Microsoft sarebbe “pronta a combattere in tribunale” se la FTC tenterà di bloccare l’accordo con Activision Blizzard

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Microsoft è pronta a combattere in tribunale per garantire che la sua acquisizione di Activision Blizzard per 69 miliardi di dollari vada in porto, qualora la Federal Trade Commission statunitense tentasse di bloccare l’operazione. Questo secondo un nuovo report di Bloomberg, che cita una persona a conoscenza della questione.

L’affermazione fa seguito alla recente pubblicazione di un report di Politico in cui si affermava che la FTC “probabilmente presenterà un’azione legale antitrust” per bloccare la proposta di acquisizione della casa madre di Call of Duty da parte di Microsoft.

Un’azione legale antitrust significherebbe che Microsoft dovrebbe lottare per portare avanti l’acquisizione di Activision Blizzard nei tribunali statunitensi.

Secondo l’analista antitrust Jennifer Rie, una battaglia giudiziaria sarebbe difficile da vincere per la FTC e Microsoft potrebbe avere la meglio, anche se potrebbe far slittare l’accordo oltre la data di completamento prevista da Microsoft, il 30 giugno 2023.

Ricordiamo inoltre che di recente anche Il CCO di Activision Blizzard, Cheng Meservey, aveva dichiarato che l’azienda “non esiterà a lottare” per assicurarsi che Microsoft abbia successo nell’acquisizione.

Sembra che Microsoft non abbia ancora avuto colloqui con la FTC in merito a potenziali concessioni volte a far approvare l’accordo, come ad esempio l’impegno a rilasciare Call of Duty su altre piattaforme per un certo periodo di tempo.

Fonti Reuters hanno recentemente indicato che Microsoft potrebbe offrire a un’altra autorità di regolamentazione, la Commissione Europea, la garanzia che Call of Duty uscirà su PlayStation per almeno dieci anni, al fine di ottenere l’approvazione dell’accordo.

Mentre l’acquisizione è stata approvata dalle autorità di regolamentazione dell’Arabia Saudita e del Brasile, la CMA, l’autorità di vigilanza del Regno Unito, ha recentemente esteso la sua indagine a una seconda fase.

Anche la Commissione europea ha ufficialmente avviato un’indagine approfondita sull’operazione da 68,7 miliardi di dollari.

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