Quesiti di
Alvaro il neofita al
Guru del Tabagismo:
A: Cosa mi serve per fumare, Sir?
G: Più comunemente si inala fumo tramite
sigarette, composte da filtro, carta e tabacco, appunto.
Potresti optare anche per strumenti alternativi, come le varietà di
pipe, come quelle in legno, come quelle ad acqua,
bong e
narghilè, o semplicemente per il tradizionale
sigaro.
A: E' vero che l'uso di alcuni oggetti permette un inalazione di fumo non dannosa?
G: NO.
Inalare fumo è sempre, e comunque dannoso.
Semplicemente, fumare in una maniera, può esser meno deleterio che fumare in un altra.
Le sigarette preconfezionate vengono comunemente considerate le più pericolose, parlando di effetti a lungo termine.
I motivi son attribuiti alla presenza di sostanze cancerogene presenti negli elementi in cui viene chiuso il tabacco, di per se nocivi contenendo per esempio catrame, di cui quantità varia a seconda della marca stessa della sigaretta.
Le sigarette
"fai da te" , comunemente chiamate
drum, vengono confezionate direttamente dal consumatore, che utilizzerà tabacco sfuso, cartine e filtri scelti secondo il suo gradimento.
Generalmente viene considerato non salutare, ma meno dannoso delle sigarette in quanto, specialmente determinate qualità di cartine (
Bravo, per esempio), non contengono sostanze cancerogene negli elementi che costituiscono la sigaretta in sé, pur non rendendo troppo ostica l'accensione e il il mantenimento della "brace" durante la fumata.
A: Riguardo il drum, che tabacco, che cartine, e che filtri mi consigli?
G: Personalmente dopo aver provato un numero discreto di tabacchi, mi sento di consigliare ad un neofita del buon
Old Holborn Giallo o in alternativa del
Golden Virginia, cartine
Bravo e normalissimi filtri
Rizla.
A: Non riesco a rollare! Sir, mi aiuti, come si fa?
G: Sii fiducioso, e fa molta pratica.
Mi limito a consigliarti delle visioni che potrebbero condurla sulla retta via.
http://it.youtube.com/watch?v=LnaVdh...eature=related
Per il resto, solo il provare e il riprovare può migliorarti.
La fase della
"cartina troppo larga in uno dei due estremi" l'hanno attraversata tutti, sta tranquillo.
A: E' vero che la pipa non fa male, Sir?
G: Buon Dio,
NO!
Fa male, ma a differenza delle sigarette, durante l'inalazione del fumo, quest'ultimo
non deve passare per i polmoni.
Questo vuol dire che dal momento che l'atto sorride unicamente al lato degustativo del tabagismo, il fumo resterà in bocca, fino a quando sarà impregnata dagli aromi del tabacco, e di conseguenza, i danni interessano unicamente la parte alta della gola, e la bocca in generale.
Ma sia chiaro, non per questo se ne può fare uso "
con la coscienza a posto".
A: Vorrei comprare una pipa, ha dei consigli, Sir?
G: C'è tantissimo da dire, ma sarebbe il caso di dilungarsi enormemente solo nel caso tu scegliessi di acquistare una pipa d'autore e non una in serie.
Mi spiego: se vuoi una pipa senza pretese, puoi optare per una a cosiddetta "produzione industriale", marche come
Savinelli che le produce in serie senza tanti segni che contraddistinguono ogni singola pipa sul mercato.
Ma dato che siamo in Italia, un uomo sicuro di utilizzare abitualmente la pipa può scegliere una creazione di uno dei tantissimi artigiani presenti sul territorio, citiamo Mastro De Paja, Castello, Ser Jacopo, Don Carlos, Maurizio Tombari, Becker, Anatra dalle Uova d'Oro, o ad ogni modo dare uno sguardo ai cataloghi dei vari artisti del legno europei. Possono costare dai 50 ai 1000€, in casi eccezionali superati e abbondantemente, specie considerando la casa capostipite della pipa, la
Dunhill. Ti consiglio una pipa "da cesto", ovvero quelle da un minimo di 20 a un massimo di 40€, per i neofiti vanno più che bene.
