Avete letto bene: ieri sera, nel pulman, sono stato tentato dal Demonio.
In poche parole, mentre stavo chiaccherando con un mio amico immaginario sulla comodissima sedia del pullman,
lo sguardo si poso su una piccola scintilla nel buio dell corridoio.
Incredulo, sgranai gli occhi e la notizia gradevole fu subito coscientizzata in tutta la sua splendore:
A mezzo metro dal mio piede si riposava un orecchino orfanello, magnifica e luccicante sorpresa vesperale.
Fui assalito dalla inquietudine e dalla volonta di regalarmi un ricordo dorato. Le mani si trasformarono in ali di falco e le ditta dei piedi in artigli acchiappa tutto.
Improvvisamente pero fui travolto da un timore viscerale:
E se qualcun' altro ha presso visione del mio secreto e aspetta, come me di trovare una occasione per pigliarselo?
Sospettoso, guardai furtivamente le sagome dei passeggeri per capire se qualcuno tiene d'occhio la mia scoperta...
Non riusci pero a capacitarmi se veramente era possibile che nessuno abbia avuto la mia stessa visione.
Impaurito rimasi con lo sguardo nel vuoto, incapace di prendere alcuna decisione.
Temevo che c'era qualcun altro dietro di me che seguiva ogni mio movimento.
Temevo che se lo avessi preso quel benedetto gioiello, qualcuno avrebbe gridato:
Farmati! Non è che hai trovato qualcosa che non ti appartiene?
Consegna subito la refurtiva al autista! Non sapevi che trovare cose e tenerle è un reato?
Pensate in che situazione mi sarei trovato!
Accusato di essere un ladro infame nel pullman che prendo tutte le sere...
Avrei incontrato ogni giorno la stessa gente che mi avrebbe temuto come temi un borseggiatore.
Con il police e il indice mi avrebbero mostrato il segno del ladro.
Ma potevano benissimo dire niente, far' finta di nulla.
Oppure ancora meglio era possibile che nessuno si era accorto di niente...
Il demonio del dubbio mi faceva tribulare tremendemente.
Prima di lasciare la sedia, guardai con disperazione le facce dei passeggeri che stavano dietro di me, nella prossimità del corridoio. Allora vidi una signora sulla cinquantina, altrettanto stravolta come me.
Mi alzai e informai l'autista che c'era un orecchino per terra. Con il braccio allungato e con l'indice affilato li indicai il posto nel semi buio dove lasciavo il prezioso souvenir.
L'autista mi ringrazio e io me ne andai triste per non aver' fatto la cosa giusta. L'amico immaginario che mi aspettava nel parcheggio mi chiese dopo un lungo silenzio: Insomma, che cosa volevi fare con l'orecchino? ...Che birichino!