Agevolazioni fiscali e Chiesa
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  • Solo le agevolazioni fiscali

    9 6,62%
  • Si, escluse quelle strettamente finalizzate al culto o alla carità

    35 25,74%
  • No: la Chiesa ha bisogno di queste agevolazioni per sostenersi

    5 3,68%
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Discussione: Agevolazioni fiscali e Chiesa

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  1. #1
    Vecchio utente L'avatar di Dexter89
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    Agevolazioni fiscali e Chiesa

    Nell'ultima settimana c'è stato un grosso parlare - sopratutto in Rete e sui giornali, dato che in tv c'è stata l'omertà più assoluta - di togliere le agevolazioni fiscali di cui gode la Chiesa.

    Un sunto della situazione ce lo fornisce il Post:
    Spoiler:
    Quello che la Chiesa non paga


    La manovra economica in corso di approvazione da parte del governo richiede sacrifici ai cittadini e aumenterà la pressione fiscale. Il momento di difficoltà dei conti pubblici ha fatto tornare di attualità un dibattito che ciclicamente si ripresenta nell’opinione pubblica italiana: quello riguardo i benefici economici che lo Stato assicura alla Chiesa cattolica attraverso riduzioni delle imposte e diverse altre forme di contributi. Negli ultimi giorni ne hanno parlato Beppe Severgnini, Massimo Gramellini sulla Stampa e Filippo Facci su Libero. Se n’è parlato meno nel mondo politico con l’eccezione dei Radicali, che intendono presentare un emendamento alla manovra per eliminare l’esenzione dal pagamento dell’ICI dei beni ecclesiastici. Cerchiamo di capire di che cosa stiamo parlando.


    Le agevolazioni fiscali
    La Chiesa cattolica usufruisce di forti agevolazioni fiscali, motivate soprattutto dalle finalità assistenziali, sanitarie o educative di alcune sue attività. Ad esempio l’IRES, l’imposta sul reddito delle società introdotta nel 2003 al posto di un’imposta precedente, è ridotta del 50 per cento per tutti gli enti che hanno un fine di assistenza, beneficenza e istruzione (non solo quelli riconducibili alla Chiesa, dunque).
    La Chiesa cattolica italiana non ha mai pagato l’ICI (Imposta Comunale sugli Immobili) sui beni immobiliari che utilizzava per fini non commerciali, come previsto già dal decreto legislativo che introdusse la tassa nel 1992 e con un risparmio per la Chiesa che venne stimato dall’associazione dei comuni italiani in diverse centinaia di milioni di euro l’anno. Quanto agli immobili utilizzati per attività commerciali, la questione è stata oggetto di diversi pronunciamenti giuridici e di modifiche legislative nel corso degli anni: a partire dal 2005, la legge ha previsto l’esenzione tout court per tutti gli immobili. Questa decisione, presa dal governo Berlusconi a pochi mesi dallo scioglimento delle camere e all’inizio della campagna elettorale, fece molto discutere. Nel 2007 il governo Prodi limò la normativa, prevedendo che l’esenzione dell’ICI si potesse applicare solo agli immobili dalle finalità “non esclusivamente commerciali”. Quell’avverbio – “esclusivamente” – ha permesso alla Chiesa di usufruire dell’esenzione anche per strutture turistiche, alberghi, ospedali, centri vacanze, negozi: è sufficiente la presenza di una cappella all’interno della struttura. Il risparmio annuo per la Chiesa – e la perdita netta, per il fisco italiano – si avvicina ai due miliardi di euro. La legge in questione è da tempo oggetto di indagini da parte dell’Unione Europea.
    Ci sono inoltre diverse altre agevolazioni fiscali di minor rilievo. Le merci dirette dall’estero alla Città del Vaticano e a tutti gli uffici vaticani del territorio italiano sono esenti da imposte doganali e daziarie. I lavoratori italiani che lavorano in società con sede in Vaticano, anche se la loro sede di lavoro è in territorio italiano, non pagano l’IRPEF (la tassa sul reddito delle persone fisiche).


    L’otto per mille e gli altri finanziamenti alla Chiesa cattolica
    Oltre alle esenzioni fiscali che abbiamo elencato, lo Stato italiano dà direttamente o indirettamente molti fondi alla Chiesa cattolica per le sue attività religiose, caritative e educative.