A: Se volessi un narghilé? Che mi consiglieresti, Sir?
G: Dipende, se puoi farne uso liberamente in casa tua, ti consiglio vivamente un narghilé da 75 centimetri in su.
Questa fortuna, ti permetterebbe di tenere in casa non solo un ottimo strumento per la degustazione di fumo aromatizzato, ma anche un splendido elemento d'arredo.
Molti hanno fantasie di pittura piuttosto interessanti, che valorizzano non solo il narghilé in se, ma anche l'ambiente circostante, ne parlo per esperienza personale.
Se in caso contrario, ti darai in un certo senso "alla macchia", puoi comprartene uno di misure più contenute, spesso viene abbinato ad un comodo contenitore a mo' di valigetta, apposta per un take away occasionale. Ovviamente i costi variano a seconda della complessità
dell'oggetto in sè.
A: Se invece volessi un Bong? In cosa differenzia dal narghilé? Costa molto?
G: Il bong è uno strumento d'antiche origini, la pipa ad acqua per eccellenza.
Differenzia dal narghilé semplicemente per il fatto che si tratta di un'oggetto ormai pensato per inalare grosse quantità di fumo filtrato, sicuramente in maggior misura di quella permessa dal
"cugino egiziano".
Anche in questo caso il prezzo varia secondo l'elaborazione dell'oggetto, che si può estendere in una grande altezza, che può esser fornito di più
"bocchini", se vogliamo usare un linguaggio prettamente
"pipesco".
Varia anche dalla marca, in questo caso.
La più gettonata, è la
ROOR, che offre una gamma di bong che attualmente trovo siano il meglio sul mercato, a prescindere dagli alti costi.
A: Grazie, le manderò un assegno di 4.000€, son certo che l'apprezzerà.
A: Sir, voglio cominciare a fumare la pipa, cosa dovrei procurarmi?
G: Prima di tutto, dirigiti in una
Tabaccheria. Sembra una stupida ovvietà, ma tre negozi su quattro svolgono attività definibili 'da pseudo-edicolante'.
Diffidate dalle "tabaccherie" che si occupano di giornali, giocattoli, enalotto, articoli d'ufficio.
Cercane una seria, insomma.
Una volta trovata, chiedi al personale di
una pipa, di
un curapipe, di
un accendino possibilmente dotato di beccuccio, di una c
onfezione di scovolini.
Il curapipe è un utensile, il più delle volte dotato di un ago, di un cucchiaino e infine di un asta che svolgerà il compito di pigiare il tabacco durante la fumata.
Gli scovolini sono semplici fili di ferro avvolti in cotone. Vengono usati soprattutto per la pulizia del cannello e del bocchino.
L'accendino da pipa possiede un becco in grado di inclinarsi di 45°, ottimo quindi per raggiungere ogni angolo del fornello.
A: Mh capisco Sire, ma devo rispettare determinati criteri durante la scelta della pipa?
G: Le tue legittime preferenze! Anche se a dir la verità, è consigliabile dare uno sguardo al legno, sia al di fuori che all'interno del fornello.
La presenza di significative 'macchie' o 'stuccature', sono un difetto frequente nelle pipe da cesto. Oppure delle piccole crepe nella radica, potrebbero far sii che durante la fumata
la fiamma bruci il legno stesso, danneggiando irrimediabilmente la pipa stessa, nonché compromettendo il gusto delle successive fumate.
Per il resto, devi solo seguire appunto il tuo naso, partendo dall'optare per una pipa curva, semi-curva, o dritta.
A: A proposito, che differenze ci sono tra pipe curve, semi-curve, e dritte?
G: Vengono comunemente considerate più impegnative sia durante l'uso che nella manutenzione, le pipe curve.
E vengono reputate grande fonte di acquerugiola.
Francamente, io non ho mai avuto alcun problema con la classicissima curva.
