Repubblica
Pechino smentisce: niente virus nei maiali
Sarebbe un significativo salto di specie, perché potrebbe favorire il passaggio all'influenza umana
Pechino, 12 novembre 2005 - Le autorità cinesi hanno smentito di aver individuato il virus H5N1 dell'influenza aviaria in maiali, una notizia che, se confermata, dimostrerebbe che il virus ha compiuto un passo intermedio verso la variante genetica che potrebbe scatenare una pandemia tra gli esseri umani.
«Le notizie apparse su alcuni giornali secondo cui il virus è stato trovato in maiali sono infondate e non corroborate da prove scientifiche», ha detto Qiu Bogen, responsabile dell'ufficio veterinario della provincia dell'Hunan.
Il funzionario ha dichiarato al 'China Daily' che sono stati analizzati campioni di sangue prelevati da maiali, anatre e polli in un raggio di tre chilometri attorno alla località di Wantang, scenario di un focolaio di influenza aviaria tra gli uccelli e dove forse si sono verificati anche tre casi di contagio tra gli esseri umani. «I risultati delle analisi sul virus H5N1 sono negativi».
Nel 2003 gli scienziati cinesi trovarono il ceppo virale H5N1 in due maiali in Cina centrale, un episodio che fu reso noto però solo un anno più tardi. L'episodio è significativo perché il maiale è considerato l'animale in cui il virus H5N1, mescolandosi a quello dell'influenza umana, potrebbe sviluppare una variante genetica altamente contagiosa per gli esseri umani.
La stampa cinese oggi rende noto che è stato scoperto l'ottavo focolaio di influenza aviaria tra gli uccelli in un mese (il dodicesimo dell'anno) nella provincia centrale dell'Hubei (i casi sono resi noti dal ministero del'Agricoltura, ma non ancora confermati dall'Organizzazione Mondiale della Sanità e dall'agenzia delle Nazioni Unite per l'Agricoltura e l'Alimentazione, la Fao).
L'area più colpita è la provincia nordorientale del Liaoning, teatro di quattro focolai in un mese che hanno portato all'abbattimento di oltre tre milioni di polli. Secondo la denuncia del 'South China Morning Post', il massiccio contagio di uccelli è stato causato dalla commercializzazione di un vaccino prodotto senza licenza dall'azienda Mongolia Jingyu Group e utilizzato da molti contadini della zona.