Oriente....
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Discussione: Oriente....

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  1. #1
    Cercando Megan Fox!! L'avatar di MaXX_XxX
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    Oriente....

    ...usiamo questo topic per parlare di leggende, samurai, arti marziali legate all'oriente nuovo e vecchio che ne dite???

    ora posto dei racconti e ditemi come sono ok??
    questi sono da ritenersi alcuni fiabe ed altri sono delle vere leggende...

    il primo:

    Yuki-onna (la donna delle nevi)

    Narra la leggenda che in un villaggio della provincia di Musashi vivevano due taglialegna: Mosaku e Minokichi. Nel tempo di cui parliamo, Mosaku era un vecchio e Minokichi, il suo apprendista, era un ragazzo di diciotto anni. Ogni giorno i due si recavano in un bosco a cinque miglia dal loro villaggio. Sulla strada per raggiungere il bosco si trovava un ampio fiume da oltrepassare, e per questo c’era un traghetto. Qualche volta si era tentato di costruire un ponte dove si trovava il traghetto, ma ogni volta il ponte era stato portato via dalla corrente. Quando il fiume si ingrossava, non c’era ponte in grado di resistere alla corrente.
    Una sera molto molto fredda, Mosaku e Minokichi stavano tornando a casa, quando furono sorpresi da una violenta tempesta di neve. Raggiunsero il traghetto, ma si accorsero che il traghettatore se n’era andato abbandonando la sua barca sul lato opposto del fiume. Non era certo la giornata adatta per nuotare, e i due taglialegna si rifugiarono nella capanna del traghettatore, ritenendo che non avrebbero avuto la fortuna di trovare un altro rifugio. Nella capanna non c’era né un braciere né alcun posto per accendere un fuoco: era soltanto una baracca per due persone, con una porta e nessuna finestra. Mosaku e Minokichi rinforzarono la porta e si coricarono per dormire, coprendosi con i loro mantelli di paglia. In un primo tempo non sentirono molto freddo, e quindi pensarono che la tempesta sarebbe presto cessata. Il vecchio si addormentò quasi subito, ma il ragazzo, Minokichi, restò sveglio a lungo, ascoltando il terribile vento e il continuo battere della neve contro la porta. Il fiume mugghiava e la capanna ondeggiava e cigolava come una giunca sul mare. Era una tempesta spaventosa: l’aria si faceva di momento in momento più fredda, e Minokichi rabbrividiva sotto il suo mantello. Ma alla fine, malgrado il freddo, anche lui si addormentò. Fu risvegliato dalla neve che pioveva sul suo viso. La porta della capanna era stata aperta a forza e, al chiarore prodotto dalla neve (yuki-akari), vide una donna nella stanza, una donna tutta vestita di bianco. Stava china su Mosaku e alitava il suo fiato su di lui; e il suo fiato era come un luminoso fumo bianco. Quasi nello stesso istante, si volse verso Minokichi e si chinò su di lui. Minokichi cercò di gridare, ma si accorse che non poteva emettere alcun suono. La donna bianca si chinò sempre più giù verso di lui, finché il suo viso lo toccò; allora egli vide che era molto bella e pensò che i suoi occhi lo spaventavano. Per un certo tempo lei continuò a guardarlo, poi sorrise e sussurrò: “Volevo fare a te quello che ho fatto all’altro uomo, ma non posso fare a meno di provare compassione per te, perché sei tanto giovane... Sei un ragazzo attraente, Minokichi, e non voglio farti del male in questo momento. Ma se mai racconterai a qualcuno, sia pure alla tua stessa madre, quello che hai visto questa notte, io lo verrò a sapere, e allora ti ucciderò... Ricordati quel che ti dico!”
    Con queste parole gli volse le spalle e oltrepassò la porta. Minokichi si accorse allora che era in grado di muoversi, saltò in piedi e guardò fuori. Ma la donna non si vedeva da nessuna parte, e la neve si introduceva con furia nella capanna. Minokichi chiuse la porta e la sprangò assicurando parecchi ciocchi di legno contro di essa. Si meravigliò che il vento avesse soffiato tanto da aprirla e pensò, senza tuttavia riuscire ad averne la certezza, che aveva soltanto sognato e che probabilmente aveva scambiato il barlume della neve sulla porta per una donna bianca. Chiamò Mosaku e si spaventò perché il vecchio non rispondeva: allungò la sua mano nell’oscurità, sfiorò il viso di Mosaku e si accorse che era fatto di ghiaccio! Mosaku era irrigidito e morto...
    Al cessare della tempesta, quando il traghettatore tornò alla sua capanna poco dopo il sorgere del sole, trovò Minokichi che giaceva privo di sensi accanto al corpo congelato di Mosaku. Minokichi fu subito soccorso e presto ritornò in sé, ma rimase malato a lungo per gli effetti del freddo di quella terribile notte. Aveva anche subìto un grande spavento per la morte del vecchio, ma non disse nulla della visione della donna in bianco. Non appena stette di nuovo bene, riprese la sua occupazione, recandosi ogni mattina da solo nel bosco e facendo ritorno al calar della sera con le sue fascine di legna che la madre lo aiutava a vendere.