Insomma, se anche per te la pipa E' Curva per principio, prendine una degna di definirsi tale.
A: Son indeciso su che marca di pipa puntare, mi saprebbe dare una dritta?
G: Come ho già detto, una pipa che ti piace, resta una pipa che ti piace.
Moltissimi fumatori sostengono d'aver tratto più piacere fumando una fedele Savinelli, piuttosto che una Dunhill.
Generalmente, comunque, i neofiti non son ancora pronti per apprezzare i finissaggi, la qualità e la stagionatura del legno, gli effetti del trattamento Oil Curing che caratterizzano le pipe di grandi marche come Ashton o la appena citata Dunhill.
Dipende dal peso del proprio portafoglio, ovviamente. Il massimo sarebbe cominciare con una Peterson, a mio modesto parere.
Quest'ultime sono pipe di qualità eccelsa, con un rapporto qualità/prezzo senza rivali.
Comprarsi una di queste pipe irlandesi, soprattutto la serie 'Aran', non vuol dire solo spendere una cifra molto spesso inferiore ai 70€;
ma anche garantirsi un oggetto dotato di grande cura estetica, e di capacità fuori dal comune, proprio l'ideale per una persona che
ancora deve esercitarsi nell'accensione, nel mantenimento della brace accesa, e nella fumata.
In fin dei conti, posso solo dirti che vi son marche di pipe qualitativamente eccellenti, in vendita ad un prezzo relativamente basso.
E son proprio queste, che consiglio a qualcuno non proprio con le tasche bucate.
A: Vendendo il sedere per qualche mese ho raccimolato un bel gruzzolo. Stavo pensando di concedermi un lusso, e di acquistare una pipa d'autore con i controcazzi, consigli?
G: Ho sempre pensato, e ne son convinto tutt'ora, che la massima aspirazione di un tabagista è avere per le mani un vero e proprio pezzo di storia, una
pipa Alfred Dunhill, dunque.
La qualità, l'eleganza, le linee classiche, fanno di queste pipe le mie preferite in assoluto; e in assoluto, sono quelle che più vengono considerate
'il lusso fatto legno'.
Come dissi nella precedente risposta, caratteristica tipica di questo brand, come di tante altre pipe di produzione inglese, è il trattamento detto 'Oil Curing'.
Il trattamento consiste in un procedimento basato sull'alta temperatura di un forno, e sull'infiltrazione di olio nella radica.
Questo comporta l'assenza quasi totale di acqua, con conseguente diminuzione del peso della pipa stessa.
La leggerezza delle Dunhill, fa di esse oltre ad un vero e proprio simbolo, delle campionesse di praticità.
Questo trattamento è comune a case produttrici come l'
Ashton, altra marca dalla Gran Bretagna, eccellente anch'essa.
Di fronte all'immensità dell'artigianato inglese, si erge la portabandiera per eccellenza del Bel Paese, ovviamente parlo della pipa
Castello.
Insieme alle Dunhill la considero l'oggetto ligneo da fumo migliore al mondo, un'opera d'arte per intenditori, un piccolo capolavoro a prescindere dalla quantità di denaro speso.
Vanta una lunga storia, una lunghissima fila di esigenti utenti, nonché dell'arte nel progettare e nell'intagliare, del Maestro.
Marche di lusso ve ne son a decine, da tutta Europa, quindi, da ogni concezione tipica del paese d'origine; quindi dal classicismo delle inglesi, alle rivoluzionarie danesi.
Il prezzo delle Alfred Dunhill solitamente
non scende sotto i 400€, la Castello offre una gamma più varia in termini di listino prezzi, ma restano comunque uno stupro per il conto in banca della maggior parte di noi poveri italianotti.
A: Va bene: ho scelto e acquistato la mia pipa, e possiedo scovolini, accendino e curapipe. Che tabacco mi consigli, Sir? Qual'è il modo più consono di caricare il fornello, Sir?
G: Dunque, supponendo che la tua pipa sia inutilizzata, avrai certamente bisogno di rodarla nel migliore dei modi.
