SYNDUALITY Echo of Ada

Synduality Echo of Ada Recensione: viaggiando nella desolazione

Un mondo post apocalittico, una serie di missioni di ricerca, robottoni e mostri da eliminare. Cosa altro chiedere al nuovo titolo extraction shooter targato Bandai Namco? Synduality Echo of Ada è tutto questo, un mix interessante di tanti elementi differenti provenienti da altrettanti titoli, mescolati insieme per dare vita a un’avventura affascinate in un mondo dagli elementi coinvolgenti. Sembra quasi un sogno ad occhi aperti ma purtroppo non è tutto oro quel che luccica. Diverse sono le ombre che si stagliano sull’avventura e nelle prossime righe proveremo a spiegarvi come mai non ci ha convinto del tutto.

SYNDUALITY Echo of Ada

Synduality Echo of Ada: in missione in superficie

L’anno è il 2222 e la Terra è ormai un luogo ostile e irriconoscibile. Decenni prima una catastrofe ha completamente stravolto la vita per come la conosciamo. Una pioggia tossica nota come Lacrime della Luna Nuova, ha devastato il mondo in superficie. La maggior parte della popolazione è stata sterminata mentre i pochi sopravvissuti sono stati costretti a rifugiarsi nel sottosuolo. Qui l’umanità ha trovato un modo per continuare a vivere sfruttando i preziosi cristalli AO come fonte di energia. Ovviamente sarebbe troppo semplice se questo importante elemento fosse disponibile nelle viscere della terra. Per questo motivo dobbiamo avventurarci in superficie per distruggere pietre e recuperare i materiali, più o meno puri, tra le rovine della civiltà. Un territorio vasto, variegato e altrettanto pericoloso dove muoverci stando attenti alla letale pioggia che torna a cadere sporadicamente. Ma il globo terrestre è anche abitato da una nuova razza, i pericolosi Ender, creature mostruose che ricordano vagamente gli antichi animali e che non esiteranno ad attaccarci non appena ci individueranno. Come se non bastasse, alcuni cercatori come noi hanno deciso di voltare le spalle alla popolazione del sottosuolo e ora sono disposti a tutto pur di accaparrarsi quanto più AO possibile, per poi rivederlo al mercato nero. Anche ad uccidere.

In Synduality Echo of Ada vestiamo i panni di un Drifter, un esploratore solitario incaricato di recuperare i preziosi cristalli. Per poter affrontare i tanti pericoli della superficie, ogni Drifter ha a disposizione una Cradle Coffin, un robusto mech da battaglia. Attraverso l’utilizzo di ascensori, raggiungiamo la superficie pronti ad affrontare territori devastati e i diversi pericoli che si parano lungo il nostro cammino. L’obiettivo è individuare e raccogliere cristalli AO ma anche materiali utili per la ricostruzione. Durante questo viaggio di ricerca possiamo fare affidamento sul supporto costante del nostro Magus, un’intelligenza artificiale che ci guida e ci assiste in combattimento. Ogni missione è una corsa contro il tempo: le Cradle Coffins hanno una resistenza limitata e le continue precipitazioni erodono i nostri scudi, rendendo ogni spedizione in bilico tra rischio e ricompensa. Se infatti il nostro mezzo dovesse venire distrutto, perderemmo tutto il nostro carico oltre che l’attrezzatura di partenza. Per sopravvivere, dobbiamo sfruttare al massimo le capacità del nostro mech, collaborare con il Magus e trovare rapidamente un ascensore per tornare al sicuro nel sottosuolo. Solo i Drifter più abili riusciranno a emergere vittoriosi da questo mondo brutale e inospitale.

SYNDUALITY Echo of Ada

Un extraction-shooter con qualcosa da rivedere

Synduality Echo of Ada ha sicuramente dei presupposti molto affascinanti, come avevamo già notato nella nostra anteprima. La storia di partenza offre un palcoscenico su cui Bandai Namco avrebbe potuto costruire una narrazione molto avvincente e coinvolgente. In realtà non ci sono durante il gioco grandi sviluppi narrativi e veniamo chiamati a compiere solo una serie infinita di ricerche in superficie. Unica eccezione è la story line di Alba e del suo Magus Ada che, seppur interessante, non riesce a sollevare degnamente il gioco. Gli amanti dell’azione e dell’avventura potrebbero quindi puntare tutto sul gameplay. Purtroppo anche in questo caso si rimane rapidamente delusi. Il Magus che ci accompagna non aggiunge nulla alle dinamiche di gioco, configurandosi come un semplice alert di pericoli imminenti, l’arrivo della pioggia o l’individuazione di nemici a distanza. Utile la funzione di ricerca di cristalli AO che compaiono poi sulla minimappa ma non è di nessuna utilità per la ricerca di materiali, utili a volte per completare le missioni. Uno dei principali problemi del gioco è comunque la scarsa manovrabilità della Cradle Coffin. Il movimento è limitato, con la possibilità di eseguire scatti solo in avanti, penalizzando il dinamismo degli scontri. Uno scatto che può essere eseguito solo fino a quando non si raggiunge il punto di surriscaldamento. Se a questo si aggiunge la presenza di un timer che scandisce il tempo a nostra disposizione per la nostra “Sortie”, ogni spedizione diviene così poco coinvolgente. Gran parte del tempo si passa semplicemente a camminare verso l’uscita.

