Bonus bebè solo per piccoli ariani. Lega-Pdl: “Incentivo contro la morte dei popoli”
Il Comune "rivendica" il criterio di assegnazione già giudicato discriminatorio dai giudici. Sindaco e assessori a testa bassa: hanno fatto ricorso contro l'alt alla loro decisione
“Il bonus bebè altro non vuole essere e non è se non un mero segnale di incoraggiamento in nulla e per nulla attinente a situazioni di bisogno né all’appartenenza etnica o razziale bensì scaturente da considerazioni circa il futuro della cultura europea come indissolubilmente legata ai popoli dell’Europa medesima”. E ancora: “Del tutto ovvio che alla morte dei popoli si accompagna, ineludibilmente, la morte delle rispettive culture”. Sono le argomentazioni portanti – dal sapore “ariano” – del prossimo
ricorso in appello del Comune Pdl-
Lega di Tradate (Varese) alla sentenza del tribunale di Milano, del 3 giungo scorso, che definiva “discriminatorio” il bonus bebè “nazionalista”.
Per la verità è una storia già letta quella dell’incentivo economico (solitamente variabile tra i 500 e i 1000 euro) per i nuovi nati introdotto da molte amministrazioni comunali soprattutto del profondo nord. Diverse sentenze, anche rispetto a quanto stabilito nella convenzione di New York sui diritti dell’infanzia, hanno sottolineato che i diritti dei bambini devono essere garantiti “a prescindere da ogni considerazione di razza, sesso e lingua”. Ma a Tradate sta accadendo qualcosa di diverso. Questo ricorso, infatti, mette nero su bianco che i soldi del bonus non servono ad aiutare le famiglie bisognose bensì a diffondere la cultura del ceppo europeo non sulla base di principi culturali ma sulla prevaricazione numerica di un gruppo etnico rispetto ad un altro.
“L’istituzione del bonus bebè – “spiega” ancora il documento – non si configura affatto come un intervento rientrante fra i servizi sociali assistenziali di natura obbligatoria ma appartiene alla categoria degli incentivi collocata in ambito concettuale e giuridico tutt’affatto diverso ed altro rispetto ai servizi sociali obbligatori”.
Introdotto nel 2007, il bonus bebè della giunta del sindaco
Stefano Candiani aveva già fatto parlare per una peculiarità: a differenza di altri Comuni Tradate aveva deciso di introdurre il vincolo-requisito della cittadinanza italiana di entrambi i genitori escludendo così persino i bimbi delle coppie miste. Stabilendo così una secondo discriminazione per il solo fatto di avere una connotazione etnica derivante dalla diversa nazionalità dell’altro genitore.
Ma al primo cittadino di Tradate questo non è bastato e dunque – dopo la sentenza di primo grado del tribunale di Milano (sezione lavoro) – ha deciso, prima, di sospendere l’erogazione a tutti del bonus e poi di proseguire con la linea della difesa razziale scritta nella difesa che verrà giudicata la prossima settimana.
A sostegno della teoria della salvaguardia del ceppo europeo (in particolare quello italiano secondo la visione padana), nel documento vengono riportati anche stralci di studi fatti sull’andamento demografico del vecchio continente. In particolare: “Le ragioni dell’incentivo hanno tratto impulso da rilievi che da poco tempo vengono diffusi dal Parlamento europeo secondo cui, a fronte di un preoccupante progressivo aumento della popolazione mondiale, quella europea invece presenta un forte tasso di calo demografico ed invecchiamento”. Viene anche citato un articolo pubblicato su
La Stampa secondo cui “l’Europa ha appiccicata addosso l’etichetta di continente in declino demografico al quale rischia in questo momento di accompagnarsi la perdita di peso ed influenza politica”.
Ma ancora non basta. La “difesa di Tradate” va oltre la discriminazione dello straniero in quanto tale, guardando più invece alla discriminazione razziale nonostante lo slogan, pubblicato sul sito ufficiale del Comune, alla voce bonus bebè. “Crescere… un bene comune”. Nella pagina dedicata al bonus spiccano in primo piano il sorriso di un bambinetto pasciuto e biondo e un adolescente sorridente dall’aspetto nordico pure quello. E dopo la spiegazione e le indicazioni della modalità di accesso al bonus compaiono le firme del sindaco e degli assessori ai Servizi Sociali e Servizi Educativi rispettivamente
Cesare Crespi e
Filippo Renna.
A seguire una sfilza di frasi tra cui: “Se un bambino vive nell’ostilità impara ad aggredire”. Una poi è davvero straordinaria soprattutto dopo aver letto il ricorso. Il testo infatti dice: “Se un bambino vive nella tolleranza impara ad essere paziente”.
FONTE:
http://www.ilfattoquotidiano.it/2010...-ariani/56416/
Violazione dei diritti umani, disrispetto della Costituzione e ignoranza, un quadro abituale dell'accoppiata PDL-Lega. Che ne pensate della notizia? Io provo infinita tristezza, sopratutto difronte alle giustificazioni di tale scelleratezza, inoltre mi chiedo come è possibile che riescono a infrangere gli emendamenti senza che nessuno faccia niente,
dov'è l'opposizione?