Non mi sembra di averla vista circolare qui, casomai si chiude...
«Umberto Bossi vuole le elezioni? Alla fine dovrà fare quello che gli dice Silvio Berlusconi. Anche perché già da qualche anno il simbolo della Lega Nord appartiene al Cavaliere. Nessuna invenzione l’ho detto più volte, anche in tv. E finora nessuno si è mai permesso di smentirmi».
A dirlo è l’ex giornalista di Radio Padania Libera, consigliere comunale della Lega, membro del direttivo provinciale di Bergamo e amica “intima” di Bossi Rosanna Sapori intervistata dal Riformista.
«Con lui ho sempre avuto un rapporto bellissimo. Una relazione che, a differenza di altre donne all’interno della Lega, non aveva alcuna implicazione sessuale».
Tutto sarebbe derivato dagli investimenti megalomani della Lega: la Credieuronord, il circo padano, l’orchestra padana… tutti ci persero qualcosa, sia gli invesitori che i deputati leghisti:
È Bossi a scrivere una lettera in cui invita i vertici del partito a sottoscrivere le quote della banca. «Sarà – continua la Sapori – ma lui in quel progetto ci mise solo 20 milioni di lire. Calderoli, per esempio, investì 50 milioni. Ricordo che molti parlamentari, anche per paura di non essere più ricandidati, ci buttarono un sacco di soldi»
Solo che dopo pochissimo tempo la banca era già in profondo rosso, a quel punto Bossi chiamò il suo consulente finanziario, Giancarlo Giorgetti, e gli chiese di indagare meglio:
«A quel punto Bossi, che forse aveva perso il controllo della banca chiamò Giancarlo Giorgetti, suo confidente in materia finanziaria. Lo ricordo benissimo. Gli chiese: “Fammi capire cosa sta succedendo”. Giorgetti si recò nella sede della banca, a due passi da via Bellerio, entrò e non ne uscì per una settimana. Quando portò i conti a Bossi, gli disse molto chiaramente che rischiavano di andare tutti in galera».
Di colpo, un giorno, i problemi della Lega si dissolsero come neve al sole: Fiorani decise di rilevare la Credieuronord. Ma Fiorani non è Berlusconi…
«Fu lui a permettere l’intervento di Fiorani – spiega la Sapori -. In ogni caso i conti dissestati della Lega non derivavano mica solo dalla banca. C’erano già i problemi finanziari dell’Editoriale Nord, l’azienda cui facevano capo la radio, la tv e il giornale di partito. Il primo creditore di Bossi, poi, era proprio il presidente Berlusconi. Le innumerevoli querele per diffamazione che gli aveva fatto dopo il ribaltone del ’94, le aveva vinte quasi tutte. La Lega era piena di debiti. Si era imbarcata in un’interminabile serie di fantasiosi e poco redditizi progetti come il circo padano, l’orchestra padana. Non riuscivano a pagare i fornitori delle manifestazioni. Ricordo che allora erano sotto sequestro le rotative del giornale e i mobili di via Bellerio»
Lo spadone come merce di scambio:
«Glielo suggerì Aldo Brancher. La titolarità del logo di Alberto da Giussano era di Umberto Bossi, della moglie Manuela Marrone e del senatore Giuseppe Leoni. Furono loro a firmare la cessione del simbolo. È tutto ratificato da un notaio». E aggiunge: «Fini questa storia la conosce benissimo – taglia corto la Sapori -. Qualche anno fa lui e il premier si incontrarono a cena a Milano. C’erano anche altri parlamentari del centrodestra. Quando qualcuno si lamentò del comportamento della Lega, il Cavaliere si alzò in piedi e annunciò: “Non preoccupatevi di Bossi, lui non tradirà più. Lo spadone è mio”». Secondo indiscrezioni, il simbolo del Carroccio costò a Berlusconi circa 70 miliardi di lire. Sulla cifra, però, Rosanna Sapori non si espone. «So solo che il Cavaliere tolse le querele, si preoccupò di salvare la banca. Ma non saldò tutto con un unico versamento. Non gli conveniva. Decise di pagare a rate».
http://www.openworldblog.org/2010/08...nel-carroccio/
Qualcuno tiene per le palle la lega?
C'è da dire che la parte sul circo padano è parecchio divertente![]()