L’imprevedibilità è un tratto distintivo dell’esistenza umana, un elemento che plasma le nostre scelte quotidiane, spesso in modo inconsapevole. Nel settore dei videogiochi, il rischio è un fattore ancora più incisivo, capace di determinare il destino di un prodotto. Capcom, con Monster Hunter Wilds, si trova di fronte a una decisione cruciale: innovare e sperimentare, oppure affidarsi a formule collaudate? Nata come Cenerentola nel catalogo PS2 di una casa di sviluppo rinomata per Resident Evil, Street Fighter e Devil May Cry, la serie Monster Hunter ha saputo conquistare un pubblico di nicchia, per poi conoscere una crescita esponenziale grazie alle versioni portatili per PlayStation e Nintendo. Negli ultimi anni, l’apertura a un vasto pubblico ha sancito il successo di questa saga action, da sempre contraddistinta da un approccio “gameplay first” che ha attratto milioni di giocatori. Con Wilds, Capcom ha optato per una strategia audace, affiancando al gameplay elementi inediti e sperimentando nuove meccaniche di gioco. Una scelta coraggiosa, un vero e proprio salto nel buio, che potrebbe proiettare la serie verso nuovi orizzonti o, al contrario, rivelarsi un’operazione troppo azzardata. Come si sarà sviluppata questa rivoluzionaria avventura? Scopriamolo nella nostra recensione dettagliata, dove analizzeremo a fondo tutte le innovazioni, i rischi e le potenzialità di Monster Hunter Wilds.
Monster Hunter Wilds: la storia (in)compiuta
Affermare che la serie Monster Hunter, nei suoi vent’anni di onorata carriera, non si sia distinta per una narrazione particolarmente elaborata non è certo un’eresia. Anzi, per lungo tempo, l’attenzione si è concentrata principalmente sull’azione di gioco, relegando la trama a un ruolo secondario. Soprattutto durante la sua quarta generazione su console Nintendo, il franchise si rivolgeva a un pubblico che privilegiava l’immediatezza della campagna single player, considerandola un semplice preludio alle centinaia di ore da dedicare al multiplayer. L’importanza e l’impatto sull’ecosistema di creature come il Cruor Diablos o il Fatalis erano elementi secondari, se non del tutto trascurati. I fan più appassionati potevano trovare approfondimenti sulla lore del gioco in artbook e guide ufficiali, ma queste informazioni raramente si traducevano in elementi narrativi di rilievo all’interno dei titoli. Tuttavia, con Monster Hunter World, Capcom ha iniziato a mostrare maggiore interesse verso la componente narrativa, cercando di valorizzare il ruolo dei mostri all’interno della storia. Pur rimanendo un aspetto secondario rispetto all’esperienza di gioco complessiva, questo cambiamento ha segnato un’evoluzione significativa per la serie. Inoltre, Capcom ha progressivamente ampliato il proprio pubblico, adottando una comunicazione più aperta e iniziando a raccontare il proprio mondo sotto una nuova luce. Un processo che ha portato Monster Hunter a diventare un fenomeno globale, apprezzato non solo per il suo gameplay, ma anche per la sua lore sempre più ricca e interessante.
Con Monster Hunter Wilds, Capcom sembra aver intrapreso una nuova direzione, ponendo per la prima volta una forte enfasi sulla componente narrativa, al punto da lasciar plasmare a quest’ultima il ritmo e l’impostazione del gameplay durante le fasi iniziali del gioco. Una scelta che potrebbe suscitare qualche timore nei puristi della serie, ma che si rivela sorprendentemente efficace, rappresentando un ottimo punto di partenza per bilanciare storia e gameplay. Come anticipato nelle nostre anteprime, la trama di Monster Hunter Wilds si apre con una premessa piuttosto semplice: la Gilda dei Cacciatori organizza una spedizione di ricerca nelle Terre Proibite in seguito alla comparsa di Nata, un misterioso bambino fuggito dalla distruzione del suo villaggio, perpetrata da una creatura leggendaria conosciuta come “Lo Spettro Bianco”. Senza svelare troppo della trama, possiamo affermare che l’incipit di Monster Hunter Wilds ci condurrà alla scoperta di un mondo affascinante, ricco di culture diverse e di insidie, con un’attenzione particolare nel raccontare le storie dei villaggi che lo popolano. Ogni capitolo è strutturato per valorizzare le battute di caccia, offrendo uno sguardo inedito sul lato oscuro e realistico della vita dei cacciatori. Un approccio coinvolgente che rappresenta un’ottima introduzione per i nuovi giocatori, ma che non sacrifica i momenti di umorismo e le situazioni paradossali che da sempre caratterizzano la serie. Da giocatore non veterano, ma con un’esperienza ragguardevole tra Generations Ultimate, World/Iceborne e Rise/Sunbreak, posso confermare che Monster Hunter Wilds è riuscito a coinvolgermi sin dalle prime missioni, quelle che in passato consideravo un mero preludio alle sfide più impegnative e al multiplayer. Un risultato che merita di essere riconosciuto e apprezzato.