    Una sera, l’inverno dell’anno seguente, mentre si trovava sulla via di casa, oltrepassò una ragazza che stava facendo la sua stessa strada. Era una ragazza alta, snella e di bella presenza, che rispose al saluto di Minokichi con una voce piacevole a udirsi come il canto di un usignolo. Minokichi allora si mise a camminare accanto a lei e cominciò a parlare. La ragazza disse che si chiamava O-Yuki, che era da poco rimasta orfana di entrambi i genitori e che si stava recando a Yedo dove aveva alcuni parenti di umile condizione che avrebbero potuto aiutarla a trovare un lavoro come cameriera. Ben presto Minokichi restò affascinato da quella strana ragazza e quanto più la guardava, tanto più gli appariva bella. Le chiese se era già fidanzata e lei gli rispose ridendo che era libera, domandandogli a sua volta se lui era sposato o promesso sposo. Lui le rispose che, pur avendo da mantenere soltanto una madre vedova, la questione di una “onorevole nuora” non era stata ancora presa in considerazione, dal momento che era troppo giovane... Dopo queste confidenze, camminarono per un bel po’ senza parlare, ma, come dice il proverbio, “Ki ga aréba, mé mo kuchi hodo ni mono wo iu”: “Quando c’è il desiderio, gli occhi sanno dire più della bocca”. Quando raggiunsero il villaggio si piacevano già molto, e allora Minokichi chiese a O-Yuki di restare per un po’ a casa sua. Dopo qualche timida esitazione, lei accettò di andare a casa di Minokichi, dove la madre le diede il benvenuto e le preparò un pasto caldo. O-Yuki si comportò in modo così amabile, che la madre di Minokichi provò subito simpatia per lei e la convinse a rimandare il suo viaggio a Yedo. La conclusione naturale della faccenda fu che Yuki non andò mai a Yedo e rimase in quella casa come “onorevole nuora”.
    O-Yuki si dimostrò un’ottima nuora. Quando la madre di Minokichi, circa cinque anni dopo, morì, le sue ultime parole furono parole di affetto e di lode per la moglie di suo figlio. O-Yuki diede a Minokichi dieci figli, maschi e femmine, bellissimi e di carnagione molto chiara. La gente del posto trovava che O-Yuki era splendida e di una natura differente dalla loro: la maggior parte delle contadine invecchiano presto, ma O-Yuki, anche dopo essere diventata madre di dieci figli, appariva giovane e fresca come il giorno in cui era arrivata per la prima volta al villaggio.
    Una sera, dopo che i bambini si erano addormentati, O-Yuki era seduta al lume di una lanterna di carta, e Minokichi, osservandola, disse: “Vederti seduta lì, con la luce sul tuo viso, mi fa pensare a una strana cosa che mi capitò quando ero un ragazzo di diciotto anni. Vidi una persona bella e bianca come sei tu ora, anzi... era proprio uguale a te”.
    O-Yuki, senza sollevare gli occhi dal suo lavoro, rispose: “Parlami di lei... Dov’è che la vedesti?”
    Allora Minokichi le narrò della terribile notte nella capanna del traghettatore e della Donna Bianca che si era chinata su di lui, sorridendo e sussurrando, e della morte silenziosa del vecchio Mosaku. E aggiunse: “Sia che stessi dormendo o che fossi sveglio, quella fu l’unica volta in cui vidi una creatura bella come te. Naturalmente non era un essere umano, ed ebbi paura di lei, molta paura, ma era così bianca che... Veramente, non ho mai avuto la certezza se quello che ho visto era un sogno... o la Signora della Neve”.
    O-Yuki fece cadere la sua sedia e balzò in piedi, incurvandosi verso il punto dove stava seduto Minokichi e gridandogli in faccia: “Quella ero io... io... io! Quella era Yuki! E ti dissi che ti avrei ucciso se avessi mai fatto una sola parola dell’accaduto!... Ma in nome di quei bambini che là stanno dormendo, non ti ucciderò in questo momento! D’ora in avanti dovrai avere tanta, tantissima cura di loro, perché se mai avranno motivo di lamentarsi di te, allora ti riserverò il trattamento che meriti!...”
    Dopo che ebbe urlato ciò, la sua voce divenne sottile, come il pianto del vento, quindi si dissolse in una brillante nebbia bianca che si sollevò verso le travi del tetto e spirò via tremolante attraverso il camino... Non la si rivide mai più.

    che dite?


  2. #2
    Angelica I love you!!! L'avatar di Death_Master
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    ke io l'ho già letto da qualche parte ma nn ricordo dove. Forse su un libro

  3. #3
    Cercando Megan Fox!! L'avatar di MaXX_XxX
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    ve l'ho detto che erano racconti anzi fiabe e leggende per dare vita al topic oriente...


