Come nasce un manga? [Line - Sul filo della tensione]
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Discussione: Come nasce un manga? [Line - Sul filo della tensione]

Cambio titolo
  1. #1
    Utente L'avatar di Marko
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    Come nasce un manga? [Line - Sul filo della tensione]

    Scenario: siete un'aspirante mangaka.
    Femmina.
    Probabilmente lesbica.
    Alle prime armi.

    Il vostro tratto non è nulla di eccezionale o particolare, siete bravina nel disegnare i volti e i corpi ma per quanto riguarda le ambientazioni state tranquillamente nella norma. In ogni caso, ritenete che il disegno debba essere strettamente funzionale alla storia raccontata e che quindi non richieda particolari elaborazioni, ritocchi, dettagli o grandi quantità di tempo. Anzi, prima si finisce la vignetta meglio è.
    Per qualche strano motivo, un editore decide di darvi la possibilità di entrare nel mondo dei "mangaka che contano". Dovete creare una storia che inizi e finisca nel giro di un solo tankobon, un volume autoconclusivo, tanto per saggiare le vostre capacità.
    Il tema è libero.

    Nonostante cerchiate di moderare l'euforia, sbagliate l'approccio alla creazione del nuovo prodotto. Anziché partire gettando le basi per una storia per poi delineare progressivamente sceneggiatura e personaggi, vi buttate sul character design grafico del futuro protagonista. Perché? Beh, semplicemente perché vi va così, è la parte più divertente.

    Dato che siete probabilmente lesbica, e che non volete lavorare ma solo divertirvi, il protagonista sarà di sesso femminile.
    E ovviamente sarà giovane, adolescente per essere precisi.
    E, ancora più ovviamente, non sarà bella ... ma bellissima.
    Risponderà ai classici canoni delle "ragazze manga impossibili". Delinate quindi un viso morbido e sinuoso con una bocca discreta, ma affascinante, e degli occhi grandi, costellati di riflessi, dolci e rassicuranti. I capelli, che non sono capelli ma angelici fili dorati, li tratteggiate affinché formino una folta chioma bionda con una pettinatura un po' sbarazzina simile a quella di Sailor Moon.
    Le gambe, lunghissime e perfettamente in forma, le disegnate come lo stereotipo della perfezione stessa: affusolate, dritte, lievemente muscolose e sfocianti in due glutei sodi dall'invidiabile prestanza.

    Siete alla vita. Coerentemente con quanto fatto sino ad ora, la raffigurate magrissima e stretta, sottile e snella. Già che ci siete, aggiungete un minimo di capo d'abbigliamento: una minigonna jeans che copre poco più di quanto non farebbe una normale mutandina. E, crepi l'avarizia, sposate il tutto con una cintura in stile Elvis Prisley, bianca e lucente, pendente a sinistra. Sui bordi della cintura, in modo che penzolino liberamente, aggiungete corti e sottili catenelle d'argento terminanti con un dolcissimo cuoricino rosso amore.

    Tornate in alto e sbrigate la noiosa pratica delle braccia. Cercate di imprimer loro il massimo della bellezza, un po' velocemente. Ponete invece più attenzione alle mani, rappresentandole realistiche ma al tempo stesso affascinanti e ben fatte.

