Laureati in Lettere e Filosofia => Call Center ???
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Discussione: Laureati in Lettere e Filosofia => Call Center ???

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  1. #1
    Utente L'avatar di Piroteca
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    Laureati in Lettere e Filosofia => Call Center ???

    Salve gentaglia ,
    La fine del Liceo è ormai prossima e due gravi piaghe flagellano le menti di noi poveri alunni 8(.
    Una di queste è la preoccupazione per gli esami di stato, ma mettiamola da parte, vorrei parlare di quello che succederà dopo: la scelta della facoltà universitaria.
    Dopo un'attenta analisi dell'offerta formativa e degli sbocchi professionali delle varie facoltà sono stato in grado di concludere una sola cosa: con le materie umanistiche non si lavora o, meglio, si fanno lavori che poco c'entrano con la laurea conseguita. Eppure sono sicuro che ci sono altri esseri umani sulla faccia della terra che detestano le scienze matematiche almeno quanto le detesto io, siamo dunque condannati a lavorare nei call center?
    Cosa ne pensate delle facoltà prettamente umanistiche? Cito nel titolo un generico "Lettere e Filosofia", ma, per esempio, che opportunità ha di "campare" un cristiano che si laurea in Lettere dell'antichità (=lettere classiche)? Davvero l'insegnamento nelle scuole è l'unica opportunità che gli si offre? E se così fosse, quanto è difficile ottenere un posto nella pubblica istruzione?
    Forse dovrei cominciare ad aprire il libro di scienze e di matematica.. o forse c'è ancora speranza per chi rifiuta il grigio e asettico mondo degli impiegati e degli ingegneri?

  2. #2
    Utente
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    Citazione Piroteca Visualizza Messaggio
    Dopo un'attenta analisi dell'offerta formativa e degli sbocchi professionali delle varie facoltà sono stato in grado di concludere una sola cosa: con le materie umanistiche non si lavora o, meglio, si fanno lavori che poco c'entrano con la laurea conseguita. Eppure sono sicuro che ci sono altri esseri umani sulla faccia della terra che detestano le scienze matematiche almeno quanto le detesto io, siamo dunque condannati a lavorare nei call center?
    No.

    Ci sono un sacco di facoltà diverse da "Lettere&Filosofia" che offrono sbocchi senza imbottire gli studenti di scienze o di matematica: ad esempio ad Economia di matematica ce n'è pochissima, a Giurisprudenza non ce n'è proprio.
    E sia Economia che Giurisprudenza offrono più sbocchi lavorativi che non Biologia o Geologia.



    Poi intendiamoci, magari finirai da laureato in Legge a lavorare in un call center pure tu, ma sarai in buona compagnia con ingegneri e laureati in Scienze, per cui...

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    Cosa ne pensate delle facoltà prettamente umanistiche? Cito nel titolo un generico "Lettere e Filosofia", ma, per esempio, che opportunità ha di "campare" un cristiano che si laurea in Lettere dell'antichità (=lettere classiche)? Davvero l'insegnamento nelle scuole è l'unica opportunità che gli si offre? E se così fosse, quanto è difficile ottenere un posto nella pubblica istruzione?
    Un ottimo laureato in Lettere ha qualche possibilità di lavorare nell'editoria, ma deve farsi strada con le unghie e coi denti perché la concorrenza è elevata e sono richieste competenze che non si acquisiscono solo seguendo i corsi.

    Un eccellente laureato in Lettere ha qualche timida speranza di diventare ricercatore (la concorrenza qui è ancora maggiore), a patto di "oliare" i professori giusti ed a patto di non essere scavalcato dai soliti "figli di papà".
    Poi dipende anche dove uno si laurea: laurearsi all'università di Arcacavata di Rende non è laurearsi alla Normale, ai fini di una carriera universitaria, non so se mi son spiegato...

