Ilva, migliaia di operai in assemblea
sciopero ad oltranza, blocchi stradali
Il giorno dopo il sequestro di sei impianti del siderurgico
Decine le manifestazioni, presidiati gli ingressi della città
TARANTO - È stato confermato lo sciopero ad oltranza nell'assemblea dei lavoratori che si è conclusa poco fa all'interno dello stabilimento Ilva di Taranto.
I SINDACATI - Hanno sottolineato nei loro interventi la necessità di sollecitare un intervento del presidente Mario Monti sulla vicenda. I lavoratori hanno inoltre confermato la necessità di presidiare tutti gli ingressi nella città di Taranto.
Ilva, assemblea e sciopero ad oltranza
CITTA' IN TILT - Proseguono i blocchi stradali da parte dei lavoratori dell'Ilva di Taranto, che stanno inscenando diverse manifestazioni di protesta in seguito al sequestro degli impianti dell'area a caldo da parte della magistratura nell'ambito dell'inchiesta sull'inquinamento ambientale. Oltre al presidio davanti allo stabilimento, ci sono blocchi sulla statale 100 Taranto-Bari, la statale 106 jonica, la strada Taranto-Statte e la città vecchia di Taranto. Le forze dell'ordine sono impegnate a deviare il traffico su strade secondarie. I sindacati hanno indetto lo sciopero a oltranza dei lavoratori e attualmente all'interno dello stabilimento ci sono solo gli operai impegnati nelle comandante per la tutela di alcuni impianti.
GLI OPERAI ILVA - «In Italia le bonifiche non vengono fatte da oltre 12 anni e a Taranto da 50 anni. È giusto che Taranto sia risanata, ma è giusto anche che l'Ilva continui a produrre. Non c'è futuro senza questa fabbrica». È lo sfogo di uno dei lavoratori dell'Ilva che stanno scioperando per il sequestro degli impianti dell'area a caldo e manifestando con numerosi blocchi stradali. «Siamo tutti qui - commenta un altro operaio - a testimoniare la nostra disperazione. Se l'Ilva chiude come faremo, come daremo da mangiare alle nostre famiglie? Siamo ingegneri, tecnici, operai: non c'è distinzione di figure professionali. Siamo tutti nella stessa situazione. Se per loro mandare per strada tutte queste persone è una cosa giusta, io non lo so». Molti lavoratori non sono tornati a casa e la notte scorsa hanno dormito per strada. «Il posto di lavoro è la prima cosa, ma si possono conciliare occupazione, ambiente e diritto alla salutè, dice un altro manifestante. E un suo collega aggiunge: »Siamo indignati. Pensiamo che non sia corretto quello che sta avvenendo in questo momento verso i lavoratori, verso un'azienda che nel corso degli anni ha fatto passi da gigante rispetto a quella che era la gestione precedente».