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I tipici lavori di un chimico in italia sono le analisi ambientali e il controllo qualità.
Qualcuno fa sintesi organiche, ma sono in pochi.
Qualcuno che riesce a entrare nelle poche aziende farmaceutiche rimaste qua può anche aspirare a fare un po' di ricerca, principalmente chimica delle formulazioni, qualche sintesi organica nuova o qualche studio computazionale di interazione farmaco-recettore.
Un mio amico si occupa di bagni galvanici per piccoli oggetti in metallo (fibbie e simili) e occasionalmente gli capita di fare un po' di R&D.
Poi c'è il capitolo della ricerca pura, che in Italia è solo accademica, e che è vastissima.
Va tenuto presente che è relativamente facile ottenere una borsa di dottorato triennale post-lauream, è più difficile avere una borsa di post-dottorato ed è veramente difficile riuscire a ottenere poi un posto fisso (al CNR, o all'università come prof. associato).
La cosa che forse ti può interessare, è che un chimico computazionale si trova ad avere più competenze informatiche di quante competenze chimiche potrà mai avere un informatico.
Non è raro vedere chimici computazionali in istituti come il CINECA o la Normale o la SISSA che gestiscono grandi cluster di calcolo, fanno benchmark di prestazioni sul nuovo hardware, e programmano in parallelo su macchine da sogno.
Il CINECA, per dire, possiede il 7° supercomputer più potente del mondo, e se guardi chi lo usa scoprirai che per un quarto buono sono chimici computazionali, per un quarto fisici, per un quarto meteorologi, e per un quarto ingegneri meccanici.
Di informatici "puri" ce ne stanno pochi, quelli che sviluppano sono dediti per lo più ad app e software aziendale, non a grandi progetti di ricerca.