    E finalmente la parte migliore: il busto o, escludendo la vita, il torace.
    Non avete intenzione di rendere la vostra protagonista una maggiorata qualunque. Dovrà essere la regina di tutte le maggiorate.
    Delineate quindi un seno dalle dimensioni spropositate, assolutamente fantascientifico per un'adolescente, il cui reggiseno, di taglia ottava o più, necessita di essere fabbricato su misura. Anche se, in realtà, non ce n'è alcun bisogno dato che, nelle "ragazze manga impossibili", i seni si sorreggono da soli indipendentemente dalle dimensioni.
    Intanto, Ogure Ito vi sta mentalmente guardando con invidia, lui non riesce a fare maggiorate così maggiorate.
    Dopo aver dotato la vostra protagonista di una colonna vertebrale mostruosamente forte, senza la quale camminerebbe tutto il giorno chinata a causa dell'insopportabile peso anteriore, decidete di renderla più eccitante vestendola con la classica divisa scolastica femminile giapponese (palesemente corredata da fiocco rosso girocollo). Giusto per rendere l'idea di cosa ci sia sotto, fate iniziare il rigonfiamento della divisa all'altezza della clavicola e lo fate terminare appena sopra l'ombelico.
    Per concludere l'opera, e anche per dimostrare come la vostra fantasia latiti, chiamate questo splendore "Chiko" ("Chick", nell'inglese colloquiale, significa ragazza).

    Commercialmente parlando, siete a metà dell'opera.
    Con una protagonista simile, una sufficiente quantità di vendite è assicurata.

    Passiamo alla parte psicologica. Bastano le parole "psicologia" e "mente" per farvi stare poco bene. Spalancano le porte alla noia e allo stress.
    Ma visto che siete furbe, scegliete di sfruttare integralmente la condizione di adolescente della pettoruta Chiko. Sì perché, nella vostra mente, gli adolescenti sono una massa di cretini. Sono infanti che non sanno cosa sia la morte, cosa sia il dolore, cosa significhi riflettere. Sono bambinelli cresciuti che pensano alla filosofia come la più pallosa e insulsa materia scolastica, che pensano alla vita solo come "periodo limitato nel quale devo divertirmi e sballarmi il più possibile", che difficilmente hanno interessi che vadano oltre il "cercare un partner", "andare in discoteca", "far parte del gruppo ad ogni costo" e affini. Sono come voi, insomma. Anche voi, aspirante autrice di manga, siete così. Ma non ve ne rendete conto, oppure non vi interessa saperlo. Sta di fatto che, coerentemente col vostro pensiero, e coerentemente con quanto spesso accade nella realtà, contrapponete la bellezza di Chiko con un vuoto interiore più vasto dell'intero universo, prendete una bel badile e le riempite il cervello con tonnellate di segatura. D'ora in avanti, la frase più colta e articolata che Chiko sarà in grado di esprimere, se riuscirà a esprimersi, corrisponderà a "Ma io voglio solo divertirmi".

    Insomma, sembra abbiate creato il personaggio perfetto per un hentai o per un clone di Ikki Tousen o Battle Club.
    E invece no.
    Volete strafare, l'ambizione grava su di voi.
    Vi gettate nel campo dei manga maturi credendo che "maturo" significhi necessariamente "dal fisico giunto a completa maturazione" (confondendo il termine "maturo relativamente all'uomo" con il termine "maturo relativamente a frutta e verdura". Ma dato che il vostro cervello non è più grande del nocciolo di un'albicocca, non potevate fare altrimenti).

    Scegliete quindi di creare un manga dalla costante atmosfera di inquietudine. Qualcosa che faccia paura, ma non paura alla film horror sanguinoso e violento, paura di tipo pisi...pisico...spicologico? Com'è che si diceva? Non ve lo ricordate, non importa.

    Pensate che la morte sarebbe un bel tema da trattare. La morte è quando uno per qualche motivo non apre più gli occhi. Una bella seccatura, insomma. I co-protagonisti della vostra storia saranno degli adolescenti che si suicidano. Ma perché dovrebbero suicidarsi? Determinate due ipotesi: 1) hanno visto i seni di Chiko e non riescono a capacitarsi delle loro dimensioni, 2) nessun motivo in particolare, lo fanno perché sono adolescenti e quindi stolti. Scegliete la seconda ipotesi, fa più tendenza, Chiko si ritaglia la propria fetta di attenzione già da sola.

