Alitalia- il ritorno della Francia
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Discussione: Alitalia- il ritorno della Francia

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  1. #1
    Utente L'avatar di Wawwowo
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    Alitalia- il ritorno della Francia

    http://www.repubblica.it/2008/12/sez...-alitalia.html

    A Parigi il 25% per 300 milioni. Ecco come sarà la nuova Alitalia
    Un conto da 4 miliardi
    Accordo fatto con Air France
    di TITO BOERI

    DIECI mesi dopo, con quasi lo 0,3 per cento di pil sottratto ai contribuenti e 7.000 posti di lavoro in meno, Alitalia torna a parlare francese. Era il 14 marzo 2008 quando Air France-KLM depositava la propria offerta vincolante, subito accettata dal Consiglio di Amministrazione di Alitalia. Sono stati 10 mesi da incubo per i viaggiatori, presi ripetutamente in ostaggio in una battaglia senza esclusioni di colpi in cui la politica ha occupato un ruolo centrale, dimentica della recessione che ci stava investendo. In questi 300 giorni gli italiani hanno visto franare il prestito ponte di 300 milioni di euro concesso quasi all'unanimità dal Parlamento italiano. Oltre a perdere così un milione al giorno, i contribuenti si sono accollati i debiti contratti dalla bad company per quasi tre miliardi.

    Ci sono poi circa 7.000 posti di lavoro in meno nella nuova compagnia rispetto all'offerta iniziale di Air France, che comporteranno, oltre ai costi sociali degli esuberi (soprattutto di quelli che riguardano i lavoratori precari), oneri aggiuntivi sul contribuente legati al finanziamento in deroga degli ammortizzatori sociali, per almeno un miliardo di euro. Il conto pagato dal contribuente è, dunque superiore ai 4 miliardi di euro, più o meno un terzo di punto di pil, quasi due volte il costo della social card e del bonus famiglia messi insieme.

    Sarà Air France-KLM l'azionista di maggioranza, in grado di decidere vita, morte e miracoli della compagnia sorta dalle ceneri di Alitalia. Poco importa che sia italiana la faccia, che si chiami ancora Alitalia la nuova compagnia. Sarebbe stato così comunque, anche con il 100 per cento del capitale nelle mani di Air France-KLM. Come canta Carla Bruni, chi mette la faccia "non è nulla", chi mette la testa "è tutto".

    La composita cordata italiana ha dovuto subito rinunciare all'italianità della compagnia perché non era da sola in grado di far decollare neanche il primo aereo, previsto in volo sui nostri cieli il 13 gennaio prossimo venturo. Air France rileva il 25% della nuova compagnia, versando 300 milioni. Questo significa che il 100 per cento del capitale viene oggi valutato 1200 miliardi, circa 150 milioni in più dei 1052 pagati a Fantozzi da Colaninno e soci solo un mese fa. Questo sovrapprezzo si spiega col fatto che CAI ha nel frattempo acquisito Air One. Si tratta di una compagnia in crisi, con un debito verso i soli fornitori valutato attorno ai 500 milioni di euro, ma il valore dell'acquisizione di Air One è tutto nella soppressione dell'unico concorrente sulla tratta Milano-Roma, consumatosi con il beneplacito della nostra Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato. Anche questi 150 milioni vanno aggiunti al conto pagato dagli italiani. E' sono sicuramente una sottostima dei costi che dovremo pagare per la mancata concorrenza.

    Conti fatti, è soprattutto Air France dunque ad aver fatto un affare. Rileva una compagnia più leggera di 7000 dipendenti rispetto a quella che avrebbe acquisito nel marzo scorso, che ha nel frattempo assunto una posizione di monopolio nella tratta più redditizia versando molto meno di quel miliardo su cui si era impegnata solo 10 mesi fa.

    Dopo avere subìto un danno ingente in conto capitale e avere assistito alla beffa finale di vedere documentata, nero su bianco, la svendita della loro compagnia di bandiera allo straniero da parte dei "patrioti" della Cai, i cittadini italiani rischiano ora di vedere salire ulteriormente le tariffe aeree, in barba alla deflazione. Per scongiurare questo pericolo l'Autorità Antitrust dovrà assicurarsi fin da subito che gli slot lasciati liberi da Alitalià vengano venduti sul mercato. Le speranze di concorrenza in Italia riposano ormai solo sull'ingresso di Lufthansa-Italia nella tratta Milano-Roma. Varrà senz'altro molto di più della moral suasion esercitata da chi, dopo aver benedetto la fusione fra CAI e Air One il 3 dicembre scorso, oggi promette di monitorare da vicino le tariffe della nuova compagnia.
    (2 gennaio 2009)
    Che dire, la coerenza e l'amor Patrio del nostro Governo si fan sempre sentire
    We are all heroes; you and Boo and I. Hamsters and rangers everywhere, rejoice!