  4. #4
    Tartaruga L'avatar di PsicoEroe
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    Bell'idea, ma un po' troppo generica...
    La Yuki-onna è famosa (per me è da lì che arriva la Shiva di FF)

    Qualcuno sa spiegarmi perchè in Giappone demoni e spettri hanno spesso l'aspetto di scolopendre giganti?
    Anche nel Viaggio In Occidente uno degli avversrai del gruppo è una gigantesca scolopendra che avvelena tutti, ma che ha fatto questo animale per beccarsi una simile fama?
    Parlare di videogiochi e non saperne niente:
    https://www.youtube.com/user/PsicoZ000
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  5. #5
    Cercando Megan Fox!! L'avatar di MaXX_XxX
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    mi spieghi cos'è un scolopendro/e gigante??
    raga sapete ulteriori info su musashi??


  6. #6
    Tartaruga L'avatar di PsicoEroe
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    La scolopendra è il centopiedi.
    Se leggi Inuyasha , hai preente il primo spettro, la donna? Ecco, per metà è scolopendra.

    Musashi era un figo, niente da dire, cercati Il Libro Dei Cinque Anelli, è un libro (scritto sotto forma di lettera ad un allievo) in cui Musashi spiega come si combatte.

    Qualcuno di voi ha giocato ai due OTOGI per XBOX?
    Il protagonista è Raikoh, ovvero Minamoto No Yoshitsune, un grande samurai realmente esistito (che qui viene riportato in vita da un Ying Yang master, ovvero un evocatore della corte imperiale).
    Anche lì ci sono due scolpendre gigantesche che si rivelano demoni dalla potenza sconvolgente!
    Parlare di videogiochi e non saperne niente:
    https://www.youtube.com/user/PsicoZ000
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  7. #7
    Cercando Megan Fox!! L'avatar di MaXX_XxX
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    psicoeroe ma nel game otogi minamoto no yoshitsune viene trattato come sul gioco di musashi?? cioè una storia tutta inventata con robot da combattere, moto ecc... che secondo me lo credevo qualcosa di + bello o è ambientato in giappone con altri samurai ecc???


  8. #8
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    secondo racconto...

    Il Dio del Matrimonio e il Filo Rosso del Destino

    Durante la Dinastia Tang c’era un tale di nome Wei i cui genitori morirono quand’era ancora molto giovane. Una volta diventato grande desiderava ardentemente sposarsi e avere una famiglia, ma purtroppo, per quanto la cercasse, non riusciva a trovare una moglie.

    Mentre era in viaggio, giunse un giorno in una città di nome Song, dove trovò alloggio in una locanda. Lì incontrò uno sconosciuto al quale, chiacchierando, espose le proprie difficoltà. L’altro gli disse che la figlia del governatore della città sarebbe stata un buon partito per lui, e si offerse di parlare con il padre della ragazza. Dopodiché i due decisero di rincontrarsi il mattino dopo di buon’ora davanti al tempio vicino alla locanda.
    In preda all’ansia, Wei giunse al tempio prima dell’alba, quando la luna era ancora alta in cielo. Sui gradini del tempio, appoggiato con la schiena a un sacco, sedeva un vecchio, intento a leggere un libro alla luce della luna.
    Avvicinandosi e data un’occhiata alle pagine da sopra la spalla del vecchio, Wei si accorse di non poterne leggere neppure una parola.
    Allora, incuriosito, gli chiese: “Signore, che libro è quello che stai guardando? Fin da bambino ho studiato parecchie lingue e conosco molte scritture, ma mai in vita mia ho visto un libro simile.”
    Il vecchio rispose sorridendo: “E’ un libro proveniente dall’Aldilà”.
    “Ma se tu vieni da un altro mondo, che ci fai qua?” chiese Wei.
    Prima di rispondere il vecchio si guardò attorno, quindi disse: “Ti sei levato molto presto. Di solito non c’è in giro nessuno, tranne quelli come me. Noi dell’Aldilà, incaricati di occuparci delle faccende umane, dobbiamo andare qua e là tra gli uomini, e spesso lo facciamo nella luce crepuscolare dell’alba”
    “E di che ti occupi?”
    “Dei matrimoni” replicò l’altro.
    Allora Wei gli aprì il suo cuore: “Sono solo al mondo fino dall’infanzia, e da molto tempo avrei voluto sposarmi e avere una famiglia. Per dieci anni ho cercato invano una sposa. Adesso spero di sposare la fanciulla del maresciallo. Dimmi, si realizzerà la mia speranza?”
    Il vecchio guardò il libro e rispose: “No. Non è la persona a te destinata. In questo momento quella che sarà tua moglie ha solo tre anni, e la sposerai quando ne avrà diciassette.”
    Deluso dall’idea di dover aspettare tanto, Wei notò il sacco cui il vecchio si appoggiava e gli chiese cosa contenesse.
    “Filo rosso per legare i piedi di mariti e mogli. Non lo si può vedere, ma una volta che sono legati non li si puo’ più separare. Sono già legati quando nascono, e non conta la distanza che li separa, né l’accordo delle famiglie, né la posizione sociale: prima o poi si uniranno come marito e moglie. Impossibile tagliare il filo. Sicchè, visto che sei già legato alla tua futura moglie, non c’è niente da fare” rispose il vecchio.
    E alla nuova domanda di Wei il vecchio replicò che la futura sposa non viveva lontana da lì, e che era la figlia della vecchia Chen, che aveva un banco sul mercato.
    “Posso vederla?”
    “Se davvero lo desideri, te la mostrerò, ma ricordati che il tuo futuro non cambierà.”
    Ormai l’alba era spuntata e, visto che l’uomo che attendeva non si vedeva, Wei tutto eccitato seguì il vecchio al mercato.
    Dietro la bancarella di frutta e verdura stava una povera vecchia cieca da un occhio, con una bambinetta al collo di circa tre anni, tutte e due vestivano di stracci.
    “Ecco tua moglie” fece il vecchio indicando la piccina, e Wei replicò in preda alla delusione: “E se io la uccidessi?”
    “E’ destinata a portare ricchezze, onori e rispetto alla tua famiglia. Qualsiasi cosa tu faccia, non puoi cambiare il destino” e così dicendo il vecchio scomparve.
    Profondamente deluso e incollerito con il messaggero dell’oltretomba, Wei lasciò il mercato con intenzioni omicide. Trovato un coltello e resolo affilato come un rasoio, lo diede al suo servo dicendogli: “Hai sempre eseguito i miei ordini. Adesso va’ a uccidere quella bambina, e io ti compenserò con cento pezzi di rame.”
    Il giorno dopo il servo, nascosto il coltello nella manica, andò al mercato e, celato tra la folla, si fece strada fino alla vecchia e alla bambina. Di colpo cavò il coltello, colpì la piccola, si voltò e scappò via, confondendosi con la folla strillante in preda al panico.
    “Ci sei riuscito?” gli chiese Wei quando il servo si presentò.
    “Ho cercato di colpirla al cuore, ma invece l’ho colpita tra gli occhi”
    Il ragazzo ricevette il compenso pattuito e Wei, sollevato all’idea di essere libero di sposare chi volesse, continuò la sua solita vita, e col tempo si scordò dell’intera faccenda.

