Guerra: che cosa ne pensano davvero gli iracheni
Circa la metà dei cittadini intervistati nell'unico sondaggio finora realizzato in Iraq crede che l'invasione sia stata giusta. E che le truppe della coalizione debbano rimanere fino a che non si sono ripristinate le condizioni minime di sicurezza. Ma i malumori sono ancora forti: contro gli "occupanti" e contro alcuni leader, come Chalabi, imposti dagli americani
Circa la metà degli iracheni (il 49%) pensa che l'invasione dell'Iraq da parte della coalizione sia stata giusta mentre il 39% la ritiene sbagliata. Il 41,8 % ritiene che l'invasione ha liberato l'Iraq, il 41,2 % che ha umiliato il paese. Sono alcuni dei risultati più significativi della prima inchiesta mai realizzata in Iraq, dopo la guerra, su un campione rappresentativo della popolazione. Commissionata dalla BBC e pubblicata oggi dall'agenzia AsiaNews, del Pontificio Istituto Missioni Estere, e' stata effettuata nel febbraio 2004 dall'Oxford Research International su 2652 adulti iracheni da 16 aree del paese.
PROBLEMA SICUREZZA
Secondo il 71% degli intervistati, "le prospettive per il futuro sono buone e cattive solo per il 6,6%".
Alla domanda "Qual e' il problema piu' grosso che sta affrontando oggi?", le risposte più consistenti sono la mancanza di sicurezza-stabilità (22,1%) e di lavoro (11,8%); seguono l'aumento dei prezzi (9,5%), la mancanza di elettricita' (4,2), di case (4,1%) e di servizi (acqua, strade. 3,7%). I problemi che stanno nelle prime pagine dei giornali, come gli attacchi terroristi, preoccupano solo l'1,8%; gli scontri etnico-religiosi preoccupano lo 0,2%.
L'IRAQ AGLI IRACHENI
La maggior parte degli iracheni pensa che un governo iracheno debba prendersi cura della sicurezza, della ripresa economica, delle forniture di petrolio, dell'educazione, della ricostruzione delle infrastrutture; che la gente abbia un livello di vita dignitoso. Nello stesso tempo, alla domanda "Quale paese dovrebbe giocare un ruolo nella ricostruzione", si citano anzitutto il Giappone (35,9%), gli Stati Uniti (35,7% ), e la Francia ( 21,6%), di poco superiore alla Gran Bretagna (21,5%).
RUOLO DEI RELIGIOSI
A onore dello spirito laico della popolazione irachena si attribuisce alle personalita' religiose il compito di garantire che gli ideali religiosi nella societa' (il 26%), e solo il 18% dice che e' compito del governo.
I capi religiosi pero' sono quelli di cui la gente si fida di piu' (il 42,4%); quelli di cui si fida di meno sono le forze di occupazione americane e inglesi (il 42,8%). Ma solo il 17% considera "accettabile" la violenza verso le forze di coalizione; il 78% lo definisce "non accettabile". La quasitotalita' (il 96,6%) considera inaccettabili le violenze controla polizia irachena.
FIDUCIA NEI LEADER IRACHENI E DEMOCRAZIA
Sulla fiducia data ai leader politici iracheni vi e' ungrosso problema per gli Stati Uniti: il leader piu' coccolatodalla coalizione, Ahmed Chalabi e' quello piu' sfiduciatodall'inchiesta. Saddam Hussein rimane fra i primi 6 leader stimati, sebbene con una piccola percentuale (3,3%). In verita', dalle scarse preferenze raccolte da diverse personalita', si vede come la popolazione irachena stia cercando un leader significativo e forte: il 46,6% consideraquesta la priorita' assoluta per i prossimi 12 mesi. La seconda necessita' e' la democrazia (28%). A questoproposito, la maggioranza preferisce uno stato unico (79%), unsistema democratico (48,5%), con politici democratici (55,3%);solo il 20,5% vuole uno stato islamico e il 13,5% vuolereligiosi in politica.
TRUPPE DI OCCUPAZIONE
Dall'altra parte pero', stando al sondaggio, per il 60% degli iracheni la fiducia nelle stesse truppe di occupazione e' decisamente scarsa. Ma solo il 15,1% vuole che vadano via subito; mentre il 35,8% vuole che restino finche'non vi e' un governo irakeno; il 18,3 finche' non vi e'sicurezza.
Il 17% ritiene che siano giustificati gli attentati della guerriglia contro le truppe americane e inglesi, un altro 14% estende la "legittimati" degli attacchi all'intera amministrazione provvisoria e un ulteriore 4% di iracheni crede che siano giusti anche gli attentati sferrati contro l'O.N.U.. Infine, se un 41% si e' sentito "liberato" dalla guerra guidata dagli americani, una percentuale uguale si sente invece "umiliata".
SITUAZIONE MIGLIORATA
Secondo il sondaggio, rispetto alla primavera del 2003 la maggior parte degli iracheni sostiene che la situazione e' "migliorata" o "molto migliorata" e solo il 15% crede che ci sia stato un netto peggioramento. Più' del 60% degli intervistati crede inoltre che l'invasione dell'Iraq da parte delle truppe Usa e della Gran Bretagna sia stata giusta e ritiene che le truppe anglo-americane debbano restare nel paese fino a che sia ristabilita la sicurezza mentre solo il 15% pensa che dovrebbero ritirarsi adesso.
http://www.panorama.it/mondo/capital...-A020001023597
![]()