Anche il comparto armamenti non è del tutto soddisfacente. Le armi a disposizione, a munizioni o a energia, hanno una bella idea di fondo e sono divertenti da usare, oltre ad essere molto variegate. Il problema principale è contro chi le usiamo. Gli Ender e le altre Cradle nemiche non sono degli avversari così stimolanti, rendendo gli scontri poco soddisfacenti. Nei duelli tra mech avversari la situazione migliora, alzando leggermente il divertimento. Gli Ender invece si limitano a popolare la mappa, come a spezzare la monotonia del viaggio. Una volta sconfitti, scompaiono e rilasciano materiali a terra, senza rappresentare una vera minaccia. Tutto questo ci porta ad essere abbastanza delusi. Dopotutto l’ambientazione ha davvero una gran potenziale. Il mondo in cui veniamo spediti è vasto e visivamente intrigante, con scorci che suggeriscono un’ambientazione affascinante. Tuttavia non ci viene mai data una vera motivazione per esplorarla al meglio. Servirebbero degli obiettivi che costringano il giocatore a uscire dal tragitto prestabilito verso l’ascensore, rendendo le missioni più variegate e stimolanti.

SYNDUALITY Echo of Ada

Accanto a tutto questo, in Synduality Echo of Ada abbiamo anche una base operativa che riveste diverse funzioni. È un garage in cui poter assemblare e modificare la nostra Cradle Coffin in davvero tanti modi differenti, altro aspetto ben sviluppato nel gioco. Le diverse parti sono creabili all’interno del laboratorio, totalmente da ristrutturare con i materiali raccolti, oppure acquistabili nel negozio. Lo shop è altro un elemento molto divisivo. Se infatti possiamo ampliare la nostra dotazione da combattimento, la maggior parte dello spazio è dedicato alla personalizzazione del Magus, quasi fosse un animaletto digitale da far crescere e curare. In conclusione, la formula da extraction shooter ideata da Bandai Namco, funziona ma è priva di carattere. Il titolo, nel complesso, fatica a coinvolgere totalmente e diventa presto ripetitivo e privo di vere emozioni. Il mondo di gioco ha indubbiamente del potenziale, ma è povero di elementi che lo rendano interessante, vivo e mutabile in qualche modo. L’esperienza di gioco in Synduality Echo of Ada non è certamente da cancellare del tutto ma paradossalmente quasi un’esperienza rilassante. Per essere un gioco d’azione, sarebbe stato bello avere qualcosa di maggiormente appagante.

PIATTAFORME: Playstation 5, Xbox Series X|S, PC

SVILUPPATORE: Game Studio

PUBLISHER: BANDAI NAMCO Entertainment America Inc.

Synduality Echo of Ada è il titolo extraction-shooter lanciato da Bandai Namco. Il gioco si presenta immediatamente come un mix di tanti elementi diversi ispirati ad altrettante avventure, in maniera anche abbastanza coesa. La storia è una degli aspetti più affascinanti, con la civiltà distrutta da una pioggia tossica e ciò che rimane dell’umanità costretta a rifugiarsi nel sottosuolo. Il nostro compito è quello di salire in superficie a bordo di un mech corazzato, la Cradle Coffin, per recuperare i cristalli AO, fonte di energia. Al nostro fianco abbiamo l’AI Magus, una guida e un sistema di rilevamento dalle fattezze umane. Dobbiamo però scontrarci contro le creature mutanti Ender, poco stimolanti, e Crandle fuorilegge. Per il resto, il gioco si configura come ripetitive missioni di esplorazione, cercando di recuperare specifici oggetti, evitando la tossica pioggia e raggiungendo l’ascensore che ci porta nuovamente nella nostra base, tutta da ricostruire. Un vero peccato, considerando che il mondo in superficie è affascinante ma fondamentalmente poco popolato. Nulla ci spinge ad esplorarlo, rendendolo di fatto solamente una bellissima scenografia. Nonostante Synduality Echo of Ada abbia degli elementi interessanti, fra tutti la possibilità di personalizzare il nostro mech, ci saremmo aspettati un’esperienza molto più coinvolgente.

Andrea Mondati nasce con il gettone per la sala giochi in mano e si massacra le dita distruggendo macchine su Street Fighter. Pur di giocare a Super Mario, prende la scossa armeggiando con un trasformatore rotto. Nella vita di tutti i giorni fa il Videomaker e il Web Editor ed è innamorato delle storie, di tutte le tipologie e forme. Cinema, videogiochi, fumetti e libri sono colonne portanti della sua vita che condivide con coloro che hanno piacere di ascoltare e, naturalmente, raccontare.