N.b. questo scritto e' di Cambo i.j., non mio,ma merita l'eccezione.
Venti anni e li dimostra tutti. Saranno i baffi. L'idraulico italiano che, dall'inizio degli anni '80, ha fatto la fortuna di Nintendo, diventando protagonista (o comparsa) di una serie praticamente infinita di videogiochi, festeggia oggi i suoi venti anni di carriera ad alto livello. Il 13 settembre del 1985, Nintendo pubblicava in Giappone, sulla sua prima console a cartucce, il Famicom (Family Computer, conosciuto in Italia come NES), lo storico Super Mario Bros., primo episodio di una saga di platform che, ancora oggi, vanta alcuni dei migliori titoli della storia del videogioco.
L'avventura dell'idraulico baffuto, figlio di tutti gli stereotipi giapponesi sull'italiano medio, e che prese il nome da un italiano vero (un dipendente di Nintendo negli anni '80), era iniziata ancora prima del Super Mario Bros. originale. Nello specifico nel 1981, quando Shigeru Miyamoto, padre creativo dell'aggiustatubi e di numerosi altri personaggi Nintendo, aveva trovato in Mario il protagonista del suo Donkey Kong, successo planetario da sala giochi pubblicato negli anni a venire su praticamente qualsiasi computer o console esistente. Un esordio a cui era seguito due anni dopo Mario Brothers, platform a schermata fissa a base di tubi e tartarughe da rovesciare, e infine il Super Mario Bros. che oggi celebra 20 anni, e che recentemente il sito americano IGN ha votato come miglior videogioco della storia.
Per festeggiare la ricorrenza, Nintendo ha allestito un sito dedicato con tutte le informazioni sulle prossime uscite «celebrative» e una ricca quantità di contenuti da scaricare, per tutti gli adepti del culto mariesco. I prossimi mesi, oltre alla già disponibile riedizione del primo Super Mario Bros. su Game Boy Advance, vedranno l'uscita in Europa di vecchi e nuovi titoli dell'epopea dell'idraulico, tra cui Mario Superstar Baseball, Mario Smash Football e New Super Mario Bros., quest'ultimo un ritorno alle origini della saga. Un platform a due dimensioni come Nintendo non aveva più prodotto dopo Yoshi Island (Super Famicom, 1995), al quale era seguito il primo episodio tridimensionale della serie, quel Super Mario 64 (Nintendo 64, 1996) che a suo tempo aveva rivoluzionato il mondo del videogioco.
La storia di Mario è la storia di un personaggio nato quasi per caso, il cui look, più che da una scelta creativa, fu determinato dalle limitazioni tecnologiche dell'epoca. Negli anni delle risoluzioni ridotte, ricreare un personaggio in pochi pixel significava infatti venire necessariamente a compromessi. E Mario prese così la forma di un omino sovrappeso con tuta da idraulico, perché monocromaticamente più semplice da disegnare, e dal lungo naso, perché per definire un volto in uno spazio così ristretto non c'erano modi più efficaci. Un personaggio entrato di prepotenza nell'immaginario collettivo, più famoso di Mickey Mouse negli Stati Uniti degli anni '90, e protagonista non solo di videogiochi, come si addice ad un'icona commercialmente redditizia, ma di libri, fumetti, cartoni animati, spettacoli televisivi e centinaia di prodotti di merchandise. Ma soprattutto in grado di vantare, anche in tempi come questi, dominati da protagonisti del videogioco ostentatamente «cool», una folta schiera di seguaci. Solo qualche giorno fa, l'ultimo omaggio all'idraulico direttamente dalla Rete: una versione del primo Super Mario Bros. interamente realizzata in Javascript e Active X. Per celebrare il capostipite nel modo migliore. Tornando a giocarlo.
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