    Quanto all'insegnamento è senz'altro possibile, ma va considerato che si tratta di fare anni di SISS a pagamento e che dopo si entra nel girone delle supplenze dalle quali può non essere banale uscirne.
    La cugina di mio padre scelse questa strada e 4 anni fa, ritrovandosi quasi senza pensione (perché con le sole saltuarie supplenze è già difficile mangiare, ma certo una pensione decente non la si mette assieme) e ricorrendo ad una generosa "liquidazione famigliare" che mio padrte le ha gentilmente elargito. Sennò a quest'ora era sotto i ponti.
    Poi chissà, ogni tanto i governi che si succedono fanno delle maxi-assunzioni di insegnanti, ma con Brunetta alla Funzione Pubblica io tenderei ad escluderlo.
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    Forse dovrei cominciare ad aprire il libro di scienze e di matematica.. o forse c'è ancora speranza per chi rifiuta il grigio e asettico mondo degli impiegati e degli ingegneri?
    Avrei alcuni appunti da fare:
    • E' un po' tardi per aprire un libro di matematica: se non ne hai sentito l'esigenza finora è inutile che tu ti dia da fare adesso, vuol dire che non è tra i tuoi interessi ed io sconsiglierei di iniziare un corso di laurea che non interessa.
    • Assurdo che tu sia arrivato all'ultimo anno di liceo (classico?) senza aprire un libro di matematica: assurdo che il "sistema-scuola" sia così lassista da avertelo permesso impunemente, ed assurdo che la matematica e le scienze manchino del tutto ad una persona la cui cultura classica dovrebbe insegnare che anche le scienze hanno qualcosa da dire all'Uomo.
    • Che il mondo degli ingegneri sia "asettico" non ne sarei tanto convinto: non sono ingegnere (ma ce ne sono tanti sul forum), ma ho la sensazione che un laureato in ingegneria oggi per trovare un lavoro decente debba farsi un mazzo quadro, anche con qualche sporadica mansione manuale, per cui lo definirei piuttosto un mondo "sudaticcio".
    • Che il laureato in scienze debba essere un "impiegato" mi sentirei di contestarlo: un buon laureato in scienze prima o poi un lavoro in cui un minimo della sua competenza la metta a frutto lo trova (il che non vuol dire che di questo lavoro riesca a camparci, eh...): non credo che troveremo molti laureati in fisica stabilmente alle poste o dottori in matematica all'ufficio contabilità per tutta la vita.
    • Un'ultima cosa: essere un "colletto bianco" non è un obbligo, per nessuno. Se fare l'ingegnere non ti aggrada, se essere un impegato ti fa ribrezzo, se di fare 5 anni in una facoltà umanistica per poi usare la laurea come fazzoletto non ti garba, puoi sempre andare a lavorare da ora. Un lavoro manuale, probabile, ma che non ricade in alcuna delle classificazioni che a te non piacciono di cui sopra. Qualcuno dovrà pur fare l'operaio.
    Ultima modifica di Gargoyle; 14-05-2008 alle 08:41:25

  3. #3
    Eccoti!!! L'avatar di evuccia1980
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    Citazione Piroteca Visualizza Messaggio
    Salve gentaglia ,
    La fine del Liceo è ormai prossima e due gravi piaghe flagellano le menti di noi poveri alunni 8(.
    Una di queste è la preoccupazione per gli esami di stato, ma mettiamola da parte, vorrei parlare di quello che succederà dopo: la scelta della facoltà universitaria.
    Dopo un'attenta analisi dell'offerta formativa e degli sbocchi professionali delle varie facoltà sono stato in grado di concludere una sola cosa: con le materie umanistiche non si lavora o, meglio, si fanno lavori che poco c'entrano con la laurea conseguita. Eppure sono sicuro che ci sono altri esseri umani sulla faccia della terra che detestano le scienze matematiche almeno quanto le detesto io, siamo dunque condannati a lavorare nei call center?
    Cosa ne pensate delle facoltà prettamente umanistiche? Cito nel titolo un generico "Lettere e Filosofia", ma, per esempio, che opportunità ha di "campare" un cristiano che si laurea in Lettere dell'antichità (=lettere classiche)? Davvero l'insegnamento nelle scuole è l'unica opportunità che gli si offre? E se così fosse, quanto è difficile ottenere un posto nella pubblica istruzione?
    Forse dovrei cominciare ad aprire il libro di scienze e di matematica.. o forse c'è ancora speranza per chi rifiuta il grigio e asettico mondo degli impiegati e degli ingegneri?
    Dato che il mio sogno è poter lavorare con i libri,dopo o durante l'università,seguirò un corso sul restauro di quest'ultimi per poter lavorare presso archivi,biblioteche o se ne avrò la possibilità,aprirne una mia.Io studio filosofia,al momento per cause di forza maggiore,ho dovuto metter di lato l'uni,ma cmq resta quello il mio sogno
    TI VOGLIO BENE PICCOLA

    Evuccia&Cima!

  4. #4
    Blue L'avatar di kokkina
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    08-03
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    Per come la vedo io contano soprattutto l'impegno e la determinazione.
    Pensare "non troverò mai lavoro perché sono laureato in Lettere" significa non trovare mai lavoro.
    Poniti degli obiettivi seri e impegnati per conseguirli, e non intraprendere studi che non ti interessano, butteresti solo il tuo tempo e i tuoi soldi.

