Trama
Claire e Norman sono una coppia affiatata felicemente sposata. Il tempo passa e i figli crescono: la figlia ha lasciato la casa di famiglia per andare al college. I due si trasferiscono in una nuova casa in Vermont nei pressi di un lago, dove anni prima risiedeva il padre di Norman. Qui Claire conosce Mary, la sua vicina di casa e scopre essere spaventata da suo marito Warren. Quando improvvisamente Clair non ha più notizie di Mary, si convince che Warren possa averla uccisa.
Recensione
Le capacità registiche di Robert Zemeckis sono note a tutti, autore di meravigliosi film come “Ritorno al futuro” e “Forrest Gump”, ma quello che stupisce del regista americano di origini lituane, è il suo eclettismo, in grado di dirigere generi cinematografici del tutto diversi. “Le verità nascoste” è un ottimo esempio di thriller (con chiari riferimenti al giallo) che tra reminiscenze hitchcockiane ed elementi del cinema classico, terrorizza lo spettatore intrigandolo con una trama molto interessante. La prima parte del film è una chiara citazione de “La finestra sul cortile” di Alfred Hitchcock, ma Zemeckis gioca con lo spettatore e quando la trama del film sembra dirigersi nella direzione più scontata, nuovi elementi fino a quel momento tenuti nascosti, fuoriescono dando vita ad un nuovo impianto narrativo. La lentezza della parte iniziale non è che il preludio necessario ad accrescere la tensione per l’orrore che tarda ad arrivare. Bisogna complimentarsi con Zemeckis per essere stato in grado di gestire i tempi della narrazione, facendo sì che non sopraggiunga mai la noia nonostante il suo lento incedere. Zemeckis si mostra abile nell’utilizzare i classici espedienti del cinema che in “Le verità nascoste” si associano ad un utilizzo degli effetti speciali mai esagerati. I colpi di scena vengono infatti realizzati attraverso un’eccellente utilizzo della mdp, con inquadrature caratterizzate da rapidi stacchi e un peso rilevante viene attribuito all’apporto sonoro dell’esperto Alan Silvestri. Figure nella penombra, finestre che sbattono, riflessi negli specchi, ambigui brusii, rumori improvvisi, sono elementi ben utilizzati uniti ad una sceneggiatura che mostra una grande cura per i dettagli. Se il sonoro è parte integrante di “Le verità nascoste”, la fotografia (di Don Burgess, fido collaboratore di Zemeckis) delinea a regola d'arte l’ambientazione isolata ed affascinante della natura intorno alla casa e l’eleganza degli interni, un allestimento scenografico perfettamente in funzione della sceneggiatura.
Dell’ottimo cast basta citare i due protagonisti: da Oscar è l’interpretazione di Michell Pfeiffer: bellezza enigmatica, spessore e profondità recitativa, sguardi ed espressioni che trasmettono la fragilità e l’ansia che sembrano portarla ad un’apparente perdita di equilibrio mentale, determinata forse dal doloroso distacco dalla figlia che, ormai grande, è partita per l’università; Harrison Ford è il marito che vaga tra lo scetticismo e l’incomprensione nei confronti della moglie.
“Le verità nascoste” è un thriller avvincente che seppur profuma di “già visto”, mantiene un buon grado di tensione per gran parte della sua durata con alcune scene (in particolare quella della vasca da bagno) degne dei maestri del thriller cui Zemeckis si è apertamente ispirato.
Voto: 74%
Recensione tratta da CINEMAeVIAGGI