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James Surowieki, editorialista economico del New Yorker, ha scritto un libro dal titolo The Wisdom of Crowds
(La saggezza delle folle, non ancora tradotto in italiano) per sostenere l'esistenza di una cosa che possiamo indicare come l'intelligenza inconsapevole degli insiemi di persone. A sostegno di questa impresa ricorre a una enorme e convincente quantità di esempi e di statistiche.
"In determinate circostanze - scirve l'autore - le collettività sono notevolmente intelligenti e spesso sono più intelligenti degli individui più intelligenti al loro interno".
L'esempio più citato è quello del quiz Chi vuol esser milionario. Il pubblico in studio, interpellato nella sua collegialità, ha fornito al concorrente la risposta esatta nove volte su dieci, mentre gli "esperti", coinvolti singolarmente, ci riescono soltanto nel 65 per cento dei casi. Effetti simili si osservano nel mondo degli affari, in politica, nella scienza e nell'economia. Ma solo a determinate condizioni: quando gli individui sono indipendenti da condizionamenti esterni, quando sono diversi per esperienze accumulate ed istruzone e quando sono liberi di esprimersi. Il libro di Surowieki è stato giudicato dall'Economist uno dei dieci migliori saggi di economia dell'anno scorso.
Il libro "The wisdom of Crowds" di James Surowiecki in U.s.a. è ai primi posti delle classifiche. Se avete dato una lettura al testo qui sopra riportato, la tesi dell'autore è che spesso le folle sono più sagge dei saggi.
Siete daccordo?
Si può parlare di "Saggezza delle folle"?
In quali casi?
Io sono un pò scettico a riguardo, ma magari qualcuno mi può far cambiare idea.