I manga considerati troppo osceni
L’uomo, un collezionista privato americano, sconterà la pena di 6 mesi di detenzione a causa del tenore troppo spregiudicato della sua raccolta di manga, i celebri fumetti giapponesi che trattano i temi più disparati, dalle avventure per i più piccini a quelle per soli adulti. Sono state proprio queste pubblicazioni, alcune delle quali contenenti scene con bambini e sesso tra animali, a portare all’arresto dell’uomo.
Giovedì scorso si è chiusa la pendenza giudiziaria a carico di Christopher Handley cominciata nel 2006, quando è stato denunciato per importazione e detenzione di materiale pornografico vietato, finendo sulle prime pagine dei giornali americani come il primo lettore di fumetti perseguito dalle autorità. I sei mesi di prigione a cui è stato condannato sono ben poca cosa rispetto al massimo della pena che la legge prevede, ovvero 15 anni di detenzione.
Sembra un caso giuridico sostanzialmente facile e invece non lo è. La quasi totalità degli amanti dei fumetti giapponesi ha sollevato un gran polverone attorno a questa denuncia, perché il manga è considerato un genere artistico e - tema a lungo dibattuto anche in aula - come tale esula dalla pura pornografia ed è metafora della società attuale. La difesa ha insistito su questo fatto che ha posto non pochi problemi alla corte, soprattutto perché il dibattito è arrivato fino al Congresso americano, grazie anche alla solidarietà espressa da Christopher McDonald, grosso editore di manga, che ha espresso tutto il suo dissenso nei confronti di un sistema incapace di riconoscere l’arte dalla mera oscenità.
La Corte ha ritenuto Handley colpevole, comminandogli una pena mite, per evitare il rischio di creare un precedente e a nulla è servito l’intervento del CBLDF (Comik Book Legal Defense Fund), un ente che si batte contro ogni forma di censura.
Le carte processuali in lingua inglese, possono essere consultate seguendo questo link: http://www.wired.com/images_blogs/th...ncingmanga.pdf