«People think about it, yes. Jihad does mean “self struggle”: struggle within. But so does Mein Kampf! Mein Kampf means “my struggle”! But what struggle? Nazism had a struggle with what? What did the Jews do to tango in Nazi Germany? Jihad has been used in the meddle-east as struggle with the Jewish People, struggle with the West.» [Walid Shoebat; da giovane membro dell’OLP, poi rappresentante del movimento palestinese negli USA, ora uno dei più attivi difensori dello stato di Israele]
Obsession è un film documentario. Ma è diverso dai documentari che vincono gli Oscar o il Festival di Cannes, per i quali si forma la fila di celebrità e di personaggi per tesserne le lodi del presunto coraggio. Obsession è un lungometraggio davvero coraggioso, così coraggioso che forse in Italia non lo vedrete mai, perché non gli si trova un distributore; e non si trova chi lo distribuisca non perché sia mal fatto o sia semplicemente impresentabile al pubblico, ma perché tratta di argomenti per cui si viene condannati a morte, e per i quali qualcuno ha già subito la condanna. Parlo di Theo van Gogh, sgozzato per aver girato un corto sulla condizione della donna nei paesi arabi, di Gustavo de Arístegui, autore di un libro sulla Jihad in Spagna, di Ayaan Hirsi Ali, deputata olandese di origini somale che è dovuta fuggire due volte, la prima dal suo paese, la seconda dall’Olanda che non l’ha saputa né voluta proteggere, di Salman Rushdie, scrittore indiano sentenziato a morte per aver scritto Versetti Satanici, i cui traduttori, editori e distributori nel mondo sono stati minacciati, attentati, o sono morti per averne promosso la pubblicazione (è il caso del traduttore giapponese dell’opera); parlo di migliaia di persone che in Gran Bretagna, in Francia, in Spagna, negli Stati Uniti, in Italia, in Australia, in Giappone, in Algeria, in Egitto, in Belgio, nei Paesi Bassi, nei paesi scandinavi, in Canada, nelle loro case, tra la loro gente, nell’Occidente in cui vivono da sempre, o dove hanno scelto di vivere per sfuggire all’oppressione, a meno di non rischiare la vita, non possono dire cosa sia la verità sull’estremismo islamico, non possono avvertire la propria gente di quale sia il pericolo, non possono scrivere, non possono parlare, non possono nemmeno disegnare, praticamente non possono comunicare l’odio che cova, ma più spesso - che esplode e che straripa, nel mondo islamico.
Obsession è un documentario sull’estremismo islamico e sul suo impegno, sulla sua determinazione, sulla sua opera - in ogni modo irrinunciabile, frenetica, forsennata, maniacale, in altre parole ossessiva - di distruggere l’Occidente. E non importa cosa voi crediate che sia o che non sia l’Occidente, non importa cosa pensate di questa o di quella politica, per chi votate, in cosa avete fede, cose pensate delle vostre istituzioni, cosa credete che sia giusto o sbagliato fare; Obsession vi mostrerà cosa l’estremismo islamico pensa di vuoi e che cosa vuole fare di voi, chiunque voi siate.
Il documentario è in lingua inglese. Ma è un inglese comprensibilissimo, perché per quattro quinti del tempo a parlarlo sono arabi che hanno imparato l’inglese standard, oppure sono i sottotitoli in lingua inglese della propaganda permanente che avvolge il mondo islamico, nei regimi islamismi, o nelle manifestazioni di movimenti musulmani in centro a Londra o a New York.
La voce del commentatore fuori campo è quasi completamente assente, chi ha girato il film non vi dirà nulla di più che date, luoghi e nomi. Il materiale originale del documentario è costituito da interviste; oh sì, sentirete quelle a professori di Harward, ad esperti di sicurezza, di politica internazionale, a giornalisti, a agenti dei servizi segreti, a storici, ma a dire le stesse cose che questi vi dicono, a pensarla come la pensano loro, ad avvisarvi dello stesso pericolo, dello stesso rischio ci saranno anche giornalisti palestinesi, editori Pakistani, membri dell’OLP della prima ora, figlie di ufficiali Egiziani che hanno fatto la guerra contro Israele, professori arabi e musulmani di diritto, di scienze politiche, di scienze religiose. Tutti: tutti vi diranno le stesse cose.
Il resto del materiale di Obsession non è nulla di più che la propaganda di chi fomenta l’estremismo islamico, nei regimi islamismi, o nelle città dell’Occidente. E’ quello che ci rifiutiamo di vedere, quello che i nostri media non ci vogliono mostrare, o che ci dimentichiamo. E’ la realtà di ogni giorno per chi vive circondato dell’estremismo; sono i messaggi diffusi dalle televisioni palestinesi, libanesi, iraniane, pakistane, saudite, egiziane, sono le recite dei bambini arabi, sono le letture dei loro testi scolastici, sono i film che vedono in TV, sono la musica che ascoltano, sono i giornali che leggono, sono la satira di cui ridono, sono le prediche che ascoltano nella moschea. E’ la quotidianità della loro informazione, della loro istruzione, della loro religione. E’ il dramma di generazioni, di paesi, di centinaia di milioni di persone, di un intero universo che da quando nasce a quando muore vive in un mondo che propaganda odio, celebra la morte e la distruzione, coltiva l’indottrinamento, sviluppa la frustrazione e che la indirizza contro di voi. Vedrete folle sterminate che invocano la vostra morte; vedrete le pubbliche celebrazioni del martirio, vedrete i bambini che spiegano cos’è il jihad, assisterete ai discorsi di quelli che noi chiamiamo leader arabi moderati - di quelli che alcuni dei nostri politici vogliono far diventare interlocutori. E così via, per novanta minuti di film; alla fine avrete coscienza di cosa voglia dire assistervi per una vita intera e di cosa si diventi.
Obsession doveva essere un documentario sull’antisemitismo, su quello che per molti non esiste, che è solo una manifestazione di vittimismo dei tredici milioni di ebrei che la storia ha lasciato sopravvivere. Ma più il progetto andava avanti, più gli autori si sono trovati di fronte alla verità del nostro tempo; che cioè l’estremismo islamico è il nuovo nazismo, la sfida del nostro secolo. E se all’inizio potreste pensare che il problema di cui il documentario parla è solo dell’America o di Israele, Obsession vi farà cambiare idea attraverso le parole di chi è cresciuto odiandovi.
«What begins with the Jews, never ends with the Jews. The Jews are the prologue» [Robert Wistrich; Sassoon Center for Antisemitism]
Qui lo trovate per intero, sottotitolato in francese.
http://video.google.fr/videoplay?docid=1 432100742477106895&hl=fr
Qui l'originale, diviso in spezzoni da 9/10 minuti:
1) http://www.youtube.com/watch?v=8Rw0AjFeu CY
2) http://www.youtube.com/watch?v=D9d3Qds4V Uc
3) http://www.youtube.com/watch?v=Xd9BJ5vaU bE
4) http://www.youtube.com/watch?v=itgK64sJg 88
5) http://www.youtube.com/watch?v=31_MwX8fY W8
6) http://www.youtube.com/watch?v=yFhjtD0Z8 PU
7) http://www.youtube.com/watch?v=RjpVI7rsn fg
8) http://www.youtube.com/watch?v=tLzMdMJOj Bs
Se vi va di andare a vederlo, l'unica occasione è al Summer School 2006 ( http://www.magna-carta.it/summer_school/ adunanze.asp), a Frascati, il 6 Settembre.