    Tuttavia i suoi tentativi di trovare moglie furono vani, e così trascorsero quattordici anni. A quell’epoca lavorava in una località chiamata Shiangzhou, e le cose gli andavano molto bene, tanto che il suo superiore, il governatore locale, gli offrì in moglie la propria figlia. Così finalmente Wei ebbe una moglie bella e di ottima nascita, una diciassettenne che amava moltissimo.
    Non appena la vide Wei notò che la ragazza portava sulla fronte una pezzuola che non si toglieva mai, neppure per lavarsi e dormire. Non le chiede nulla, ma la cosa non cessava di incuriosirlo. Poi, parecchi anni dopo, si ricordò all’improvviso del servo e della bambina al mercato, e decise di chiedere alla moglie la ragione della pezzuola.
    Piangendo lei gli rispose: “Non sono la figlia del governatore di Shiangzhou, bensì sua nipote. Un tempo mio padre era il governatore di una città di nome Song, e la morì. Ero ancora piccola quando morirono anche mia madre e mio fratello. Allora la mia governante, la signora Chen, ebbe pietà di me e mi prese con sé. Avevo tre anni quando mi porto con sé al mercato, dove un pazzo mi accoltellò. La cicatrice non è scomparsa, e per questo la copro con una pezzuola. Circa sette od otto anni fa, mio zio ritornò dal Sud e mi prese con sé, per poi maritarmi come se fossi stata sua figlia.”
    “La signora Chen era per caso cieca da un occhio?” chiese Wei.
    E la moglie stupita: “Sì, ma come lo sai?”
    “Sono stato io a cercare di ucciderti” spiegò Wei profondamente commosso “Com’è starno il destino!”
    Dopodiché raccontò l’intera storia alla moglie, e adesso che entrambi sapevano tutta la verità, si amarono più di prima.
    Più tardi nacque loro un figlio che divenne un alto funzionario, e godettero di una vecchiaia felice e onorata.


  9. #9
    Tartaruga L'avatar di PsicoEroe
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    psicoeroe ma nel game otogi minamoto no yoshitsune viene trattato come sul gioco di musashi?? cioè una storia tutta inventata con robot da combattere, moto ecc... che secondo me lo credevo qualcosa di + bello o è ambientato in giappone con altri samurai ecc???
    OTOGI parla di Raikoh, richiamato dalla morte per salvare il mondo dopo che un potentissimo stregone ha accumulato un potere terribile.
    Non si parla mai di Giappone, ma sembra di star in un vecchio quadro
    E' un gioco dall'atmosfera magica.
    Il 2 è ancora meglio perchè oltre a Raikoh è possibile controllare anche i suoi compagni d'arme leggendari e Seimei, il più grande evocatore mai esistito (anche se quest'ultimo e Sadamitsu sono divenuti donne nel VG)
    A parte Seimei e Sadamitsu però (vestiti con abiti dell'epoca) non vedrai armature o katana, tutto è molto strano. Ma molto bello
    Dalle foreste di bambù, passando per le tombe protette dagli spiriti Haniwa (ovvero le tavolette funerarie dell'antichissimo Giappone, quando ancora era pieno di Ainu), i templi dalle pareti decorate, fino alle mura cittadine tutto sa di un giappone da leggenda.
    Centra il bersaglio appieno.
    Parlare di videogiochi e non saperne niente:
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  10. #10
    Bannato L'avatar di PietrAku
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    ...usiamo questo topic per parlare di leggende, samurai, arti marziali legate all'oriente nuovo e vecchio che ne dite???

