La solitudine. C'è chi la ignora, c'è chi la cerca, c'è chi la evita. Indubbiamente, è una delle sensazioni in assoluto più brutte che possa colpire un essere umano. Il sentirsi soli è una sofferenza inaudita, per chi come l'uomo cerca costantemente la compagnia di altri suoi simili. Una carezza, una risata, un bacio di un'altra persona hanno su di noi un effetto benefico, che ci fa stare meglio. Il sentirci amati, il sentirci apprezzati, ci aiuta nelle situazioni difficili. Chi si sente solo, chi cerca la solitudine, rinuncia volontariamente allo star bene.
Eppure in un mondo sempre più pieno, ci si sente sempre più soli. Siamo nell'era di Facebook, nell'era della vetrina informatica. Il nostro volerci far vedere dagli altri si tramuta in una violazione della nostra privacy, alla ricerca di qualcun altro che possa parlar di noi. Un commento alle nostre foto, ai nostri racconti, alle nostre vite. Ci esponiamo volontariamente al giudizio altrui, di gente sconosciuta, di gente che dopo cinque minuti non penserà più a noi. Che si dimenticherà. Centinaia di conoscenti virtuali, gente con cui quotidianamente parliamo, e che molti arrivano a definire "amici". Ma cos'è davvero un amico. E' una persona della quale fidarci, una persona alla quale confidare i nostri problemi, una persona con la quale condividere parte di noi. Si è davvero amici di gente che pensa a noi solo nell'atto di vedere una foto, per poi dimenticarci come si dimentica un petalo spazzato via dal vento?
Siamo in grado di parlare con tutto e con tutti, ma a quale prezzo? Lentamente ci si dimentica dell'importanza del non apparire, l'importanza del non essere conosciuti dagli sconosciuti. Su youtube ogni giorni viaggiano milioni di byte di persone che vogliono mettersi in mostra. Non importa come, l'importante è apparire, è essere conosciuti. Siamo spinti a compiere atti diplorevoli solo per il gusto di essere visti da qualcuno, per sentire il nostro nome sulle labbra altrui.
E contemporaneamente diventiamo tutti più soli, in una continua ricerca di popolarità e fama, ci si dimentica della bellezza dell'avere pochi amici, ma veri. La bellezza del poter sempre contare su qualcuno di sincero. Una solitudine che ci penetra dentro e ci spinge a cercare qualcuno altrove, incapaci di trovarlo nello sguardo di chi ci è vicino.
Una società basata sull'apparire, sull'importanza dell'essere non può che generare solitudine. Il peso del non essere conosciuti penetra dentro di noi, ci costringe a urlare in un mondo urlante. Ci fa perdere di vista che è il silenzio, il modo migliore per farsi notare nel caos.
Sui vari forum sempre più persone si sentono sole, sempre più persone vogliono trovare nuovi amici. L'amico diventa un avatar, una scritta, un gruppo di puntini ai quali confidare le nostre disgrazie e le nostre avventure.
E' questo il prezzo da pagare per voler vivere in una società il cui concetto di fama sia collegato all'apparire? Nella quale ogni persona è sempre più sola in un mondo pieno? Dove si hanno centinaia di amici su Facebook in tutta Italia, ma non si conoscono i propri vicini di casa? Vale la pena mettere in mostra la propria privacy, per non sentirsi soli?
fumoffu