meno male che dove e' nato mio padre e' tutto tranquillo,mio papa e' di squinzano(provincia di lecce) e comunque napoli e' una bellissima citta e lo dice un genovese (io)non l'ho mai vista ma so che e' una bella citta quindi non incominciate a essere razzisti contro il sud ma commentate e basta
NAPOLI - Aggressione razzista a Napoli. Uno studente italo-etiope di 22 anni ha denunciato che "due teste rasate" lo hanno preso a cinghiate sul volto: "Mi gridavano sporco negro, ma nessuno è intervenuto per aiutarmi".
Il fatto, la notte tra giovedì e venerdì scorsi in vico dei Carrozzieri, a pochi passi da piazza del Gesù, nel centro di Napoli, punto di ritrovo di giovani e degli studenti fuori sede che alloggiano nelle stradine a ridosso dell'università. Erano le due di notte. Marco Beyenne, studente al terzo anno di Scienze politiche all'ateneo Orientale, stava entrando in un bar insieme ad un amico.
"Sono stato aggredito brutalmente da due individui a colpi di cintura sul volto, senza un motivo apparente. Il mio amico ha cercato di aiutarmi ma si è buscato anche lui dei pugni. Mi urlavano, Negro, negro di merda, mentre la gente guardava e nessuno interveniva. Per sfuggire mi sono riparato in una rosticceria lì vicino".
Marco è figlio di Yakob Beyenne, professore in pensione di Filologia etiopica presso l'università frequentata dal figlio. "Quando gli ho raccontato quello che mi era successo - ricorda Marco - mio padre è rimasto scioccato. Non era mai successo a Napoli una cosa del genere, ma questo non cambierà la mia vita. Sarò più diffidente, ma continuerò a fare la solita vita. Non cambierò per colpa di due stupidi".
Socio di Legambiente, Marco Beyenne è da diversi anni impegnato come volontario nell'oasi di Paestum, vicino Salerno, dove abitano i suoi genitori. "Marco lavora con noi da oltre quattro anni", racconta Pasquale Longo, presidente del circolo di Legambiente di Paestum. "E' sempre stato un ragazzo molto attivo. Qualche anno fa, intervenne alla trasmissione Annozero per esprimere le sue perplessità circa alcune opere discutibili che venivano eseguite nell'area".
"Dopo quello che gli è successo - continua l'amico - gli ho telefonato. Mi è sembrato molto scosso anche perchè non gli erano mai capitati episodi di intolleranza. Stiamo preparando un manifesto di solidarietà. Lo affiggeremo in tutte le strade della città".