A questo proposito, premetto, il
rodaggio è un processo che riguarda ogni pipa 'vergine'.
Consiste nella formazione di una crosta lungo le pareti del fornello, questa permetterà di fumare senza che la radica alteri il sapore del tabacco che utilizzerai, è -fondamentale-
un rodaggio uniforme, importante dunque evitare di pulire con il curapipe il fornello prima di aver finito le fumate necessarie alla formazione di un velo di carbone; fumate, che solitamente
sono circa trenta, quota che varia a seconda della pipa. Durante il rodaggio, se il sapore del tabacco ti risulta disgustosamente amaro causa l'assenza di crosta, ti consiglio di cospargere l'interno del fornello con
un unghia di miele.
Tornando ai tabacchi, una gradevole qualità di Virginia buona anche per un rodaggio, è il Park Lane N°7, a cui son particolarmente affezionato poiché è stato il primo tabacco che assaggiai, e anche per il suo rapporto qualità/prezzo, costando sui 7,00€, e offrendo un buon tabacco tagliato in fette.
In alternativa, opterei per un Amphora Original. Evita come la peste i tabacchi aromatizzati, almeno fino a quando la pipa non sarà rodata al 100%.
Essi potrebbero alterare il sapore stesso della radica, e con lei, le successive fumate.
[...] Avrai notato, che tabacchi come il Park Lane n°7, hanno un taglio differente da quello che sei abituato a vedere in una sigaretta.
Il tabacco da pipa, possiede principalmente due tagli, il semplice trinciato, friabile, sbriciolato, quello che conosciamo tutti; e il compressato.
Il compressato può apparire come Flake, ovvero del tabacco che si presenta compresso e tagliato a fette, oppure come un grosso agglomerato, che solitamente necessita l'utilizzo della tipica ghigliottina
da sigaro, per esser sezionato.
[...] Partiamo con il
caricamento del tabacco trinciato: intanto, è -fondamentale- garantirgli una discreta quantità di ossigeno, altrimenti la fiamma non farà altro che indebolirsi e spegnersi nel giro di pochi tiri.
Importante, quindi, non pressare mai troppo il tabacco, soprattutto quello posizionato in fondo al fornello, questo consentirà anche un tiraggio meno ostico.
Prova a prendere tre pizzichi di tabacco, e posizionarli uno per uno dal fondo al bordo del fornello, con una pressione sempre crescente.
Una volta riempito, provate a fare due tiri di prova senza accendere la brace. Se trovi facile la aspirazione, procedi con l'accensione.
Se hai dei fiammiferi, probabilmente son ancora meglio rispetto all'accendino.
Sono facili da maneggiare, e si riesce facilmente a indirizzare la fiamma su tutta la superficie del tabacco.
Mentre la fiamma la brucia, dei tiri prima deboli, poi energici. Ripeti l'operazione fino a quando il tabacco non sarà combusto sufficientemente.
Questo metodo d'accensione vale ugualmente per ogni tabacco. Durante la fumata, ogni tanto, pigia il tabacco, insieme alla condensa, con il curapipe. Dosa meglio che puoi la forza nel comprimere il tabacco. Sii leggero.
Tornando ai tabacchi compressati, prendiamo in considerazione il flake, ti spiegherò come caricare il fornello di questo curioso taglio.
Prendi in mano una fetta, e rompila fino a quando non sarà sufficientemente larga da occupare la profondità del fornello della tua pipa.
Tienila tra le dita, e valuta in che modo apportare eventuali modifiche per facilitare l'entrata del flake nella cavità.
Una volta che l'hai regolata nel miglior modo possibile, arrotolala, e infilala in verticale nel fornello.
A questo punto, controllerai la facilità di tiraggio, e ripeterai il solito processo d'accensione.
Non necessariamente il flake si fuma in questo modo, molti si sentono a loro agio spezzettandolo e caricando quindi la pipa come se fosse un normalissimo trinciato.
Nessuno ti mangia se fai così, ognuno fa come meglio si trova, è così che vanno le cose fumando.