    Ma come collegare questi ragazzi con Chiko (l'imprescindibile protagonista)?
    Vi sforzate per creare un intreccio narrativo complesso ma il massimo che la vostra povera mente può generare è quanto segue: "Chiko trova su una panchina un cellulare che suona. Risponde. Un tizio le dice che ci sono dei ragazzi che si stanno suicidando in successione e che lei deve andare a salvarli". Un incipit che, a dirla tutta, è abbastanza interessante. Vi complimentate con voi stessa.

    Tuttavia, riuscite nella straordinaria missione di creare un fumetto che non solo non sviluppa quanto promesso ma che addirittura brucia ogni più piccola vena d'interesse e di intrigante fascino che poteva avere o almeno sperare di avere.
    Da un inizio come quello sopra esposto, il più banale e prevedibile sviluppo della storia (così banale e sciocco da non poterlo nemmeno credere reale), è vedere Chiko che corre a destra e a manca per salvare gli aspiranti suicidi e, nella maggior parte dei casi, riuscire nel suo intento.

    Tutto qua.

    Nessuno sviluppo interiore ma, anzi, una ragazzina (o ragazzona, viste le generose forme) che - in rispetto di quanto detto in precedenza - appiattisce il significato della vita riducendolo alla più squallida ricerca del costante divertimento.

    Nessun intreccio della trama, nessuna variazione di ritmo, nessun colpo di scena, quasi i dialoghi nemmeno esistono.

    Ma voi non solo non vi ponete di questi problemi, nemmeno pensate che esistano. Volevate soltanto divertirvi nel disegnare moltissimi primi piani del seno di Chiko, farla correre per tutta la durata del fumetto è stata un'idea semplicemente geniale considerato il vostro scopo.

    Ma forse avreste dovuto realizzare che, anche se le particolarmente sviluppate argomentazioni di Chiko erano giunte a maturazione, il manga era ancora acerbo e necessitava di essere esposto al sole per un po'.

  2. #2
    Utente L'avatar di black hell
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    sinceramente non ho capito se alla fine ti è piaciuto oppure no.......





  3. #3
    trance4ever89
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    trama interessante

  4. #4
    Dal 2001. L'avatar di Nabucodorozor
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    Citazione black hell
    sinceramente non ho capito se alla fine ti è piaciuto oppure no.......
    non credo XD

    si puo avere uno scan della tettuta protagonista? (che avete capito,voglio valutare le capacità tecniche della lesbica,mica altro)

    N!


  5. #5
    Utente L'avatar di black hell
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    Citazione Nabucodorozor
    non credo XD

    si puo avere uno scan della tettuta protagonista? (che avete capito,voglio valutare le capacità tecniche della lesbica,mica altro)

    N!
    mmmmm infatti mi puzza di soldi buttati al vento per il povero Marko.......vabbè mica è sempre domenica





  6. #6
    Io SO! Tu impara, quindi L'avatar di iamalfaandomega
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    Citazione Marko
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    (gioco di parole intraducibile tra il termine inglese cut [tagliare], la sua pronuncia "italianizzata" [cat], e il fatto che essa coincida graficamente con il termine inglese cat [pr. "italianizzata" chét] che significa, per l'appunto, gatto)
    Avevo visto questo manga e l'avevo lasciato sullo scaffale. Dopo questa tua recensione, però, ho deciso di tornare in fumetteria e... dar fuoco allo scaffale
    I am Alpha and Omega, the Beginning and the End, the First and the Last

    Né dei, né giganti

  7. #7
    Cubbu
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    Citazione iamalfaandomega
    Avevo visto questo manga e l'avevo lasciato sullo scaffale. Dopo questa tua recensione, però, ho deciso di tornare in fumetteria e... dar fuoco allo scaffale
    OMG il quote

  8. #8
    Io SO! Tu impara, quindi L'avatar di iamalfaandomega
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    Citazione Cubbu
    OMG il quote
    Che ci vuoi fare, sono al lavoro e sto cazzeggiando allegramente, almeno mi diverto
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    Né dei, né giganti

  9. #9
    Not quite my tempo L'avatar di Sephiroth'88
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    Son stato un'ora a cercare nel post iniziale dove c'era scritta quella cosa sul gatto e il significato l'ho capito solo dopo.

