Dal titolo vi starete immaginando un racconto surreale alla dailyrando, ma,purtroppo, non è questo il giorno per farsi due risate a meno che non siate sociopatici e amiate l'humor nero.
Molti utenti hanno aperto topic simili (la maggioranza di essi usa fake per la vergogna anche se non ne vedo il motivo,ma tant'è) inerenti alle proprie situazioni familiari solitamente pessime,talvolta raccapriccianti;vi voglio raccontare un frammento della mia esistenza che mi sta facendo soffrire più del previsto da due mesi a questa parte.
Ho una sorella di diciannove anni,tre in meno di me,la quale ha appena finito le scuole superiori diplomandosi con ottimi voti date le sue brillanti capacità a livello scolastico e sono sempre stato contento per lei,con un pizzico d'invidia però,il sottoscritto non è mai andato sopra il discreto come media anche se non ha mai aperto il libro in vita sua.
Suppongo che tutti i primogeniti da bambini abbiano vissuto i classici litigi con i fratellini o le sorelline e credo che tutti i qui presenti si siano visti estirpare la ragione dalle proprie braccia,anche se la detenevano;futilità o questioni di vita o di morte non fanno la differenza,m'importa il concetto.
Fino a quando la propria esistenza non differisce molto da quella dei nostri fratelli nessuno pensa alle conseguenze che questo atteggiamento da parte dei genitori possa divenire il nucleo di enormi sofferenze ed ingiustizie,eppure l'avevo previsto che sarebbe successo e più il tempo passava più mi rendevo conto di aver centrato in pieno la situazione.
Dopo il diploma la mia famiglia respinse ogni domanda inerente al mio futuro in ambito universitario,per ogni singola possibilità che offrivo vedevo,prima di finire la frase,le ciglia aggrottate ed il labbiale che si preparava ad esclamare un deciso : "No".Per un anno ho trattato con loro e nonostante il loro divorzio avvenuto ben dieci anni fa sembravano piuttosto uniti e determinati in questa discussione,le motivazioni cambiavano con il passare dei minuti ed ogni mio ragionamento diveniva futile dato che fu eretto un muro estremamente solido tra me e loro.
Al tempo,cercavo di autoconvincermi con bugie patetiche sulla realtà dei fatti,cercavo di fuggire a quell'incubo,ma ancora oggi non sono riuscito a svegliarmi,assopito nelle mie paure ed unitosi al mio carattere il destino sta creando un "non-futuro" per il sottoscritto,o perlomeno,un percorso a senso unico.
Comprendo che al giorno d'oggi non si navighi nell'oro,ma una possibilità,un solo semestre di prova si poteva tentare,mi hanno sempre mantenuto fino a poco tempo fa ed ora salta fuori che non v'è scelta?Nessuno è stato licenziato o degradato,ma qualcosa me lo si vuole nascondere,peccato che il qui presente non sia un completo idiota a differenza di come la pensano certe persone.
Arriviamo al punto cruciale della discussione,mi sono dilungato fin troppo.Mia sorella,alla domanda "potrei tentare di fare l'università,possibilmente a parma,quest'anno?Farò molti lavoretti per cercare di compensare le vostre spese,ve lo prometto".
La risposta dei miei genitori:"Ma certamente figliola e non prenderti la briga di cercare dei lavoretti part-time,ti farebbero calare di molto la concentrazione".
Ora,dopo aver assistito in diretta a questa affermazione,come pensate che io possa continuare a rispettare e a dare la mia disponibilità in casa verso i miei familiari?
Anche se avessero cercato di nascondere i loro "piani",avrei compreso lo stesso,non è quello il problema.
Provai a parlare a mia sorella qualche giorno fa dato che è in procinto di iniziare l'anno universitario con spese,benzina,autovettura e svaghi completamente pagati dagli stessi genitori che forse,ma dico forse(amnesia maschilista,o chissà quale altra complicata macchinazione)non si ricordano di avere un altro figlio che non ha mai avuto vizi di alcun tipo,non ha mai avuto atteggiamenti violenti o ribelli verso il nucleo familiare dato il proprio carattere estremamente timido,che non ha mai dimostrato di avere le classiche problematiche comportamentali dei suoi coetanei:insomm,non un figlio modello,ma perlomeno rispettabile.
Essere messi in secondo piano è consueto e comprensibile,non essere presi minimamente in condizione di tentare delle attività diverse da quelle attuali è incomprensibile,avere due figli ma dare tutto ad uno e dare gli scarti all'altro(letteralmente,questo è solo la goccia che fa traboccare il vaso)è di un'empietà senza eguali.
La mia unica soddisfazione potrebbe essere una reazione "inusuale" di mia sorella che mandi all'aria tutti i piani che si sono organizzati nelle loro menti sadiche per tutti questi anni,il che,effettivamente,non è un granchè.
Da buona "ultima ruota del carro",qualcuno di voi comprende appieno la mia situazione?
In caso contrario,dite pure quello che pensate e perdonate lo sfogo,ma la sofferenza e la rabbia mischiate ed accumulate mi portano anche a questo.