A: Sir, la prego, mi aiuti! Ho fatto come diceva lei, ma mi si spegne ogni cinque secondi la pipa!
G: Come da copione, non preoccuparti: non hai ancora imparato a dosare le pressioni durante il caricamento.
Son cose che imparerai solo con la pratica. Stai tranquillo, andrà molto meglio tra qualche settimana, e mi raccomando, non pressare troppo il tabacco, il contenuto del fornello deve rimanere areato e morbido!
[Two weeks later]
A: Sir, effettivamente ora va meglio, ma porco giuda, non riesco mai a fumare una carica senza riaccendere per dieci volte!
G: Non ti devi preoccupare affatto di questo, Alvaro. Certe ansie hanno afflitto tanti fumatori inesperti.
Ben pochi riuscirebbero a fumare completamente il tabacco di una pipa senza riaccenderla nemmeno una volta.
Fumare è rilassamento. Il riaccendere, fa parte dell'atto di fumare. Non farti rovinare l'esperienza in sé non accettando le tue, in questo caso normalissime, prestazioni.
Riguardo il tabacco da fiuto
Il tabacco da fiuto è semplicemente una delle tante forme della classica foglia di tabacco, in questo caso tritata, e catalogata a seconda dello spessore.
Come gli altri tabacchi si può presentare umido, o secco; naturale, o aromatizzato. In Italia si può dire che quel residuo di mercato che rimase dopo la grande diffusione delle sigarette è monopolizzato dall'
Ozona Snuff, di cui consiglio caldamente il
President.
Degli aromatizzati invece raccomando la qualità al mentolo, rinfrescante ed estremamente piacevole.
Riguardo l'uso, ci terrei a chiedervi di evitare quello che spesso fanno i ragazzetti appena si trovano in mano qualcosa da infilarsi nel naso in massa. Quindi, evitiamo strisce chilometriche di tabacco, o sbruffonate che fan sembrare più Maradona piuttosto che un tabagista intelligente.
Per degustare del tabacco da fiuto è sufficiente posizionarne una quantità pari circa alla metà di un unghia sul dorso della mano, tappare una narice e fiutare con l'altra. Se il tabacco è molto fine, raccomando una fiutata piuttosto lenta. Il tabacco da fiuto ovviamente, è nocivo. Giusto per informazione.
Costo medio: 1,50€
Riguardo il tabacco da mastico
Il tabacco da mastico è un'altra forma 'primordiale' del consumo tabagista, l'utilizzo di questo necessita qualche attenzione in più, e più avanti spiegherò perché.
E' un tabacco molto raro, difficilissimo da reperire poiché uscii dal mercato quasi completamente negli ultimi decenni, causa ovviamente i bassissimi guadagni dei tabacchini interessati. Per gli emiliani e i romagnoli in particolare, segnalo la tabaccheria in via Ugo Bassi [BO], che offre perfino più di una qualità. Il tabacco da mastico può esser consumato principalmente in due modi. C'è la pratica più comune, quella che vede il tabagista posizionare un'adeguata quantità sotto la lingua, degustando il tabacco e assorbendo la nicotina. In seguito, quando si sarà formato un agglomerato di tabacco e saliva, che si può chiamare schifosamente 'bolo', si può procedere con il grezzo e mascolino atto western, il mastico e lo sputo. In nord Europa, particolarmente nei paesi scandinavi, è frequente il consumo di tabacco da mastico semplicemente sfregandolo tra le gengive e il labbro, metodo che sconsiglierei, poiché assolutamente disgustoso.
Piccolo avvertimento: per i 'nuovi adepti', il tabacco da mastico potrebbe risultare un poco 'invasivo', non son rari infatti i casi in cui vennero riscontrati effetti collaterali nei tabagisti occasionali, o comunque non ferrati.
Prestare attenzione durante il consumo, ingoiare del tabacco può portare leggero mal di stomaco e in alcuni casi febbre.
Consiglio il buonissimo
Makla Ifrika.