    ora posto dei racconti e ditemi come sono ok??
    questi sono da ritenersi alcuni fiabe ed altri sono delle vere leggende...

    il primo:

    Yuki-onna (la donna delle nevi)

    Narra la leggenda che in un villaggio della provincia di Musashi vivevano due taglialegna: Mosaku e Minokichi. Nel tempo di cui parliamo, Mosaku era un vecchio e Minokichi, il suo apprendista, era un ragazzo di diciotto anni. Ogni giorno i due si recavano in un bosco a cinque miglia dal loro villaggio. Sulla strada per raggiungere il bosco si trovava un ampio fiume da oltrepassare, e per questo c’era un traghetto. Qualche volta si era tentato di costruire un ponte dove si trovava il traghetto, ma ogni volta il ponte era stato portato via dalla corrente. Quando il fiume si ingrossava, non c’era ponte in grado di resistere alla corrente.
    Una sera molto molto fredda, Mosaku e Minokichi stavano tornando a casa, quando furono sorpresi da una violenta tempesta di neve. Raggiunsero il traghetto, ma si accorsero che il traghettatore se n’era andato abbandonando la sua barca sul lato opposto del fiume. Non era certo la giornata adatta per nuotare, e i due taglialegna si rifugiarono nella capanna del traghettatore, ritenendo che non avrebbero avuto la fortuna di trovare un altro rifugio. Nella capanna non c’era né un braciere né alcun posto per accendere un fuoco: era soltanto una baracca per due persone, con una porta e nessuna finestra. Mosaku e Minokichi rinforzarono la porta e si coricarono per dormire, coprendosi con i loro mantelli di paglia. In un primo tempo non sentirono molto freddo, e quindi pensarono che la tempesta sarebbe presto cessata. Il vecchio si addormentò quasi subito, ma il ragazzo, Minokichi, restò sveglio a lungo, ascoltando il terribile vento e il continuo battere della neve contro la porta. Il fiume mugghiava e la capanna ondeggiava e cigolava come una giunca sul mare. Era una tempesta spaventosa: l’aria si faceva di momento in momento più fredda, e Minokichi rabbrividiva sotto il suo mantello. Ma alla fine, malgrado il freddo, anche lui si addormentò. Fu risvegliato dalla neve che pioveva sul suo viso. La porta della capanna era stata aperta a forza e, al chiarore prodotto dalla neve (yuki-akari), vide una donna nella stanza, una donna tutta vestita di bianco. Stava china su Mosaku e alitava il suo fiato su di lui; e il suo fiato era come un luminoso fumo bianco. Quasi nello stesso istante, si volse verso Minokichi e si chinò su di lui. Minokichi cercò di gridare, ma si accorse che non poteva emettere alcun suono. La donna bianca si chinò sempre più giù verso di lui, finché il suo viso lo toccò; allora egli vide che era molto bella e pensò che i suoi occhi lo spaventavano. Per un certo tempo lei continuò a guardarlo, poi sorrise e sussurrò: “Volevo fare a te quello che ho fatto all’altro uomo, ma non posso fare a meno di provare compassione per te, perché sei tanto giovane... Sei un ragazzo attraente, Minokichi, e non voglio farti del male in questo momento. Ma se mai racconterai a qualcuno, sia pure alla tua stessa madre, quello che hai visto questa notte, io lo verrò a sapere, e allora ti ucciderò... Ricordati quel che ti dico!”
    Con queste parole gli volse le spalle e oltrepassò la porta. Minokichi si accorse allora che era in grado di muoversi, saltò in piedi e guardò fuori. Ma la donna non si vedeva da nessuna parte, e la neve si introduceva con furia nella capanna. Minokichi chiuse la porta e la sprangò assicurando parecchi ciocchi di legno contro di essa. Si meravigliò che il vento avesse soffiato tanto da aprirla e pensò, senza tuttavia riuscire ad averne la certezza, che aveva soltanto sognato e che probabilmente aveva scambiato il barlume della neve sulla porta per una donna bianca. Chiamò Mosaku e si spaventò perché il vecchio non rispondeva: allungò la sua mano nell’oscurità, sfiorò il viso di Mosaku e si accorse che era fatto di ghiaccio! Mosaku era irrigidito e morto...
    Al cessare della tempesta, quando il traghettatore tornò alla sua capanna poco dopo il sorgere del sole, trovò Minokichi che giaceva privo di sensi accanto al corpo congelato di Mosaku. Minokichi fu subito soccorso e presto ritornò in sé, ma rimase malato a lungo per gli effetti del freddo di quella terribile notte. Aveva anche subìto un grande spavento per la morte del vecchio, ma non disse nulla della visione della donna in bianco. Non appena stette di nuovo bene, riprese la sua occupazione, recandosi ogni mattina da solo nel bosco e facendo ritorno al calar della sera con le sue fascine di legna che la madre lo aiutava a vendere.
