Uno dei temi caldi delle ultime settimane è quello del "femminicidio".
Ma è un fenomeno, un'emergenza reale o solo percepita?
Prendo due tabelle del Ministero degli Interni
Da queste due tabelle si evincono due importanti fattori:
1) Non si nota una prevalenza di omicidi verso il sesso femminile da parte degli uomini.
È altresì vero che, seppur di poco, statisticamente sono più le donne a commettere omicidi verso altre donne, di quanto non facciano gli uomini.
2) L'attenzione andrebbe spostata sull'unico dato che riporta differenze significative, ovvero il sesso in caso di omicidio verso un coniuge.
Qui è vero che è le mogli sono vittime in misura maggiore rispetto agli uomini.
Ma i numeri giustificano un'emergenza?
L'Italia ha in questo senso numeri (omicidi passionali pro-capite) inferiori a moltissimi paesi che si pensano virtuosi.
Non solo, ma il numero degli stupri in Italia è molto più basso di quanto si creda, pari a un terzo o anche un quarto di paesi come Germania, Regno Unito, Francia e Stati Uniti.
Si dovrebbe parlare pertanto di una leggera impennata di uxoricidi.
Si noti comunque che vengono uccisi più padri che madri, più figli che figlie, più nonni che nonne, e più amanti di sesso maschile che di sesso femminile.
E infine si noti con particolare attenzione che in Italia vengono uccisi molti, molti più uomini che donne.
Dunque per voi, è giustificato porre tanto accento su un problema che a conti fatti non è pressante come viene dipinto?
Non sfocerebbe nell'incostituzionalità un'eventuale norma (colpevolmente misandrica) che preveda l'aggravante per femminicidio?