DUE VOCI CHE SI INTERSECANO.
UNA È QUELLA DEL NARRATORE ONNISCIENTE, che invita il lettore a non andare oltre le prime pagine perché in questo libro si parla di una mezzasega. “Se stai per metterti a leggere, evita. Tra un paio di pagine vorrai essere da un’altra parte. Perciò lascia perdere.” Solo la prima pagina di “Soffocare” vale il prezzo del biglietto. Davvero. Questa voce racconta, nell’arco del libro, la formazione del protagonista.
Educato da una madre attivista e un po’ pazza, sempre in fuga dalla polizia e che lo rapisce dalle diverse famiglie adottive. L’altra voce è quella di Victor Mancini (il protagonista…la mezzasega, per l’appunto). Ormai è sulla trentina d’anni ed ha alcuni problemi. La sessodipendenza, la madre in una clinica costosa, un lavoro che lo costringere a vivere “nel ‘700”, un amico fuori di testa che gli riempie la casa di pietre, una ricerca della verità sul suo passato prima che sua madre muoia.
Victor Mancini è un loser, un fallito, un ex-studente di medicina che applica le sue conoscenze osservando attentamente l’epidermide delle lap-dancer all’opera. Mancini va nei ristoranti, si riempie la bocca di cibo fino a strozzarsi, in attesa dell’eroe di turno disposto a salvarlo in qualche modo. Così facendo ottiene l’affetto di cui ha bisogno, fa sentire un eroe un’altra persona alla quale si lega in maniera indissolubile e dalla quale ogni tanto ci scappa un regalo in vil pecunia. Con tali soldi riesce a pagare le cure alla madre, che non lo riconosce neanche. Ormai sono molti gli “eroi” che gli spediscono i biglietti d’auguri per Natale.
In “Soffocare” si intrecciano molti temi, forse troppi. Ma il libro è scritto con un ritmo vorticoso e un linguaggio che ha pochi pari nella letteratura contemporanea. Uno stile unico e sempre più riconoscibile e immediatamente identificabile. “Soffocare” È il quarto libro di Palahniuk tradotto in Italia. Gli altri sono “Fight Club”, “Invisible Monsters” e “Survivor”. Il tema che accomuna tutta l’opera di Palahniuk è una feroce critica alla nostra società (una feroce critica a noi), in grado di creare, con la burocrazia e le leggi, schiavi illusi di essere liberi. Chi ha visto anche solo la trasposizione cinematografica di Fight Club può farsi un’idea di che cosa si sta parlando.
Il mondo non è più un mondo ma una nave da crociera. La via d’uscita da questa schiavitù è infrangere le regole, andare oltre ai limiti, farsi di droga, farsi di sesso, farsi di alcol, farsi di cibo. Staccare per un solo attimo.
In soffocare si incontrano: studentesse che si fanno violentare per finta (attente a non sporcare il copriletto); donne realizzate che cercano avventure nei bagni dei Concorde (business class, of corse!), degenti anziani - con le loro terrificanti patologie - che cercano chi accusare per i guai della loro vita; e ogni sorta di personaggi sbandati, assurdi, usciti da tutte le leggende metropolitane che si possano immaginare.
“Soffocare” è un libro che racconta di un ragazzino fattosi uomo, pessimo uomo, ma sempre uomo. Il ragazzino prende come filosofia di vita un filmino porno. Nel filmino porno un tipo si fa infilare una ad una delle caldarroste nel retto. Se le fa infilare da una scimmia. E ride felice con lo sguardo in macchina.
L’assunto al quale giunge il ragazzino è il seguente: dopo che uno si sottopone allo sguardo di chiunque in un momento del genere, non temerà più nulla dalla vita.
Questo è Chuck Palahniuk. Giù il cappello. Davvero.