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"Il corriere della sera"
Tv e citofoni esplodono anche dopo il taglio della corrente
Il paese assediato dal fuoco misterioso
Nel Messinese case, frigo e mobili in fiamme da due settimane. E c'è chi parla di folletti
I pompieri intervengono dopo uno dei «misteriosi» incendi (Ansa)
MESSINA - Il diavolo fa le pentole, ma non i coperchi. In genere. In Sicilia, invece, fa anche il fuoco sotto le pentole. Nel senso che fa bruciare la cappa aspirante del camino e il forno annesso e connesso; fa esplodere i televisori e i citofoni e fa «saltare» i frigoriferi; carbonizza i contatori dell'Enel; annerisce i cavi elettrici poggiati per terra e le prese di corrente; rende roventi perfino i tubi dell’acquedotto. Tutto ciò anche quando la corrente non c’è. Cose straordinarie succedono, dal 15 gennaio, nel borgo marinaro (150 abitanti) di Canneto, frazione di Caronia, schiacciata tra il rumore del mare e i monti Nebrodi. Straordinarie a tal punto che ripropongono un antico dilemma: il mistero contro la scienza, la fantascienza contro la razionalità. Un contrasto teorico, fino a ieri sera. Quando è divenuto prosaico: 39 dei 150 abitanti del villaggio, che, esasperati dagli improvvisi e inspiegabili incendi, domenica si erano distesi lungo i binari, sono stati evacuati e le loro abitazioni sigillate e affidate per 48 ore alla custodia di carabinieri, vigili del fuoco, Protezione civile. Tutti attenti a «catturare» le prime fiammelle e il folletto (o chi per lui dovesse appiccarle).
«Volevano farmi dormire all’aperto - ci dice Filippo Casella, 84 anni, accogliendoci nel salotto illuminato da una lampada a gas e con la classica coperta sotto braccio - Eh, no, l'ho già fatto per 5 anni in guerra». Casella è l’ultimo a essere stato colpito dal fenomeno, che evoca «Poltergeist». Racconta il nipote Antonino, 18 anni, IV anno dell’Istituto elettrotecnico: «Domenica alle 18,45 tornavo dalla stazione. Ho visto che da casa usciva fumo. Mi sembrava impossibile. Da sabato siamo senza luce, ci è stata tolta anche quella dei gruppi elettrogeni». Eppure il contatore era in fiamme. «Lo abbiamo spento con gli estintori di cui ci hanno dotato i pompieri da quando è cominciato questo incubo».
Ovvero da quando Antonino Pezzino, 43 anni, assicuratore, ha dato l’allarme: «Era il 15 gennaio. Abbiamo incominciato a notare cose strane: fili che si annerivano, spina della tv e televisore che si surriscaldavano, fumo che si sprigionava, tende, copriletti e divani che prendevano fuoco. Pensavamo dipendesse dall’impianto elettrico, lo abbiamo rifatto, non è cambiato niente, abbiamo chiamato l’Enel, punto e a capo. Fuoco, fumo e fiamme. L’Enel ci isola, mi rivolgo alle Ferrovie, escludono ogni possibilità di dispersione dalla linea elettrica».
La piaga si propaga alle altre case, tutte di parenti suoi. Sabato, dopo l’incontro col prefetto e reiterate proteste si insediano i vigili del fuoco. Ma, domenica pomeriggio, agli sposini Lucia Pezzino e Paolo Pezzuto succede il patatrac: nel loro nuovo appartamento, elettricamente isolato, dove avevano ammucchiato mobili ed elettromestici, scoppia il solito misterioso incendio. Tutto va in fumo. «Opera dei marziani?», si domanda sarcastico Antonino, l'assicuratore.
Le istituzioni si muovo in forze. Ieri si è riunito il gruppo di lavoro composto dal tenente colonnello dei carabinieri, Francesco Chiaravallotti, da tecnici Enel, dal sindaco, Pedro Spinnato, 38 anni Ds, e da un bouquet di ingegneri: Epifanio Codullo, delle Ferrovie, Gianfranco Allegra del Cesi di Milano (Centro elettrotecnico sperimentale italiano), Sansone Santamaria dell’Arpa (Agenzia regionale protezione ambiente), Bruno Azzerboni della facoltà di Ingegneria di Messina, docente di Elettrotecnica, Tullio Martella della Protezione civile e Nunzio Venuti dei Vigili del fuoco. In assenza del commissario Montalbano, del prete e dell'acchiappafantasmi, la commissione investigatrice, formalmente unita, si è divisa.
Qualcuno, come Tullio Martella, sostiene che «il fenomeno sembra derivare da una dispersione di energia elettrica, ma l'origine non è ancora stata individuata». Altri (Cesi, Ferrovie, Università..) affermano di aspettare la raccolta dei dati per esprimere un giudizio.
Ma poi più di uno si lascia scappare affermazioni che lasciano perplessi. Il dirigente dei pompieri: «Per alcuni fenomeni abbiamo trovato la spiegazione nei campi elettromagnetici. Per altri è meglio che non parli per non mettermi nei guai..». E quello delle Ferrovie: «Non si tratta di un fenomeno soprannaturale». Il sindaco: «I carabinieri non escludono una messinscena». L’ingegnere Allegra del Cesi: «Quando ho riferito che un cavo elettrico senza collegamento, poggiato sul pavimento, prendeva inspiegabilmente fuoco», mi hanno risposto: «Appena ti rimetti dai fumi dell’alcol, richiama». Come si diceva? Il diavolo fa le pentole, ma non i coperchi.
Costantino Muscau
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