Marko
Sono le 13 e 14.
Pochi secondi fa sul TG5 delle 13 è passato un servizio su coloro che utilizzando strumenti in grado di emettere laser colorati (come quelli che ti vendono i marocchini, ma più potenti avendo una copertura fino a 6km di distanza) puntano il fascio di luce verso gli aerei in fase di atterraggio andando a creare, se ho capito bene, un qualche tipo di riflesso o comunque di disturbo che crea problemi alla normale procedura di atterraggio del pilota diventando, quindi, possibile causa di incidenti.
La voce fuori campo della giornalista, durante la seconda metà del servizio, se ne esce a questo punto con << Difficile determinare chi sono gli imbecilli che utilizzano questi aggeggi (...) >>, lasciando basita tutta la mia famiglia. Un simile termine utilizzato in un simile contesto (peraltro ben sottolineato dal tono di voce), in maniera del tutto anti-professionale e anti-giornalistica mi ha semplicemente scandalizzato. La giornalista ha inserito un proprio volgare e plebeo giudizio di valore in quello che dovrebbe essere un servizio di un telegiornale nazionale.
Potrebbe sembrare una cosa di poco conto, ma se fosse l'inizio di un nuovo stile di fare giornalismo popolare e di bassa lega per veicolare (e quindi far accettare) giudizi su cose e persone distruggendo l'innata vocazione super partes del giornalista?
Se, per dire, cominciassimo ad assistere a servizi sullo << schifoso assassino >>, sul << maledetto ladro >>, e via via fino a cose tipo << quel cretino di un ... >> ?
Io, sinceramente, sono rimasto interdetto.