetti e tecnicismi godibili e che ci hanno convinto in una giusta misura. Si tratta del recupero di un classico di culto, principalmente per i fan di Digimon, dove la storia esplora una reinterpretazione più oscura della serie originale a suo favore. Il sistema di combattimento viene presentato in maniera non troppo avvincente, sia per il ritmo dettato dai turni, sia per il recupero dello schema su griglia, oltre che essere un po’ troppo semplice bene per quanto semplice sia. Anche lo stile artistico e la musica del gioco hanno conquistato il nostro gusto, per quanto i temi musicali siano spesso ripetitivi, come le meccaniche (limitate) di esplorazione. Inoltre non dimentichiamo che molti punti della trama si trascinano più a lungo del necessario e l’interfaccia utente è poco complessa, anzi forse fin troppo semplificata. Un titolo dunque che non ha conquistato a pieni voti i nostri cuori, ma che potrà essere gradito ai fan della saga Digimon.

VOTO: 7.5