EVE Online è, poi, balzato agli onori della cronaca a luglio 2009 a seguito di uno scandalo che ha coinvolto un giocatore australiano. Attraverso il suo PG chiamato Ricdic, il personaggio era il CEO di una corporazione (la EBank) che effettuava servizi bancari all'interno del gioco: depositi contro interessi, prestiti, ecc. per oltre 6.000 giocatori. Un giorno Ricdic ha prelevato l'8% della valuta depositata nella cassa di corporazione (
circa 200 miliardi di ISK, la valuta di EVE Online), rivendendola nel mondo reale online e ricavando oltre
5.100 dollari US di valuta reale. Conseguenza del suo gesto è stato solo il ban definitivo dal gioco, poiché questo tipo di compravendite (valuta virtuale contro valuta reale) contravvengono ai termini previsti dalla licenza d'uso. Se Ricdic si fosse limitato al furto ingame, non sarebbe accaduto nulla, poiché i furti fanno parte della realtà del gioco. Il problema è nato non appena ha iniziato a vendere il denaro virtuale nel mondo reale. Nessuna conseguenza, invece, sotto il profilo giudiziario del mondo reale, in quanto questo tipo di truffa non è contemplata dalle leggi vigenti.
L'interessato ha dichiarato di non essere orgoglioso di quanto fatto, ma che se avesse potuto ripetere il gesto lo avrebbe fatto. Sembrerebbe che, con i soldi realizzati, abbia pagato alcune spese mediche e regolarizzato un mutuo.