    Una sera, l’inverno dell’anno seguente, mentre si trovava sulla via di casa, oltrepassò una ragazza che stava facendo la sua stessa strada. Era una ragazza alta, snella e di bella presenza, che rispose al saluto di Minokichi con una voce piacevole a udirsi come il canto di un usignolo. Minokichi allora si mise a camminare accanto a lei e cominciò a parlare. La ragazza disse che si chiamava O-Yuki, che era da poco rimasta orfana di entrambi i genitori e che si stava recando a Yedo dove aveva alcuni parenti di umile condizione che avrebbero potuto aiutarla a trovare un lavoro come cameriera. Ben presto Minokichi restò affascinato da quella strana ragazza e quanto più la guardava, tanto più gli appariva bella. Le chiese se era già fidanzata e lei gli rispose ridendo che era libera, domandandogli a sua volta se lui era sposato o promesso sposo. Lui le rispose che, pur avendo da mantenere soltanto una madre vedova, la questione di una “onorevole nuora” non era stata ancora presa in considerazione, dal momento che era troppo giovane... Dopo queste confidenze, camminarono per un bel po’ senza parlare, ma, come dice il proverbio, “Ki ga aréba, mé mo kuchi hodo ni mono wo iu”: “Quando c’è il desiderio, gli occhi sanno dire più della bocca”. Quando raggiunsero il villaggio si piacevano già molto, e allora Minokichi chiese a O-Yuki di restare per un po’ a casa sua. Dopo qualche timida esitazione, lei accettò di andare a casa di Minokichi, dove la madre le diede il benvenuto e le preparò un pasto caldo. O-Yuki si comportò in modo così amabile, che la madre di Minokichi provò subito simpatia per lei e la convinse a rimandare il suo viaggio a Yedo. La conclusione naturale della faccenda fu che Yuki non andò mai a Yedo e rimase in quella casa come “onorevole nuora”.
    O-Yuki si dimostrò un’ottima nuora. Quando la madre di Minokichi, circa cinque anni dopo, morì, le sue ultime parole furono parole di affetto e di lode per la moglie di suo figlio. O-Yuki diede a Minokichi dieci figli, maschi e femmine, bellissimi e di carnagione molto chiara. La gente del posto trovava che O-Yuki era splendida e di una natura differente dalla loro: la maggior parte delle contadine invecchiano presto, ma O-Yuki, anche dopo essere diventata madre di dieci figli, appariva giovane e fresca come il giorno in cui era arrivata per la prima volta al villaggio.
    Una sera, dopo che i bambini si erano addormentati, O-Yuki era seduta al lume di una lanterna di carta, e Minokichi, osservandola, disse: “Vederti seduta lì, con la luce sul tuo viso, mi fa pensare a una strana cosa che mi capitò quando ero un ragazzo di diciotto anni. Vidi una persona bella e bianca come sei tu ora, anzi... era proprio uguale a te”.
    O-Yuki, senza sollevare gli occhi dal suo lavoro, rispose: “Parlami di lei... Dov’è che la vedesti?”
    Allora Minokichi le narrò della terribile notte nella capanna del traghettatore e della Donna Bianca che si era chinata su di lui, sorridendo e sussurrando, e della morte silenziosa del vecchio Mosaku. E aggiunse: “Sia che stessi dormendo o che fossi sveglio, quella fu l’unica volta in cui vidi una creatura bella come te. Naturalmente non era un essere umano, ed ebbi paura di lei, molta paura, ma era così bianca che... Veramente, non ho mai avuto la certezza se quello che ho visto era un sogno... o la Signora della Neve”.
    O-Yuki fece cadere la sua sedia e balzò in piedi, incurvandosi verso il punto dove stava seduto Minokichi e gridandogli in faccia: “Quella ero io... io... io! Quella era Yuki! E ti dissi che ti avrei ucciso se avessi mai fatto una sola parola dell’accaduto!... Ma in nome di quei bambini che là stanno dormendo, non ti ucciderò in questo momento! D’ora in avanti dovrai avere tanta, tantissima cura di loro, perché se mai avranno motivo di lamentarsi di te, allora ti riserverò il trattamento che meriti!...”
    Dopo che ebbe urlato ciò, la sua voce divenne sottile, come il pianto del vento, quindi si dissolse in una brillante nebbia bianca che si sollevò verso le travi del tetto e spirò via tremolante attraverso il camino... Non la si rivide mai più.