    Il principale strumento è quello dell’otto per mille: lo Stato italiano decise, con la legge 222 del 1985, di destinare l’otto per mille del gettito raccolto tramite l’IRPEF “in parte, a scopi di interesse sociale o di carattere umanitario a diretta gestione statale e, in parte, a scopi di carattere religioso a diretta gestione della Chiesa cattolica” a partire dall’anno fiscale 1990. Negli anni successivi, altre confessioni religiose hanno firmato intese con lo Stato italiano, e oggi tutti i singoli cittadini (non quindi enti o aziende) che presentano la dichiarazione dei redditi possono scegliere di esprimersi sulla destinazione dell’otto per mille dell’IRPEF scegliendo tra sette opzioni: lo Stato italiano, la Chiesa cattolica, l’Unione delle Chiese cristiane avventiste del Settimo giorno, le Assemblee di Dio in Italia, l’Unione delle Chiese Metodiste e Valdesi, la Chiesa Evangelica Luterana in Italia oppure l’Unione Comunità Ebraiche Italiane.
    Circa il 40 per cento dei cittadini decide a chi destinare l’otto per mille, e tra questi più dell’80 per cento sceglie la Chiesa cattolica. Chi dice esplicitamente che intende destinare l’otto per mille alla Chiesa cattolica è insomma circa un terzo dei contribuenti. C’è un però: stando alla legge, non è il singolo contribuente a decidere a chi destinare la sua quota di IRPEF ma è lo Stato che consulta i cittadini – facendo quindi una sorta di “sondaggio” – per decidere a chi dare l’otto per mille del gettito dell’IRPEF. In questo modo alla Chiesa cattolica va l’80 per cento di tutto l’otto per mille, non solo di quelli che l’hanno dichiarato esplicitamente: una cifra che si aggira intorno al miliardo di euro l’anno. Come dichiara la stessa Chiesa cattolica, più di un terzo della cifra viene utilizzato per pagare gli “stipendi” dei sacerdoti, mentre agli “interventi caritativi” va circa un quarto del totale. Le modalità di destinazione dell’otto per mille e il suo impiego da parte della Chiesa sono stati spesso oggetto di discussione e polemiche.
    Altri fondi che lo Stato versa a vario titolo alla Chiesa cattolica o per finanziare attività confessionali cattoliche sono: i sovvenzionamenti statali alle scuole private confessionali; gli stipendi degli insegnanti di religione cattolica nelle scuole pubbliche; altre agevolazioni, una delle più curiose delle quali è forse la fornitura idrica gratuita alla Città del Vaticano, prevista dall’articolo 6 del Trattato tra il Vaticano e il Regno d’Italia del 1929 (accordo non toccato dalla revisione del Concordato del 1985).


    Dove si vorrebbe colpire, in breve? L'idea sarebbe quella di togliere le agevolazioni fiscali ad attività commerciali mascherate da "ragioni di culto", che in pratica fanno concorrenza slealissima a chi invece le tasse le paga, eccome.

    Ho preferito creare un'OP breve e conciso: a chiunque piaccia informarsi, in caso non l'abbia già fatto, non sarà difficile reperire e leggere l'articolo di Avvenire e le relative demolizioni risposte da parte di più giornalisti, come del resto leggersi i diversi articoli apparsi su Repubblica, La Stampa, Libero, Il Corriere della Sera, Il Fatto Quotidiano e perfino El Pais e l'Indipendent, che parlano anche del successo del gruppo di Facebook, che in pochi giorni ha già raggiunto i 120000 iscritti (e che contiene molti degli articoli sopracitati, oltre ad altri).

    Qual è il vostro pensiero a riguardo?
    Ultima modifica di Dexter89; 24-08-2011 alle 12:16:38

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  2. #2
    Hihihihi ci credevano L'avatar di painmaker87
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    Per me deve pagare fino all'ultimo centesimo, ma sarebbe un miracolo.
    Donnarumma ju29ro.

  3. #3
    Tre volte zio L'avatar di Tripla Z
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    Io lascerei l'esenzione ICI solo per la "prima chiesa" (un po' come la prima casa così almeno si evita di far pagare l'ici per le chiesette di piccoli comuni che potrebbero venir tagliate) e per strutture turistiche, alberghi, centri vacanze e negozi.