    Allora a Fingolfin parve di antevedere la totale rovina dei Noldor e l'irrimediabile sconfitta di tutte le loro casate; e, in preda all'ira e alla disperazione balzò sul suo grande cavallo Rochallor e partì tutto solo, che nessuno avrebbe potuto trattenerlo[...] E cosi giunse solo ai cancelli di Angbad e soffiò nel corno, e picchiò ancora e ancora le porte di bronzo, sfidando Morgoth a uscire e ad affrontarlo a singolar tenzone. E Morgoth uscì.

    “Un dirigente che guadagna 650.000 euro all’anno, se non può permettersi il lusso di acquistare una bella vettura con il proprio guadagno meritato, vuol dire che è troppo avaro, o è stupido, o è disonesto. La nazione non ha bisogno di nessuna di queste tre figure”

  2. #2
    Mister Y L'avatar di Mister Y
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    Che era la medesima proposta (bocciata) di due anni fa se non ricordo male. Sarà bocciata di nuovo, temo.

  3. #3
    Don't be scared homie! L'avatar di Makaveli
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    Ci sono poi circa 7.000 posti di lavoro in meno nella nuova compagnia rispetto all'offerta iniziale di Air France

    Eh?

    Vorrei la fonte riguardo a questa affermazione, perché mi sembra un pochettino una stronzata. Secondo i sindacati gli esuberi erano più o meno gli stessi.

    Comunque l'entrata di un partner straniero era prevista dall'inizio, non che queste mezze-false notizie siano una novità per Repubblica.

  4. #4
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    Citazione Makaveli Visualizza Messaggio
    Ci sono poi circa 7.000 posti di lavoro in meno nella nuova compagnia rispetto all'offerta iniziale di Air France

    Eh?

    Vorrei la fonte riguardo a questa affermazione, perché mi sembra un pochettino una stronzata. Secondo i sindacati gli esuberi erano più o meno gli stessi.

    Comunque l'entrata di un partner straniero era prevista dall'inizio, non che queste mezze-false notizie siano una novità per Repubblica.
    Tito Boeri (Milano, 3 agosto 1958) è un economista italiano.
    Si è laureato in economia nel 1983 all'Università Bocconi, dove attualmente insegna; nel 1990 ha ottenuto il dottorato in economia alla New York University. Nella prestigiosa università milanese, è stato il primo professore ad introdurre un corso interamente in lingua inglese. Attualmente insegna Economia del mercato del lavoro (Labour Economics).
    È stato consulente del FMI, della Banca Mondiale, della Commissione europea e del governo italiano, nonché senior economist all'OCSE dal 1987 al 1996. Ha collaborato con il quotidiano La Stampa e, dal 1 maggio 2008, collabora con il quotidiano la Repubblica. Ha fondato, con il contributo di altri economisti, i siti lavoce.info (rivista on line su cui si confrontano le opinioni sull'economia italiana e internazionale) e Voxeu.org.

  5. #5
    Don't be scared homie! L'avatar di Makaveli
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    Citazione dagospia Visualizza Messaggio

    Le tue risate denotano una mancanza di argomentazione o che?

    Vuoi che ti posti il curriculum del premio Nobel che sostiene come l'AIDS sia provocato dai vaccini per l'HIV?

  6. #6
    Utente L'avatar di skeline
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    al nurburgring
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    bello, hanno comprato alitalia per 427 milioni ed ora dopo qualche mese ne vendono il 25% a 350.
    sanno proprio fare gli affari questi imprenditori italiani
    anzi ,in realtà, lo stato italiano ha incassato soltanto qualche decina di milioni.