  5. #5
    cc84ars
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    Salve gentaglia ,
    La fine del Liceo è ormai prossima e due gravi piaghe flagellano le menti di noi poveri alunni 8(.
    Una di queste è la preoccupazione per gli esami di stato, ma mettiamola da parte, vorrei parlare di quello che succederà dopo: la scelta della facoltà universitaria.
    Dopo un'attenta analisi dell'offerta formativa e degli sbocchi professionali delle varie facoltà sono stato in grado di concludere una sola cosa: con le materie umanistiche non si lavora o, meglio, si fanno lavori che poco c'entrano con la laurea conseguita. Eppure sono sicuro che ci sono altri esseri umani sulla faccia della terra che detestano le scienze matematiche almeno quanto le detesto io, siamo dunque condannati a lavorare nei call center?
    Cosa ne pensate delle facoltà prettamente umanistiche? Cito nel titolo un generico "Lettere e Filosofia", ma, per esempio, che opportunità ha di "campare" un cristiano che si laurea in Lettere dell'antichità (=lettere classiche)? Davvero l'insegnamento nelle scuole è l'unica opportunità che gli si offre? E se così fosse, quanto è difficile ottenere un posto nella pubblica istruzione?
    Forse dovrei cominciare ad aprire il libro di scienze e di matematica.. o forse c'è ancora speranza per chi rifiuta il grigio e asettico mondo degli impiegati e degli ingegneri?
    sì, c'è speranza. Devi essere molto bravo o avere amici nei posti giusti. C'è l'editoria, il giornalismo. Credo comunque che siano molto più importanti le pubblicazioni che il percorso universitario.

  6. #6
    cc84ars
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    Assurdo che tu sia arrivato all'ultimo anno di liceo (classico?) senza aprire un libro di matematica: assurdo che il "sistema-scuola" sia così lassista da avertelo permesso impunemente, ed assurdo che la matematica e le scienze manchino del tutto ad una persona la cui cultura classica dovrebbe insegnare che anche le scienze hanno qualcosa da dire all'Uomo.
    Buh, io nemmeno l'ho mai aperto a scuola, e non ne ho mai sentito la benchè minima mancanza. Credo che lo stesso si possa dire di quelli che non aprono il libro di latino.

    Citazione Gargoyle Visualizza Messaggio
    Un'ultima cosa: essere un "colletto bianco" non è un obbligo, per nessuno. Se fare l'ingegnere non ti aggrada, se essere un impegato ti fa ribrezzo, se di fare 5 anni in una facoltà umanistica per poi usare la laurea come fazzoletto non ti garba, puoi sempre andare a lavorare da ora. Un lavoro manuale, probabile, ma che non ricade in alcuna delle classificazioni che a te non piacciono di cui sopra. Qualcuno dovrà pur fare l'operaio.
    Scusami Gargoyle ma, escludendo il suicidio, tu vedi come unica alternativa un futuro lavorativo grigio, insoddisfacente e sottopagato per il 90% di noi che siamo qui? (io, per me, mi raccolgo i soldi e vado ad aprirmi un bar in Bolivia, lo faccio gestire da un indigeno e campo di rendita)

  7. #7
    swisstux
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    Scusami Gargoyle ma, escludendo il suicidio, tu vedi come unica alternativa un futuro lavorativo grigio, insoddisfacente e sottopagato per il 90% di noi che siamo qui? (io, per me, mi raccolgo i soldi e vado ad aprirmi un bar in Bolivia, lo faccio gestire da un indigeno e campo di rendita)

    fare l'operaio non è male, anzi sinceramente preferirei fare il falegnamo o similia piuttosto che lavorare in un call center o insegnare per due tozzi di pane. Ed è un bel lavoro (mio papà lo fa.)

  8. #8
    Amico Fritz L'avatar di Scudrera
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    fare l'operaio non è male, anzi sinceramente preferirei fare il falegnamo o similia piuttosto che lavorare in un call center o insegnare per due tozzi di pane. Ed è un bel lavoro (mio papà lo fa.)
    Il falegname è un gran bel mestiere, lavorare il legno dà soddisfazione.
    "O FORTUNA, COME PERDO QUESTO REGNO SENZA AVER ROTTO UNA LANCIA!" Ferrandino

  9. #9
    cc84ars
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    fare l'operaio non è male, anzi sinceramente preferirei fare il falegnamo o similia piuttosto che lavorare in un call center o insegnare per due tozzi di pane. Ed è un bel lavoro (mio papà lo fa.)

    Vuoi mettere lavorare sotto il sole, traportare pietre e tornare a casa sporchi di calce con entrare in classe, fare essenzialmente quello che si vuole e tornarsene a casa dopo tre ore? Suvvia.

  10. #10
    McAsh
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    Vuoi mettere lavorare sotto il sole, traportare pietre e tornare a casa sporchi di calce con entrare in classe, fare essenzialmente quello che si vuole e tornarsene a casa dopo tre ore? Suvvia.
    e in più ti fai tutti i ponti possibili e immaginabili;senza contare le vacanze natalizie e estive che sono assicurate.