    Ripristino dell'IRPEF e dei dazi doganali

  4. #4
    不动如山 L'avatar di Yanagi tfoa
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    lo stato italiano è uno stato laico ergo pagate
    I'm gonna win. There's no way I'm goin' down. I don't go down for nobody

    My idea of heaven is a place where the Tyne meets the Delta, where folk music meets the blues.



  5. #5
    Tre volte zio L'avatar di Tripla Z
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    Citazione Yanagi tfoa Visualizza Messaggio
    lo stato italiano è uno stato laico ergo pagate
    sì ma se non erro le associazioni culturali e caritatevoli hanno agevolazioni. Secondo me già ripristinare l'ICI escludendo la "prima chiesa" e ripristinare IRPEF e dazi è già una grande cosa

  6. #6
    不动如山 L'avatar di Yanagi tfoa
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    Citazione Tripla Z Visualizza Messaggio
    sì ma se non erro le associazioni culturali e caritatevoli hanno agevolazioni. Secondo me già ripristinare l'ICI escludendo la "prima chiesa" e ripristinare IRPEF e dazi è già una grande cosa
    se si parla di associazioni coma la caritas che effettivamente fanno delle opere sul territorio allora sono d'accordo
    I'm gonna win. There's no way I'm goin' down. I don't go down for nobody

    My idea of heaven is a place where the Tyne meets the Delta, where folk music meets the blues.



  7. #7
    Rika78
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    Io sarei per mantenere le esenzioni fiscali solo per le Chiese e i luoghi deputati al culto o al volontariato. Negozi, esercizi commerciali in genere, alberghi e tutte le altre attività che generano profitti dovrebbero pagare le tasse come succede per quelle "laiche".

  8. #8
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    ho sbagliato a votare!

  9. #9
    Vecchio utente L'avatar di Dexter89
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    Citazione asdcon Visualizza Messaggio
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  10. #10
    L'inno a Final Fantasy IX L'avatar di Adalberto_Steiner
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    Castello di Alexandria
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    Tutto, ma tutto tutto.
    E lo dico da cristiano.
    http://ilblogdelguardiano.blogfree.net/ <-- il mio blog (e se pensate che io mi creda un recensore e che butti giu articoli pregni di oggettività, non avete capito una fava )

    Ti chiedi perchè non mi piace Horizon? Lo trovi qui, insieme al mio pensiero sul primo sacco di merda del 2018 --> http://ilblogdelguardiano.blogfree.n...#entry23978400

  11. #11
    Vecchio utente L'avatar di Dexter89
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    Io ho votato "sì, a parte attività strettamente legate al culto e alla carità"... L'8x1000 non lo toglierei di per sé, ma lo renderei più trasparente: i soldi allo Stato vanno allo Stato (ridicolo, in Italia bisogna precisare anche questo), e quelli senza scelta andrebbero equamente distribuiti sì, ma nel settore previdenziale.

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  12. #12
    De Laurentiis pappone L'avatar di Simon Le Bon
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    Togliere tutte la agevolazioni al di fuori del culto, l'8X1000 è un discorso diverso ma andrebbe modificato, andrebbe inserita anche la voce per la ricerca, chi non esprime preferenze darà i soldi allo Stato ed includerei tutte le confessioni religiose legalmente riconosciute in Italia.

  13. #13
    Chernabog
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    Lo stato della chiesa non dovrebbe manco esistere.

  14. #14
    Intellettuale del cazzo L'avatar di Elray
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    Alla ricerca no vi prego, senza controlli se li mangia Veronesi che poi fa pagare prezzi esorbitanti per le cure oncologiche.

  15. #15
    Transhuman L'avatar di JackTorn
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    Citazione Elray Visualizza Messaggio
    Alla ricerca no vi prego, senza controlli se li mangia Veronesi che poi fa pagare prezzi esorbitanti per le cure oncologiche.
    Quoto, comunque sia favorevole a togliere naturalmente tutte le agevolazioni fiscali alla Chiesa.
    Invece di maledire il buio è meglio accendere una candela. Lao Tzu

    L'ignoranza è l'origine di tutti i mali. Socrate

    Se resistiamo alle nostre passioni, è merito più della loro debolezza che della nostra forza.
    La Rochefoucauld

    La violenza è l'ultimo rifugio degli incapaci.
    Isaac Asimov

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