    "
    La somma definitiva che gli imprenditori dovranno pagare sarà di 1miliardo e 52 milioni di euro, molto inferiore di quanto ci si aspettasse. La C.A.I. pagherà subito 100 milioni di euro, altri 327 potrà pagarli entro sei mesi, mentre si dovrà accollare 625 milioni di euro di debiti che nel frattempo aveva accumulato la vecchia società.
    Come si vede, le condizioni sono particolarmente vantaggiose, perché i debiti che devono essere pagati dalla nuova Società sono quelli contratti da Alitalia con i fornitori di carburanti, con gli aeroporti per le spese di gestione, per tasse e contributi che nel frattempo la vecchia Compagnia non aveva potuto pagare. Tutte spese contrattabili e che si possono pagare a rate. Infatti, i debitori sono ben contenti di aiutare coloro che pagheranno quello che loro stessi pensavano di avere definitivamente perduto.
    I 100 milioni erano indispensabili da versare subito, perché il Commissario Fantozzi non aveva in cassa i soldi per avviare le pratiche di mobilità, ne tanto meno poteva pagare stipendi e tredicesime ai dipendenti.
    Restano i 327 milioni di euro che saranno pagati dagli imprenditori privati alla vecchia compagnia, questi ultimi serviranno ad estinguere il prestito di 300 milioni che l'Alitalia aveva ottenuto nello scorso mese di Aprile, mentre i rimanenti 27 milioni serviranno a pagare gli oneri della gestione commissariale, le spese legali e la chiusura definitiva della Compagnia di Bandiera.
    "
    http://ilcorrieredelweb.blogspot.com...ai-prezzi.html


    con il 25% air france comanda in alitalia dato che è l'azionista di maggioranza ( i singoli imprenditori hanno circa il 5% a testa) , daltronde tronchetti provera controllava telecom con lo 0,8 delle azioni.
    Ma forse è meglio così, infatti questi "coraggiosi" imprenditori non mi pare siano dei grandi esperti di areonautica.

    ricapitolando abbiamo 16 impavidi imprenditori ed airfrance che fanno un affarone.
    berlusconi che organizzando una vendita privata a cai escludendo compagnie o azionisti esteri in nome dell' "italianità" dell'azienda, ne esce vincitore.

    e 60 milioni di persone che pagano e si trovano con una compagnia aerea che è monopolista sul proprio territorio nazionale. Ovviamente essendo in italia queste persone sono felici di averlo preso nel didietro.

    ps. entro qualche anno l'azienda sarà al 100% di airfrance.
    Ciò! questi "poveri" imprenditori dovranno pur avere qualche soldo per mettere le mani nel "magna magna all'italiana", l'expo 2015.


  7. #7
    Utente L'avatar di Marko
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    Citazione skeline Visualizza Messaggio
    ps. entro qualche anno l'azienda sarà al 100% di airfrance.
    Ma magari, così questo patetico teatrino chiuderebbe.

    Tanto la cosa ormai non mi fa più caldo né freddo visto che non prenderò mai più Alitalia finché avrò vita.

  8. #8
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    Freccia

    Condivido con Makaveli il dubbio su quei 7000 posti in meno.

    Ma questo non cambia il quadro generale della situazione: noi contribuenti abbiamo speso miliardi di € per sovvenzionare qualche mese di vita di una compagnia morente quando poteva venderla subito ai francesi.

    Invece ora non gliela vendiamo, gliela regaliamo direttamente.

    Perché questo diastro?

    Chiaramente c'è stato un intento politico, dietro, andato in malora.
    E' stata la volontà delle "forze del Nord" (Lega Nord, ma non solo) di salvare ad ogni costo uno scalo (Malpensa) che ha sempre e solo generato debiti: è sempre stato uno scalo di troppo, inutile negarlo, e così il "partito del Nord" si è opposto alla vendità ad Air France (perché Air france non ci vuole rimettere e vuole declassare Malpensa). Il "partito del Nord" si è circondato di imprenditori pronti a supportare questa "causa". Se non che poi questi imprenditori i soldi per mandare avanti la baracca non li hanno davvero, e quindi siamo tornati alla soluzione di prima: cedere il controllo di tutto ai francesi, che faranno come vorranno loro.


    L'acume strategico del "partito del Nord" è questo, pochi cazzi: la classe politica della Prima Repubblica sarà pure stata anche corrotta e mafiosa, però era composta da gente che usciva dalle scuole di partito e che spesso quanto a competenze sapeva il fatto suo: se quelli si davano un obiettivo strategico lo raggiungevano.
    Il "partito del Nord" invece non riesce neppure a tutelare gli interessi particolari del proprio territorio, del proprio retrobottega: ha senso un partito territoriale che non sa tutelare il territorio?

  9. #9
    Utente L'avatar di Marko
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    uno scalo (Malpensa) che ha sempre e solo generato debiti: è sempre stato uno scalo di troppo, inutile negarlo
    No scusa ma questa non la capisco.
    Malpensa è il più grande scalo del Nord Italia è l'equivalente di Fiumicino per il centro e il sud, direi che gli aeroporti "di troppo" sono tutti meno quelli di Milano e Roma.