    che dite?
    Bella...
    Perferisco queele Nordiche però...(non sono leghista)

  11. #11
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    OTOGI parla di Raikoh, richiamato dalla morte per salvare il mondo dopo che un potentissimo stregone ha accumulato un potere terribile.
    Non si parla mai di Giappone, ma sembra di star in un vecchio quadro
    E' un gioco dall'atmosfera magica.
    Il 2 è ancora meglio perchè oltre a Raikoh è possibile controllare anche i suoi compagni d'arme leggendari e Seimei, il più grande evocatore mai esistito (anche se quest'ultimo e Sadamitsu sono divenuti donne nel VG)
    A parte Seimei e Sadamitsu però (vestiti con abiti dell'epoca) non vedrai armature o katana, tutto è molto strano. Ma molto bello
    Dalle foreste di bambù, passando per le tombe protette dagli spiriti Haniwa (ovvero le tavolette funerarie dell'antichissimo Giappone, quando ancora era pieno di Ainu), i templi dalle pareti decorate, fino alle mura cittadine tutto sa di un giappone da leggenda.
    Centra il bersaglio appieno.
    quindi è migliore rispetto a musashi samurai legend...


  12. #12
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    terzo racconto:
    La Principessa Kaguya

    C'era una volta un vecchio uomo che viveva con la sua vecchia moglie. Il suo mestiere era di tagliare il bambù dal quale poi ricavava degli oggetti che poi vendeva. I due non erano ricchi, ma la cosa che più li rendeva tristi era quello di non aver mai avuto un figlio.

    Un giorno il vecchio era al lavoro in un campo di bambù, quando vide che da una delle piante usciva una forte luce.
    Il vecchio si meravigliò: "E' strano! Come fa a brillare così?"
    Incuriosito tagliò il bambù, e all’interno trovò una piccola bambina, non più grossa di una mano, che emanava luce.
    Il vecchio la prese nella mano e si affrettò verso casa. Una volta arrivato, chiamò la moglie e gli mostrò la piccola.
    La moglie disse: "Saranno gli Dei che ci hanno regalato questa bambina!"
    Così i due l’adottarono, la chiamarono "Kaguyahime" (Principessa del Bamb&#249, e la crebbero amandola come se fosse la loro vera figlia.
    Da quel giorno in poi, ogni volta che il vecchio andava nel bosco, trovava sempre qualche pezzo d'oro zecchino nel bambù tagliato. Ciò lo rese ricco e gli consentì di costruirsi una nuova casa.

    In poco tempo la bambina crebbe, diventando delle dimensioni di una ragazza normale e di una incredibile bellezza.
    La notizia della sua bellezza si sparse per tutto il paese, e molti ragazzi venivano da ogni dove per ammirarla, e molti la chiedevano anche in sposa, ma lei e genitori non dissero di sì a nessuno.

    C’erano cinque ragazzi nobili che decisero di tentare il tutto per tutto, e ogni giorno, anche quando c’era brutto tempo, andavano a chiedere la mano della principessa.
    Nonostante il continuo rifiuto non si arrendevano, anzi diventavano sempre più insistenti, così un giorno la principessa disse ai genitori: " Vado a chiedere qualcosa ad ognuno di questi cinque. Sposerò quello che mi porterà ciò che desidero."
    In realtà lei non aveva nessuna voglia di sposarsi, e pensava di fermarli per sempre chiedendo cose impossibili da trovare.

    Al primo chiese di portare dall'India la coppa di pietra del Budda.
    Il secondo doveva portare l'albero d'oro che come frutti faceva pietre preziose.
    Al terzo fu chiesto di portare la pelliccia del topo del Sole, che si poteva trovare solo in Cina.
    Il quarto doveva prendere il gioiello di cinque colori dal collo del Drago.
    L'ultimo, il quinto, doveva trovare una delle cipre, che molto raramente si trovano nei nidi delle rondini.

    Un giorno il primo pretendente ritornò, annunciando di aver trovato la coppa di Budda. In realtà non aveva avuto voglia di andare fino in India, e aveva preso una coppa molto vecchia da un tempio vicino a Kyoto.Vedendo la coppa la principessa si accorse subito che non era quella vera: le coppe di Budda che si trovano in India brillano invece questa, appena portata, non brillava. E così il primo pretendente rinunciò alla mano della principessa.

    Il secondo non si preoccupò di viaggiare per trovare l'albero d'oro con i frutti di pietre preziose. Era abbastanza ricco e n’ordinò uno simile ai gioiellieri. Quando l'albero fu pronto lo portò alla principessa. L'albero era magnifico e la ragazza pensò che fosse quello giusto. La giovane donna si vide per un attimo costretta a sposarsi, ma proprio in quel momento entrarono i gioiellieri a chiedere il pagamento del lavoro fatto. Udendo ciò la principessa venne a sapere che l'albero non era quello desiderato. E così anche il secondo rinunciò.

