Ghost85
Una riflessione che mi è venuta in mente qualche giorno fa, che alla fine implica una sottoriflessione. Nella nostra vita passiamo parte del tempo a cercare di capire chi siamo, e come siamo fatti. Questo implica un cercare di comprendere noi e le nostre azioni. Ma tutto questo non è possibile farlo da soli. Le nostre azioni, i nostri gesti, il nostro "IO" non sarebbero altro che niente se non avessimo un metro di paragone. Paragone che deriva da altre persone. Se ipoteticamente un bambino nasce in un luogo sperduto senza umani, come puoi sapere se lui è alto, è basso, è intelligente o stupido, se si comporta bene o male? Per questo ha bisogno di metri di paragone, se altri cento umani sono alti meno di lui, lui allora sarà alto. Ma il problema allora sorge nel momento in cui ci dobbiamo rapportare a un'altra persona per scoprire noi stessi. Infatti il problema è che le altre persone a loro volta variano di persona in persona ai nostri occhi, così come essere possono risultare differenti agli occhi di altre persone ancora. Ecco quindi che il nostro IO diventa un insieme di opinioni e pensieri da parte di "altre persone", che a loro volta però sono solo una parte di ciò che in realtà sono in quanto noi le vediamo in un modo, ma gli altri le vedranno in un altro modo. Quindi ecco che il problema è che noi stessi non siamo altro che dei puzzle formati da dei pezzi che a loro volta sono altri puzzle, in un loop senza fine. Quindi l'uomo per scoprire lui stesso non può far altro che affidarsi a pezzi di puzzle, pezzi che sono composti da altre persone.
Ora, se questo che ho scritto è vero, è d'obbliga una seconda riflessione. Infatti nella vita ci viene sempre insegnato che è sbagliato piacere agli altri, che dobbiamo pensare solo per noi stessi. Ma se è vero che noi stessi siamo ciò che siamo in base agli altri, perché è sbagliato voler piacere a quest'ultimi? Ovvero, se il nostro IO dipende da altre persone, dov'è il problema se vogliamo piacere ad altre persone e quindi far piacere il nostro IO? Perché ci viene insegnato a ignorare ciò che pensa la gente, quando è proprio il loro pensiero a formare noi stessi?
A voi la palla, rispondete per me
fumoffu