    Comunque dopo il primo post sto manga m'ispira un casino. Quando vado in fumetteria mio subito.

  10. #10
    UtontoBatteraiorappettone L'avatar di Skretch
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    rega sarò deficiente io
    allora
    1)l'utente è lesbica ed è in quella situazione e deve scrivere un manga avendone la possibilità
    2)è un documento per spiegare la vita di un mangaka
    3)eiste un manga con questa storia

    Topic: Messaggio per ragazza.
    Citazione -[DF]-MaxReborn- Visualizza Messaggio
    voglio che lei sappia che con lei ci sto sempre bene!
    Citazione Spunk Visualizza Messaggio
    "con te sto sempre bene"

  11. #11
    Utente L'avatar di Marko
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    Citazione Skretch
    rega sarò deficiente io
    allora
    1)l'utente è lesbica ed è in quella situazione e deve scrivere un manga avendone la possibilità
    2)è un documento per spiegare la vita di un mangaka
    3)eiste un manga con questa storia

    La 2 e la 3.
    Ma la 2 non si riferisce a *un* mangaka (inteso come *qualsiasi* mangaka o un mangaka *casuale*) ma, in particolare, la mangaka che ha partorito Line - Sul filo della tensione.

  12. #12
    Utente L'avatar di black hell
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    Citazione Marko
    La 2 e la 3.
    Ma la 2 non si riferisce a *un* mangaka (inteso come *qualsiasi* mangaka o un mangaka *casuale*) ma, in particolare, la mangaka che ha partorito Line - Sul filo della tensione.
    ok Marko adesso risolvi l'arcano mistero
    sei soddisfatto o no dell'acquisto?





  13. #13
    Utente L'avatar di Marko
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    mmm, sì, complessivamente direi che sono soddisfatto.

    Per pochi semplici motivi.

    Innanzitutto Line è un volume unico. Mentre se un numero 1 qualsiasi non mi piace mi vedo costretto ad acquistare almeno il secondo e il terzo (in una storia lunga, infatti, il primo volumetto non dà un'idea sufficientemente ampia dell'opera), con Line ho speso i miei 4 euro ed è finita lì. Non ho dovuto tediarmi ulteriormente, la perdita è stata molto limitata.

    Inoltre, sin da quando è uscito, ho sempre guardato a Line con particolare attenzione. L'intrigante sovracoperta, il fascino del volume unico e la tipologia di trama che sapevo essere inquietante (poi rivelatasi tale solo nella menomata mente dell'autrice) hanno creato in me una forte tentazione e, per citare Oscar Wilde, l'unico modo per liberarsi di una tentazione è cedervi. Prima o poi l'avrei comprato comunque, insomma.

    Infine, ho sempre desiderato possedere un manga in grado di farmi esclamare "l'avrei fatto meglio io" con profonda convinzione. Line, a suo modo, è veramente eccezionale, riesce a trattare temi di rara importanza sorvolando completamente sul loro vero significato per concentrarsi con pericolosa attenzione su quanto di più superficiale possano riguardare.

  14. #14
    Bargain L'avatar di Deacon
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    Non so se mi fa più ridere il primo ironico post o quelli sinceri che lo seguono

  15. #15
    Inuyasha89
    Ospite
    Citazione Marko
    Scenario: siete un'aspirante mangaka.
    Femmina.
    Probabilmente lesbica.
    Alle prime armi.
    [...]
    Ma forse avreste dovuto realizzare che, anche se le particolarmente sviluppate argomentazioni di Chiko erano giunte a maturazione, il manga era ancora acerbo e necessitava di essere esposto al sole per un po'.
    Bella argomentazione.
    Mi ha fatto capire che ho fatto un affare a non comprarlo...grazie.

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