Il cuore della natura selvaggia
Prima di addentrarci nell’analisi delle nuove implementazioni al sistema di gioco, è essenziale concentrarsi sulla rivoluzione che Monster Hunter Wilds introduce nel suo universo di gioco. Pur mantenendo l’impostazione Open-Map già collaudata nel precedente capitolo, il titolo eleva ulteriormente l’esperienza, offrendo un mondo aperto, sconfinato e strettamente connesso. I differenti biomi delle Terre Proibite sono stati meticolosamente progettati per fornire a ciascun mostro l’ambiente ideale, con arene e habitat che ne valorizzano le peculiarità e le capacità uniche. Creature come il Balahara o il Rey Dau rappresentano sfide ardue, soprattutto se affrontate nei loro “territori”, dove possono esprimere appieno il loro potenziale. Tuttavia, anche i cacciatori possono contare su nuove risorse per contrastare queste formidabili creature. Il rampino-fionda si rivela uno strumento polivalente, capace di attivare trappole ambientali, come massi ciclopici, grovigli di viti o elementi specifici dello scenario, garantendo ai giocatori inedite opportunità di attacco. L’introduzione di queste meccaniche di gioco conferisce un ulteriore livello di profondità e strategia all’esperienza di Wilds. Elementi che in passato erano stati solamente accennati vengono ora integrati in modo armonioso nel mondo di gioco, offrendo ai giocatori un’esperienza di caccia più dinamica e coinvolgente.
Ma in che modo possiamo affrontare le vaste mappe di Wilds? La risposta è il Seikret, un’evoluzione dei Palamute di Monster Hunter Rise che, pur rinunciando alla capacità di combattimento, mantengono la loro funzione di mezzo di trasporto rapido e affidabile. Con una semplice pressione del tasto direzionale, questa piccola viverna al servizio dell’uomo raggiungerà in pochi istanti (o minuti, in caso di distanze significative) il punto di interesse segnalato sulla mappa, che si tratti di mostri, risorse, fauna endemica o accampamenti usa e getta. Questi ultimi rappresentano una modernizzazione del sistema di sblocco degli accampamenti extra, con la possibilità di essere scoperti e distrutti dai mostri che popolano la zona. Un elemento che aggiunge un ulteriore livello di sfida e realismo all’esplorazione. Per le riparazioni, invece, i giocatori possono fare affidamento sugli oramai onnipresenti Punti Ricerca, anche se tale ricchezza di possibilità ambientali viene controbilanciata dalla mancanza di alcune comodità che hanno caratterizzato la serie in passato. A causa delle dimensioni ridotte del corpo di ricerca impiegato dalla Gilda in queste terre, i giocatori dovranno provvedere autonomamente alla preparazione dei pasti, ottenendo ingredienti e spezie attraverso l’esplorazione o il completamento di sub-quest secondarie, composte da simpatiche storie e interazioni con i personaggi secondari e terziari che vanno ad arricchire l’esperienza di gioco in single player e accompagnano il giocatore passo dopo passo alla scoperta delle fondamenta di Monster Hunter e delle sue meccaniche, dalle più semplici alle più avanzate.
