The Lord of the Rings Gollum Recensione: la Terra di Mezzo vista da una prospettiva inedita

The Lord of The Rings Gollum

Il Signore degli Anelli – in originale The Lord of the Rings – ha segnato intere generazioni di lettori, spettatori e giocatori. L’opera di Tolkien, una delle più importanti al mondo per quanto riguarda il fantasy, non ha certo bisogno della nostra presentazione; vogliamo semplicemente limitarci a ricordare come moltissimi altri media vi abbiano attinto a piene mani. Tra i quali, certo, anche quello videoludico. Ma c’è un “però”: nessuno prima d’ora aveva tentato la via, alquanto ardita, che passa per un personaggio molto, molto specifico: Gollum. Il tanto crudele quanto sventurato essere, il quale compare sia ne Lo Hobbit che nei libri del Signore degli Anelli veri e propri, era sempre rimasto in disparte. E sinceramente, se qualcuno in passato ci avesse avvisati che sarebbe stato il protagonista di un videogioco a lui accuratamente dedicato, ci saremmo messi a ridere sonoramente. Invece è proprio vero che la realtà batte sempre la fantasia. Quella che state per leggere è infatti la recensione di The Lord of the Rings Gollum: speriamo che serva a spiegarvi efficacemente i punti di forza della produzione e i suoi (purtroppo) numerosi difetti. Insomma, per voi questa recensione potrebbe proprio costituire un “tessssoro”.

The Lord of The Rings Gollum

La trama: quel che accadde a Gollum

Gollum compare varie volte nei film e nei libri di Tolkien, sempre relativamente alla Terza Era della Terra di Mezzo; per i più è semplicemente il pericoloso mostriciattolo corrotto dall’Anello del Potere. Nessuno, probabilmente, si è mai chiesto: ma cos’è successo a Gollum dal momento in cui ha perso l’anello per mano di Bilbo fino al suo incontro e successivo viaggio con Frodo? La trama di The Lord of the Rings Gollum copre esattamente questo arco temporale, e vede Gollum alla disperata ricerca del suo prezioso Anello. Fondamentalmente, quindi, l’arco narrativo copre il periodo intercorso tra la fine dello Hobbit (la battaglia della Montagna) e l’avvio della Compagnia dell’Anello. Gollum ha inseguito gli Hobbit sempre più ad Est, senza però ritrovare l’oggetto prezioso. Quando si spinge incautamente fino a Mordor, finisce per ovvi motivi prigioniero (e schiavo) degli Orchi di Sauron. Dovete insomma aspettarvi qualcosa di molto differente rispetto a quanto visto, in anni recenti, in produzioni come La Terra di Mezzo: L’Ombra di Mordor.

La narrazione in sé di The Lord of the Rings Gollum non è l’aspetto peggiore della produzione. In certi momenti, anzi, riesce anche ad interessare, proprio perché garantisce una prospettiva inedita non solo su un personaggio forse troppo spesso bistrattato, ma anche sulle altre creature fantasy ideate da Tolkien. Assistere alla paura provata da Gollum e ai suoi ragionamenti sugli Spettri, per esempio, arricchisce almeno un po’ quanto già sapevamo; i suoi rapporti con gli orchi giustificano l’odio e le battute che ricordiamo dalla prima visione del Signore degli Anelli; e anche i suoi rapporti successivi con gli elfi di Thranduil non sono privi di interesse. Il problema generazione della produzione è che tutto questo non basta, perché coinvolge principalmente un personaggio non solo sfortunato, ma anche “negativo”. Per essere più chiari, è davvero difficile affezionarsi e immedesimarsi in Gollum per più di qualche secondo, e un prodotto interamente basato sul suo “carisma” finisce con il risultare tedioso dopo una manciata di ore. Anche perché le situazioni proposte sono molto spesso assai simili: ora la creatura deve nascondersi e aggirare gruppi di nemici, ora evadere da una prigione, ora trovare un determinato oggetto, e via dicendo.

The Lord of the Rings Gollum

Il gameplay di The Lord of the Rings Gollum

The Lord of the Rings Gollum può essere considerato a tutti gli effetti un’avventura narrativa. Si racconta una storia, con un avvio e una conclusione; le soluzioni adottate nel mezzo rispondono a varie tipologie di gameplay, le quali tutto sommato propongono sempre le stesse attività. Non si tratta di un semplice gioco d’azione, come si potrebbe facilmente immaginare, perché Gollum non combatte: al più è in grado di ordire imboscate contro i nemici se questi ultimi sono girati di spalle (è così possibile soffocare gli orchi ignari). Ma Gollum non è un guerriero, e sono molto di più i casi in cui ci si ritrova a scappare, a nascondersi, a sgusciare tra tunnel e gallerie, e via dicendo. Anche perché i nemici dotati di elmo, per qualche motivo, non possono essere feriti in alcun modo.

La meccanica stealth si alterna, con vari esiti, a quella esplorativa. Fondamentalmente The Lord of the Rings Gollum non fa altro che proporre dei livelli più o meno ampi, in cui bisogna raggiungere un obiettivo specifico (fuggire, raggiungere un determinato punto superando gli ostacoli, nascondersi in modo efficace). Nel fare questo, Gollum sfrutta le sue abilità particolari, che consistono alla fine nel salto e nell’arrampicata; i livelli hanno quindi una grande possibilità di esplorazione verticale. Non si combatte, ma si può essere feriti dalle cadute e o dai colpi di alcune creature: è allora opportuno raccogliere vermi o piante e nutrirvi il protagonista. Le cadute dall’alto si rivelano quasi sempre fatali. I collezionabili, infine, vorrebbero incentivare la rigiocabilità dei vari livelli o comunque l’esplorazione degli stessi, pur senza proporre incentivi di sorta (non si sblocca e non si ottiene nulla di utile dal loro ritrovamento).

