Luck134
Un problema recente, che si è imposto in tempi recenti, è quello della guerra asimmetrica, cioè tra una forza armata regolare e la guerriglia.
Seppur presente da diversi secoli, per come la concepiamo nei tempi moderni inizia a farsi sentire dal Vietnam, in cui gli USA, seppur contro una guerriglia per lo più di contadini, ebbero un elevatissimo numero di perdite, nell'ordine delle decine di migliaia.
Un decennio dopo l'URSS si scontrò contro la difficile realtà della guerra asimmetrica, in Afghanistan. Nonostante la pesante superiorità dell'Armata Rossa, una delle più imponenti della storia, la sconfitta fu pesante, con un elevatissimo numero di perdite.
Di recente due scenari, tutt'ora attivi, mostrano i probabili di tale conflitto: Cecenia, in cui per anni la Russia ebbe perdite elevatissime, e Iraq, dove tutt'ora gli USA riescono a malapena a tenere il controllo del territorio.
Sulla carta l'esercito di URSS prima e Russia poi e degli USA è quasi invincibile e nulla potrebbero, teoricamente, formazioni di guerriglia, spesso formate da improvvisati guerriglieri presi dalla popolazione. In teoria e sulla carta, appunto, perché la dura realtà in questi ultimi tempi si è mostrata con i sui pesanti numeri, delle perdite di due enormi eserciti.
Come ritenete opportuno fronteggiare una guerra asimmetrica? Un conflitto in cui i carri armati ed elicotteri si sono dimostrati più bersagli che effettivi aiuti per vincere, dove l'aeronautica è costretta spesso a colpire alla cieca su aree abitate, senza sapere di preciso dove e chi colpire, e dove la fanteria, per quanto ben addestrata, si trova in situazioni in cui è messa a dura prova.
L'esercito USA, di recente, ha capito il problema e si sta spostando verso una suddivisione in brigate, cosa che l'Europa ha fatto già da qualche tempo. Al contempo la Russia ha deciso per una riduzione del proprio organico, a fronte di un miglior addestramento, cambiando e abbandonando la dottrina sovietica.