Monster Hunter Wilds: reinventare la tradizione
Dopo aver analizzato le premesse narrative, la nuova struttura del mondo di gioco e la campagna introduttiva, è giunto il momento di rispondere a una domanda fondamentale: com’è Monster Hunter Wilds pad alla mano? È ancora il “solito” Monster Hunter? La risposta immediata è affermativa, ma un’analisi più approfondita rivela una serie di minuzie apportate da Capcom che rendono questo nuovo capitolo un ulteriore miglioramento rispetto ai precedenti. Il titolo riesce a mantenere intatta la formula di gameplay che ha appassionato milioni di giocatori, pur introducendo elementi innovativi che lo rendono interessante anche per i nuovi arrivati. A livello di velocità di gioco, Monster Hunter Wilds si pone a metà strada tra l’approccio più ragionato e a tratti rilassato dei primi mesi di Monster Hunter World e quello prettamente arcade di Rise, basato su azioni frenetiche e continue. La nuova Modalità Precisione consente al cacciatore di effettuare una sorta di auto-tracking durante le animazioni di attacco, permettendo alle armi più pesanti, come il Martello o lo Spadone, di non perdere mai il focus sul mostro e di andare a segno con ogni colpo. Questa meccanica risulta particolarmente efficace con le armi più pesanti, che beneficiano di un miglioramento significativo rispetto ad altre, come le doppie lame o archi e bowgun, che già in passato non necessitavano di particolare precisione. Ad ogni modo, è con il Colpo Preciso che il gameplay raggiunge ritmi elevati. Infliggendo danni sufficienti a parti specifiche delle creature, queste inizieranno a brillare, segnalando al giocatore la possibilità di eseguire una mossa speciale ad alta priorità. Il Colpo Preciso non solo infligge danni ingenti, ma interrompe il momentum del mostro, aprendo nuove opportunità di attacco per il giocatore. A ciò si aggiunge la possibilità di effettuare parry speciali colpendo zone illuminate non necessariamente ferite, ma legate ad attacchi particolarmente potenti. Di conseguenza, i movimenti dei mostri e i loro moveset risultano più aggressivi e frequenti, soprattutto quando la loro salute inizia a diminuire, dando vita a cacce che, nel loro culmine, si trasformano in vere e proprie lotte di logoramento per la sopravvivenza.
L’introduzione di nuove meccaniche in Monster Hunter Wilds potrebbe rappresentare un cambiamento significativo nel gameplay loop della serie, da sempre caratterizzato da sfide impegnative e dalla necessità di apprendere a fondo i pattern dei mostri. Alcuni giocatori potrebbero temere che questa semplificazione, con un sistema di “punta e clicca”, possa ridurre il grado di sfida. Tuttavia, è importante sottolineare che questa preoccupazione rientra spesso nella “dipendenza da Monster Hunter“, ovvero la convinzione che nessun altro titolo della serie sarà mai difficile quanto il primo. Almeno fino a quando non si raggiungono i contenuti dell’Endgame, dei quali preferiamo non svelare dettagli per evitare spoiler. Unico dubbio concreto riguarda lo sviluppo del meta-gioco, in particolare la gestione delle build miste e l’utilizzo di set di decorazioni e abilità applicabili sia alle armature che alle armi. Sebbene questa novità abbia migliorato la situazione di molte armi che necessitavano di diversi slot decorazioni per essere efficienti, allo stesso tempo ha un po’ annullato la necessità di avere due set di armi, al di là del puro “flex” o della volontà di evitare l’animazione di affilatura, che dura appena 5 secondi. Discorso simile per il sistema di routine ambientale, caratterizzato da tempeste, diluvi e tempeste vulcaniche, che al momento non rappresenta una rivoluzione significativa. Su questo aspetto, non resta che attendere e scoprire cosa Capcom riuscirà a introdurre con il supporto post-lancio. Nel complesso, l’approccio di Monster Hunter Wilds rimane divertente, appagante e variegato, grazie alla vasta gamma di strumenti a disposizione dei cacciatori. Tra nuove implementazioni degli strumenti di caccia tradizionali, come bombe e munizioni per il rampino-fionda (adattati per gestire grandi quantità di mostri), e l’utilizzo dei Cacciatori di Supporto, alleati in grado di posizionare trappole o marchingegni unici, il giocatore si trova di fronte a un vero e proprio parco giochi dedicato alla caccia. In Monster Hunter Wilds, i giocatori sono più liberi che mai di scegliere come affrontare le creature che popolano le Terre Proibite, abbracciando la modernità o rimanendo ancorati al conservatorismo più spinto.
