marcodead
E' un pò che non apro un bel topic di seghe mentali su Agorà.
Mi chiedevo: voi riuscite a vivere serenamente i rapporti con le altre persone?
Se incontrate un/a ragazzo/a che vi piace,con il quale vi trovate bene,tendete ad idealizzarlo e ad "innamorarvene",con tutte le conseguenze del caso (attaccamento,gelosia,invidia,ma anche improvvisi sbalzi d'umore,entusiasmo,e così via)o riuscite a vivere il "rapporto" (in senso generale,"rapporto umano" diciamo)senza tutte queste ansie e patemi?
Personalmente,mi sto rendendo conto che i periodi per me più sereni coincidono con quelli di parziale isolamento dal mondo esterno.Insomma,se non ho una persona per la testa,se non sono particolarmente legato a qualcuno,sto più sereno,benchè alla fine senta dentro di me uno stimolo a cercare contatti umani,ad innamorarmi,a soffrire di nuovo.
Sono perfettamente consapevole di non aver detto nulla di nuovo: basti vedere la filosofia Buddhista per rendersi conto di come l'innamoramento non sia visto propriamente come una cosa "giusta" (passatemi il termine,anche se è chiaro che riferendosi al Buddhismo termini come giusto e sbagliato ci azzeccano ben poco).Lì si predica l'amore universale,ricco di compassione ma privo di attaccamento.
In occidente invece si è soliti elevare l'amore: Romeo e Giulietta,i sonetti del Petrarca,ecc ne sono un chiaro esempio.
Insomma,voi cosa ne pensate?Anche per voi scatta il meccanismo dell'attaccamento,ogni qual volta vi sentiti legati a qualcuno?