  10. #10
    Amico Fritz L'avatar di Scudrera
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    Mah, non era meglio se la vendevano ai francesi a suo tempo?
    Si vede che chi ha dovuo gestire questa situazione ha fallito.
    "O FORTUNA, COME PERDO QUESTO REGNO SENZA AVER ROTTO UNA LANCIA!" Ferrandino

  11. #11
    Unforgivable L'avatar di Thorin
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    E' stata la volontà delle "forze del Nord" (Lega Nord, ma non solo) di salvare ad ogni costo uno scalo (Malpensa) che ha sempre e solo generato debiti: è sempre stato uno scalo di troppo, inutile negarlo, e così il "partito del Nord" si è opposto alla vendità ad Air France (perché Air france non ci vuole rimettere e vuole declassare Malpensa).
    Perchè appunto Lufthansa che dai primi di febbraio a Malpensa ci si basa direttamente, senza affidarsi all'inefficienza politicizzata di Alitalia, ha come obiettivo primario quello di generare perdite.

    Se a Malpensa tutte le compagnie riescono a guadagnare e Alitalia con le ultime fallimentari gestioni no, non credo che il problema stia nell'aeroporto, checchè ne dica Alemanno e soci.

    Air France declassa Malpensa perchè cpnta di spostare tutto il traffico pregiato del nord Italia su Parigi, lasciando a Roma un mezzo hub castrato con pochissime rotte, come infatti sta avvenendo ora.


  12. #12
    solo accompagnare puo' L'avatar di il troio
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    ho come l'impressione che ci hanno preso per il culo...

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  13. #13
    Unforgivable L'avatar di Thorin
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    ho come l'impressione che ci hanno preso per il culo...
    Ma ciò è indubbio, tutta l'operazione serve a favorire quello sparuto gruppetto di imprenditori. Soprattutto perchè la formula del lock-up di 5 anni è aggirabile dal voto dei 2/3 del CdA, quindi di loro stessi.

    Quello che però non ha nessuna correlazione con il futuro di Alitalia è il ruolo di Malpensa, che ha invece tutt'altre prospettive e potenzialità.


  14. #14
    ZoZo L'avatar di killerteoz
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    sta cosa della Cai è la piu' grande bufala che mi capita di sentire da anni

    10 stronzi che si sono presi la parte buona di alitalia a un prezzo di vantaggio grazie agli appoggi politici, e appena l'italianità di alitalia (che gioco di parole del cazz) non sarà più uno spot politico per il nano, la rivenderanno guadagnandoci un sacco e spese 0.

    E noi ovviamente paghiamo la parte morta... fanculo.

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  15. #15
       L'avatar di Ghost85
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    Citazione Gargoyle Visualizza Messaggio
    Condivido con Makaveli il dubbio su quei 7000 posti in meno.

    Ma questo non cambia il quadro generale della situazione: noi contribuenti abbiamo speso miliardi di € per sovvenzionare qualche mese di vita di una compagnia morente quando poteva venderla subito ai francesi.

    Invece ora non gliela vendiamo, gliela regaliamo direttamente.

    Perché questo diastro?

    Chiaramente c'è stato un intento politico, dietro, andato in malora.
    E' stata la volontà delle "forze del Nord" (Lega Nord, ma non solo) di salvare ad ogni costo uno scalo (Malpensa) che ha sempre e solo generato debiti: è sempre stato uno scalo di troppo, inutile negarlo, e così il "partito del Nord" si è opposto alla vendità ad Air France (perché Air france non ci vuole rimettere e vuole declassare Malpensa). Il "partito del Nord" si è circondato di imprenditori pronti a supportare questa "causa". Se non che poi questi imprenditori i soldi per mandare avanti la baracca non li hanno davvero, e quindi siamo tornati alla soluzione di prima: cedere il controllo di tutto ai francesi, che faranno come vorranno loro.


    L'acume strategico del "partito del Nord" è questo, pochi cazzi: la classe politica della Prima Repubblica sarà pure stata anche corrotta e mafiosa, però era composta da gente che usciva dalle scuole di partito e che spesso quanto a competenze sapeva il fatto suo: se quelli si davano un obiettivo strategico lo raggiungevano.
    Il "partito del Nord" invece non riesce neppure a tutelare gli interessi particolari del proprio territorio, del proprio retrobottega: ha senso un partito territoriale che non sa tutelare il territorio?
    Se non erro, ma dovrò cercare delle fonti, Alitalia attualmente ha un esubero di 13000 posti di lavoro, contro i 2000+4000 (ovvero duemila licenziati più quattromila da riassumere a lungo termine) che offrirva AirFrance.


    fumoffu

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