L’amaro prezzo della modernità
Per comprendere appieno il comparto tecnico di Monster Hunter Wilds, è necessario partire da una premessa importante. Con l’arrivo di Monster Hunter World, abbiamo assistito a un notevole salto di qualità grafica, che ha segnato un distacco dallo stile artistico colorato e vivace tipico dell’era PSP-Nintendo, abbracciando un’estetica più realistica e di forte impatto. Di conseguenza, per questo nuovo capitolo non mi sarei aspettato un’ulteriore evoluzione da questo punto di vista. Eppure, sotto alcuni aspetti, le mie aspettative sono state in parte disattese. Intendiamoci, non si tratta di nulla che possa intaccare il mio entusiasmo per le innumerevoli ore di gioco che mi attendono. Tuttavia, almeno su PS5 base, la mia esperienza è stata caratterizzata da un processo di ottimizzazione che ha comportato sacrifici significativi sul fronte visivo. Entrando nel dettaglio, il menu delle impostazioni principali di Monster Hunter Wilds offre tre diverse modalità grafiche: la Modalità Bilanciata, che rappresenta un compromesso tra fluidità visiva e risoluzione grafica, ma che purtroppo soffre di un frame rate instabile; la Modalità Prestazioni, che riduce drasticamente i dettagli grafici per garantire una fluidità generale che, almeno inizialmente, raggiunge i 60 frame al secondo (o 40 nel caso di monitor a 120Hz). Tuttavia, anche questa modalità mostra i suoi limiti quando entrano in gioco fattori aggiuntivi, come la presenza di altri giocatori o cacciatori di supporto controllati dalla CPU, e soprattutto durante le battute di caccia più complesse o ambientate in biomi e condizioni atmosferiche particolari. Mostri come il Rey Dau, il Jin Dahaad o anche la semplice esplorazione dei villaggi più popolati e caratterizzati da elementi particellari sullo sfondo mettono a dura prova l’hardware della PS5 base.
La Modalità Risoluzione di Monster Hunter Wilds eleva il dettaglio grafico a un livello paragonabile a un preset PC “medio”, garantendo un frame rate stabile a 30 fotogrammi al secondo. Tuttavia, tutte e tre le impostazioni grafiche mostrano texture che, nei primi piani o nelle lobby online affollate, raggiungono livelli di sfocatura preoccupanti. Fortunatamente, l’atmosfera creata da Capcom in tutti gli altri aspetti del gioco riesce a compensare queste lacune tecniche. La direzione artistica di Monster Hunter Wilds è tutt’altro che banale, proponendo scorci visivi suggestivi e inquadrature evocative in ogni bioma, immergendoci in un ecosistema più vivo che mai. Le coreografie delle cut-scene della campagna single player sono ben realizzate e fanno da preludio a una colonna sonora di alto livello, che raggiunge toni epici e coinvolgenti nelle fasi finali del gioco. Nonostante l’inciampo tecnico, Monster Hunter Wilds vanta una direzione artistica di pregio, capace di valorizzare ogni elemento del gioco. Menzione d’onore per la possibilità di utilizzare un set di controlli tramite mouse e tastiera, una caratteristica inusuale per la piattaforma che eleva la personalizzazione a un livello di accessibilità interessante. Questa opzione, unita alle impostazioni cromatiche e ai filtri anti-fobici, rende l’esperienza di gioco più inclusiva e accessibile a un pubblico più ampio, anche in ottica di esperienza cross-platform.
Piattaforme: PC, PlayStation 5, Xbox Series X|S
Sviluppatore: Capcom
Publisher: Capcom
Data di uscita: 28 febbraio 2025
Possiamo affermare con certezza che Monster Hunter Wilds è un altro centro perfetto nella storia del franchise Capcom? La risposta è un sonoro sì! Nonostante qualche incertezza dal punto di vista tecnico, almeno su PS5 base, la nuova produzione del team di Ryozo Tsujimoto si allinea perfettamente con la qualità offerta dai capitoli principali di Monster Hunter, senza rinunciare alla sperimentazione di nuove idee, peraltro riuscite. In primis, la narrazione, che finalmente approfondisce il legame tra l’uomo e la fauna di questo mondo affascinante con un livello di maturità e coinvolgimento inedito per la serie. Non stiamo parlando di un’opera narrativa rivoluzionaria, ma considerando il passato più recente, il passo avanti è netto e apprezzabile. Dal punto di vista del gameplay, invece, che altro aggiungere se non che stiamo pur sempre parlando di Monster Hunter? Al di là di qualche dubbio sul bilanciamento o sul senso di alcune nuove meccaniche in questi primi giorni post-lancio (in attesa di scoprire quali altri mostri arriveranno con i vari aggiornamenti), ci troviamo di fronte a una base solida su cui costruire i prossimi anni del franchise.