    Il terzo, che doveva portare la pelliccia del topo del Sole, pagò molti soldi a dei trafficanti che stavano per partire per la Cina. Essi gli fornirono una pelliccia fantastica e gli assicurarono che era quella da lui richiesta. Il giovane portò la pelliccia alla principessa che disse: "E' veramente una pelliccia di qualità superiore, ma sai che quella del topo del Sole è infiammabile. Facciamo la prova?" Dicendo cosi lanciò la pelliccia nel fuoco. La pelliccia si carbonizzò e diventò subito cenere.Il giovane se n’andò arrabbiato ed imbarazzato.

    Il quarto era molto coraggioso e si mise a cercare il Drago da solo. Viaggiò per mare per molto tempo ed un giorno s'imbattè in una burrasca nella quale quasi perse la vita. Spaventato, rientrò a casa senza avere più voglia di cercare il Drago e dimenticò presto la principessa del bambù.

    Il quinto, che doveva portare la ciprea, che raramente si trova nei nidi delle rondini, la cercava dappertutto. Una volta gli sembrò di vederne una in un nido. Si arrampicò e la prese subito, ma, affrettandosi a scendere dall'albero, si ferì in malo modo. Inoltre quello che aveva preso per una ciprea era solo un escremento e così anche lui dovette rinunciare a sposare la principessa.

    La fama della principessa e della sua bellezza giunsero anche all'Imperatore. Un giorno anch'egli desiderò vederla. S’innamorò di lei e la invitò nel suo palazzo, ma la principessa gli disse: "Io non sono nata in questo mondo, non potrei venire con Lei." Nonostante tutto l'Imperatore non riusciva a dimenticare l'affascinante ragazza.

    Passarono le stagioni e, durante un'estate, la principessa improvvisamente si rattristi, e non faceva altro che guardare la luna e piangere. I suoi genitori, preoccupati, le chiesero più volte perché fosse tanto triste, ma lei non gli rispondeva.
    A poco a poco diventò sempre più triste e continuava a piangere guardando la Luna. I suoi genitori erano veramente preoccupati, ma lei rimaneva sempre silenziosa.

    A metà agosto, il giorno prima della luna piena, la fanciulla disse ai suoi genitori la verità: "Io non vengo da questo mondo, io in realtà sono la Principessa della Luna. Ho lasciato il mio regno per vivere sulla terra per alcuni anni, ma è giunto il momento di tornare nella mia patria. Domani, con la luna piena, verranno a portarmi via gli esseri della luna. Sono stata tanto felice con voi, vi ringrazio molto."
    Il vecchio e sua moglie si rattristarono tantissimo, e non volevano farla partire. Ma lei continuava a ripetere che, seppur addolorata, non poteva restare.
    Il vecchio decise di andare dall'Imperatore in cerca d’aiuto. Gli raccontò tutta la storia e l'Imperatore ordinò subito a duemila dei suoi soldati di mettersi di guardia attorno alla casa del vecchio.

    La notte di luna piena la casa del vecchio era tutta circondata dai soldati dell'Imperatore. Una metà di loro salì sul tetto, mentre gli altri circondarono la casa per montare la guardia. Dentro la propria abitazione il vecchio e sua moglie stavano con la principessa in attesa del popolo della luna.
    Quando la luna diventò piena scesero gli esseri lunari. Erano le ninfe della Luna che scintillavano e risplendevano. I soldati rimasero accecati e non potevano usare gli archi. Inoltre anche la voglia di combattere era sparita. Tutti rimasero come incantati a guardare.

    La principessa del Bambù uscì dalla casa ed, avvicinandosi alle ninfe lunari, si girò e disse ai vecchi genitori: "Non ho nessuna voglia di lasciarvi, ma non posso farci niente. Devo ritornare al mio mondo. Vi prego di pensare a me ogni tanto". Scrisse anche una lettera di addio all'Imperatore.

    Dopo di ciò le ninfe la vestirono con un kimono lunare, ed immediatamente la Principessa del Bambù dimenticò tutto quello che le era successo sulla terra, e ritornò sulla luna assieme alle ninfe.


  13. #13
    Tartaruga L'avatar di PsicoEroe
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    Citazione MaXX_XxX
    quindi è migliore rispetto a musashi samurai legend...
    Non lo conosco MSL Per cosa è uscito?
    Parlare di videogiochi e non saperne niente:
    https://www.youtube.com/user/PsicoZ000
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  14. #14
    Cercando Megan Fox!! L'avatar di MaXX_XxX
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  15. #15
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    Citazione PsicoEroe
    Bell'idea, ma un po' troppo generica...
    La Yuki-onna è famosa (per me è da lì che arriva la Shiva di FF)

    Qualcuno sa spiegarmi perchè in Giappone demoni e spettri hanno spesso l'aspetto di scolopendre giganti?
    Anche nel Viaggio In Occidente uno degli avversrai del gruppo è una gigantesca scolopendra che avvelena tutti, ma che ha fatto questo animale per beccarsi una simile fama?
    shiva è una divinità indiana

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