Mi sono imbattuto tramite amici comuni, in questo video pubblicato su facebook :
http://www.youtube.com/watch?v=TdkNn...el_video_title
So già che non me lo posso aspettare da tutti, perchè in pochi saranno abbastanza intelligenti da depersonificare il soggetto e rimanere sul tema, ma io sono stato toccato dal video e sono tornato a pensare a uno dei temi che mi sta più a cuore : la lotta al bullismo appunto.
ora, cerchiamo di rimanere assieme sull'argomento, non giudicate il ragazzo, non giudicate come ha parlato al mondo del suo problema, non giudicate i suoi errori di spelling, provate a depersonificarlo, o magari al contrario, personificatelo in uno dei vostri amici, magari se è il caso, quando erano più giovani. Perosnificatelo in un vostro nipote, cugino, figlio di amici o chi vi pare.
perchè tanto odio, perchè non c'è nessuno, almeno in Italia, che prende seriamente a cuore il problema? perchè non c'è educazione, mezzi, persone che si mettono in gioco per combatterlo? perchè è ancora oggi una sorta di taboo invalicabile, reso tale semplicemente dai luoghi comuni e dal lasciaperderismo del perosnale scolastico, dei genitori, del''assistenza sociale o da chi per loro?
nel mio piccolo voglio fare qualcosa ( prenderò una laurea in psicologia/pedagogia e creerò un'associazione no profit in futuro, sperando diventi poi una realtà nazionale, in modo da aiutare quanti più ragazzi/e possibile), ma vedo che in Italia non c'è davvero nulla a fronteggiare il problema.
Mi sono informato in questo periodo su alcune associazioni che lavorano a grossi livelli ( be the change movement/challenge day in america e Friends in Svezia) e su come lavorano, e ho visto che nella totalità dei casi l'empatia e il lavoro di gruppo sono la risposta.
la scuola è fonte di malesseri, aggressioni, insulti, umiliazioni, stress, discriminazioni per qualsiasi ragione, isolamento, esclusione e chi più ne ha più ne metta.
Perchè non si è ancora presa seriamente in mano la situazione e non si sono creati programmi dedicati a combattere tale realtà?
Ho visto nei programmi Svedesi e Americani, due approcci diversi al rapporto,ma al loro modo qunatomeno funzionali e di approccio realistico e anche forte oserei dire.
Nel "be the change movmeent/challenge day" 100 partecipanti ( 75 alunni e 25 fra personale scolastico vario) partecipano a un'attività tenuta da dei "leaders" di tale movimento. E' un'attività che avviene una volta l'anno, e che mira non a parlare in senso stretto di bullismo, non a offrire in senso stretto supporto, nemmeno a parlare teoricamente del problema o delle dinamiche.
Il primo scopo del challenge day è quello di "sfidare" il gruppo che partecipa a cambiare le cose, da soli, con il semplice impegno, con la motivazione, la voglia di fare, l'entusiasmo e l'etica che spingerà il gruppo ( o molti dei singoli) a creare un qualcosa autonomamente all'interno della propria scuola, ma questo avverrà solo dopo alcuni workshop, giochi, esperienze e confronti che porteranno ognuno del gruppo a sapere cosa significa essere nei panni di qualcuno diverso da se stessi, cosa significa dover combattere con problemi che non ci avrebbero mai toccati altrimenti, cosa si prova a sentire di persone a cui è mancato qualcuno, che hanno convissuto con un genitore alcolizzato, che hanno perso persone care, che fanno qualcosa che odiano pur di apparire e guadagnare uno status, che sono discriminati per religione, orientamento sessuale, status sociale, razza di appartenenza e tantissime altre cose.
Dai video sembra qualcosa di emozionalmente molto molto forte, vorrei provare a partecipare a uno di questi challenge day in persona, e magari lo farò in futuro in qualche modo, sebbene siano esclusiva degli stati uniti d'america al momento.
Per quanto riguarda Friends in Svezia è un attimo differente, ma c'è comunque una risposta al problema. Qui l'intervento non è annuale, anzi, a discrezione del perosnale scolastico che ha a che fare col problema quotidianamente, ci sono più incontri. Friends collabora con la scuola, associazioni sportive e ricreative nei paraggi, organizzando spesso eventi sportivi, campi all'aperto e attività ricreative, usando lo sport e il senso di gruppo con un approccio meno diretto e forse meno forte, ma anche più continuativo e che mette i/le ragazzi/e in prima linea a fornire aiuto e supporto in caso di atti di bullismo.
So che ci alla fine di tali attività sportive/ricreative programmate, in cui ovviamente ci sono anche vari meeting organizzati con le singole classi, per discutere del problema, si elegge una perosna, votata dal gruppo, che si assume la responsabilità di offrire supporto alle vittime (per quanto si possa essere dubbiosi, credo che il supporto di un compagno di classe possa essere A VOLTE più utile di quello di un estraneo)e di denunciare eventuali episodi sgradevoli al personale dedicato.
Ora, è un qualcosa di molto riassuntivo e da un punto di vista distaccato, in quanto non ho partecipato a tali attività, ma ho solo parlato coi promotori dei movimenti.
In entrambi i casi i movimenti sono no profit finanziati solo da sponsor o dalle scuole che chiedono il loro aiuto.
Cosa pensate del bullismo? Credete si possa combattere o sia inutile anche provarci?
Siete mai stati vittime o carnefici?
Perdonate la chiusura, spero di aver dato un'idea di ciò di cui voglio parlare e spero davvero che la gente abbia una maturità tale da non fermarsi solo al video o peggio ancora al soggetto.