The Lord of the Rings Gollum

Un anello non proprio luccicante!

Da quanto illustrato finora, The Lord of the Rings Gollum sembra un’avventura come un’altra, dedicata al mondo della Terra di Mezzo. Le cose, purtroppo, non stanno proprio in questo modo, dato che molti problemi evidenti affliggono la produzione. Questi problemi, almeno nel nostro caso, non possono essere attribuiti a glitch o bug di sorta: noi non ne abbiamo riscontrati affatto nel corso delle ore trascorse in compagnia della creatura. A parte qualche caricamento troppo lungo o un paio di compenetrazioni divertenti, The Lord of the Rings Gollum non è afflitto da grandi problemi e si mostra solido, almeno su PlayStation 5 (noi lo abbiamo recensito infatti sulla console di punta targata Sony; altrove non sappiamo come stiano le cose).

I problemi di The Lord of the Rings Gollum riguardano, invece, soprattutto e purtroppo la sua natura ludica. L’intero impianto, nelle dimensioni, nelle possibilità offerte e fino al level design, ricorda più da vicino un titolo dell’era PlayStation 3 che un multipiattaforma odierno. Ora, è chiaro che se un gioco diverte a questi aspetti neanche si fa troppo caso, ma in Gollum una certa situazione di stanchezza la si avverte fin da subito. L’intero titolo è estremamente guidato: basta eseguire il comando L1 e una linea luminosa ci guida verso l’obiettivo; le fasi stealth sono studiate male, nel senso che o sono estremamente intuitive oppure del tutto insensate nella posizione dei nemici; l’intelligenza artificiale non è sempre adeguata alla situazione; e la struttura stessa dei livelli, i quali sembrano sempre incerti tra l’offrire un puzzle ambientale o una fase di platforming, lascia molto a desiderare.

Nel complesso, la nostra esperienza è stata contraddistinta da un po’ di delusione rispetto alle alte aspettative che avevamo sul gioco, complici anche due soli ambienti degni di nota – Mordor e il reame elfico, come chiarisce apertamente il sito ufficiale – estremamente monotoni e omogenei al loro intero. Non c’è grande varietà di ambienti né di nemici; le soluzioni adottate sono sempre le stesse; e alla lunga anche il senso di appagamento di una lunga fase stealth viene a mancare. A questo dobbiamo purtroppo aggiungere un comparto tecnico davvero datato e dimenticabile, con il colpo d’occhio generale che in alcuni momenti diventa davvero “bruttino”, e non solo perché ci troviamo a Mordor ridotti in schiavitù, ma proprio a livello di dettagli tecnici (sgranature e sbavature varie, ambienti spogli, pareti poco definite, e via dicendo). Insomma, se The Lord of the Rings Gollum doveva rendere l’aspetto e la psicologia di Gollum – brutta e infelice – ci siamo… ma un videogioco che deve convincere i giocatori e vendere le sue copie non può fare affidamento solo sul nome importante (Il Signore degli Anelli). Nel complesso però l’avventura della creatura può considerarsi apprezzabile, soprattutto da parte dei fan dell’universo creato da Tolkien; dall’altra parte però i videogiocatori più “casual” difficilmente impiegheranno il loro denaro (almeno al day-one) per avventurarsi nella Terra di Mezzo vestendo i panni di Gollum!

Piattaforme: PS5, PS4, PC, Xbox One, Xbox Series S/X, Switch

Sviluppatore: Daedalic Entertainment

Publisher: Nacon

The Lord of the Rings Gollum è un titolo tutt’altro che esente da difetti. Il gameplay scarno e ripetitivo, il completamento poco appagante dei livelli, la monotonia di ambienti e nemici rendono l’avventura non proprio memorabile, con la presenza di alcune sequenze più riuscite ma mai in grado di ribaltare favorevolmente la situazione. Il comparto tecnico e grafico, davvero troppo datato, non aiuta neanche con il colpo d’occhio generale – su PlayStation 5 qualsiasi produzione minore è in grado di offrire di meglio – e il sistema basato sulle scelte è del tutto ininfluente ai fini della trama, limitandosi ad offrire per pochi momenti “qualcosa di differente”. Resta un’osservazione: i fan del Signore degli Anelli troveranno comunque qualche elemento interessante, almeno a livello di trama, informazioni e della cosiddetta “lore”. Il problema è che tutti gli altri non avranno grandi motivazioni “videoludiche” per intraprendere questa “sventurata avventura” in compagnia di un altrettanto sventurato personaggio. Ed è un peccato! Secondo la nostra modesta opinione, Gollum avrebbe forse brillato in un’altra tipologia di titolo, nella forma di comprimario e non di protagonista. 

VOTO 6

La formazione del buon Simone, classe '93, avviene pad della prima PlayStation alla mano, a base di draghi viola, gemme e pecorelle fumanti (del resto è un vero abruzzese). Cresce a pane e Dylan Dog, mostrando fin da subito gravi problemi psicologici e mentali. Tra le altre cose ha ancora paura del buio, e probabilmente Stephen King lo approverebbe. Un paio di lauree in letteratura non gli hanno impedito di diventare uno dei massimi esperti del mondo Nintendo; compensa non riuscendo neppure ad accendere una Xbox. È attualmente ai domiciliari per abbandono dei cagnolini di Nintendogs e omocidio degli abitanti di AnimalCrossing.