Discussione che non verrà cagata di striscio da nessuno. Io vi posto ciò che emerge dall'ultimo disegno di legge per la tutela del minore per quanto riguarda la visione di film e videogiochi. Grazie ad un utente di un altro forum, perchè non ne sapevo nulla!
21/07/07
Il “Disegno di legge recante norme a tutela dei minori nella visione di film e videogiochi”, approvato ieri dal Consiglio dei Ministri, introduce - nell'ambito della riforma dell’attuale sistema di revisione cinematografica - alcune importanti disposizioni relative alla classificazione dei videogiochi, ispirate al sistema di autoregolamentazione europeo PEGI.
Dal 2003 il PEGI si applica a tutti i videogiochi, indipendentemente dal loro formato, adesso anche in ambiente on-line, allo scopo di fornire ai consumatori informazioni chiare ed affidabili che permettano di effettuare scelte di acquisto informate e consapevoli, ed è adottato da tutti gli editori e sviluppatori di giochi interattivi in Europa. In questo contesto l'Italia ha ritenuto opportuno recepire giuridicamente una best practice di autoregolamentazione, prevedendo per legge l’obbligo di adozione del sistema da parte dei produttori e il rispetto dello stesso da parte dei rivenditori commerciali all'atto della vendita al consumatore finale
“Esprimiamo soddisfazione per l’approccio utilizzato nella predisposizione del disegno di legge, che mira a classificare e non a censire i contenuti, in un’ottica di integrazione tra l’Italia e l’Europa. - ha dichiarato Andrea Persegati, Presidente AESVI – L’industria videoludica accoglie positivamente non soltanto il riconoscimento legislativo del sistema di classificazione PEGI, ma anche e soprattutto il recepimento delle linee ispiratrici che ne stanno alla base in tutto l’impianto normativo, attraverso il trasferimento dello stesso modello anche al cinema”. “Nello stesso tempo - ha continuato Persegati - auspichiamo che nel corso dell'iter parlamentare si possa proseguire con questo approccio, moderno e responsabile, senza cadere nell'illusorio rimedio della censura ovvero inserendo procedure o adempimenti burocratici che possano rendere più difficoltosa l'attività degli operatori del settore e meno certa e trasparente l'informazione al consumatore”.
La strada, a parer mio, è quella giusta. Sono d'accordo in toto, e forse, finalmente, anche i media si dovranno arrendere...