  11. #11
    Utente L'avatar di Piroteca
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    Citazione Gargoyle Visualizza Messaggio
    Avrei alcuni appunti da fare:
    • E' un po' tardi per aprire un libro di matematica: se non ne hai sentito l'esigenza finora è inutile che tu ti dia da fare adesso, vuol dire che non è tra i tuoi interessi ed io sconsiglierei di iniziare un corso di laurea che non interessa.
    • Assurdo che tu sia arrivato all'ultimo anno di liceo (classico?) senza aprire un libro di matematica: assurdo che il "sistema-scuola" sia così lassista da avertelo permesso impunemente, ed assurdo che la matematica e le scienze manchino del tutto ad una persona la cui cultura classica dovrebbe insegnare che anche le scienze hanno qualcosa da dire all'Uomo.
    • Che il mondo degli ingegneri sia "asettico" non ne sarei tanto convinto: non sono ingegnere (ma ce ne sono tanti sul forum), ma ho la sensazione che un laureato in ingegneria oggi per trovare un lavoro decente debba farsi un mazzo quadro, anche con qualche sporadica mansione manuale, per cui lo definirei piuttosto un mondo "sudaticcio".
    • Che il laureato in scienze debba essere un "impiegato" mi sentirei di contestarlo: un buon laureato in scienze prima o poi un lavoro in cui un minimo della sua competenza la metta a frutto lo trova (il che non vuol dire che di questo lavoro riesca a camparci, eh...): non credo che troveremo molti laureati in fisica stabilmente alle poste o dottori in matematica all'ufficio contabilità per tutta la vita.
    • Un'ultima cosa: essere un "colletto bianco" non è un obbligo, per nessuno. Se fare l'ingegnere non ti aggrada, se essere un impegato ti fa ribrezzo, se di fare 5 anni in una facoltà umanistica per poi usare la laurea come fazzoletto non ti garba, puoi sempre andare a lavorare da ora. Un lavoro manuale, probabile, ma che non ricade in alcuna delle classificazioni che a te non piacciono di cui sopra. Qualcuno dovrà pur fare l'operaio.
    Bene grazie per i consigli e anche per "gli appunti" fatti. E' evidente che hai interpretato male il mio post perciò ecco alcuni chiarimenti: la scuola italiana è lassista, è vero, ma quando ho detto "è ora di aprire il libro di matematica" non intendevo certo letteralmente... mi consenta ma arrivare in quinto al liceo scientifico senza studiare matematica, fisica e scienze è impossibile, anche in Italia e anche in Calabria (visto che hai citato l'Università di Arcavacata).
    Altra precisazione: neanche asettico va inteso letteralmente, o almeno non come lo hai inteso tu. Personalmente non trovo passione nel risolvere astrusi problemi, non c'è interesse (da parte mia, ovvio) nel correggere stringhe in Java o trovare la derivata ottantesima di una funzione, detto questo voglio precisare che nessuno qui intende insultare gli ingegneri che sudano le camicie e nè tantomeno sottovalutare l'importanza delle scienze.
    Qui si parla di passioni e di interessi per l'arte stessa, di una forma mentis che si è ormai adagiata su posizioni umanistiche.

    Parlo personalmente, vorrei continuare a studiare lettere, ma ho paura di fare la fame per il resto della vita, il problema è questo.
    Degli operai poco mi importa, li lascio a chi non ha nè arte nè parte.

  12. #12
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    La realtà è che siamo in un mondo dove la scienza, la legge e l'ingegneria sono fondamentali.
    Di gente che piange su quattro parole di Catullo ne abbiamo fin troppa, non produce, non innova, costa.

    Non per essere negativo sui professori, sarei di parte, ma per far capire che se diventare professori fosse UN POCHINO più difficile nel giro di una generazione la situazione per i laureati nelle umanistiche sarebbe sicuramente più rosea.
    Invece vengono a insegnare persone buone come cani e porci, e personalmente io, di professori di matematica criticati quanto i/le prof delle materie umanistiche non ne ho mai sentiti.

    Forse perchè un'equazione mi deve venire giusta. Forse perchè molte materie umanistiche sono obsolete attualmente, sono un'extra, ma non servono attualmente a fare nulla di pratico.
    Semplicemente lo sono andati a fare in troppi, e la cosa più triste è che ci sono riusciti. In troppi.

  13. #13
    Cecchino L'avatar di Brolyssj4
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    purtroppo è così, ormai le nostra società richiede ingegneri e in generale persone con elevate capacita' in ambito scientifico, al di la' del diventare un professore non vedo molto sbocchi nell'ambito umanistico, se proprio non ti piace la matematica potresti scegliere economia o legge, che hanno poca matematica e ti permettono di avere un lavoro decente.

    piccolo ot: 1300 messaggi

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