p a n z e r
finito oblomov di goncarov, ed è veramente orribile quando ci si rivede così tanto in un personaggio di un romanzo (no non è vero, è bellissimo). oblomov è la quintessenza della pigrizia, conduce la sua vita in totale calma e senza slanci emotivi, portando a malapena a termine quei pochi lavori che gli sono richiesti (indicativo il fatto che ci metta 3 capitoli solo per alzarsi dal letto). ogni attività che richieda il minimo sforzo fisico o intellettuale viene inevitabilmente rimandata, e questa sua condizione viene solo momentaneamente scossa dalle esortazioni dell'amico stolz e dall'amore per olga. ma non c'è possibilità di scampo per oblomov, l'abisso della pigrizia è troppo affascinante e quei rari momenti della sua vita in cui una particolare ispirazione riesce a scuoterlo svaniscono tanto in fretta quanto sono giunti.
è comunque dotato di quella predisposizione di spirito che lo porta a essere sufficientemente sensibile per apprezzare il canto di olga, o anche della sufficiente istruzione per cogliere le novità scientifiche contenute nei libri che gli presta stolz, e sarebbe perfettamente in grado di amministrare la propria tenuta di famiglia, se solo volesse. e invece la distanza da olga si fa sempre più netta fino a diventare incolmabile, e la tenuta è lasciata completamente a sé stessa.
ciò che però veramente colpisce di oblomov, tanto i suoi amici quanto il lettore stesso, è il suo buon cuore e la sua incrollabile onestà. è semplicemente un uomo vittima di sé stesso, il che può essere letto in chiave storia e sociale in quanto egli è frutto di una generazione di nobili russi istruiti sì ma non pratici, inadatto quindi al mondo del lavoro e alle novità inevitabilmente in arrivo (solo due anni dopo la stesura del romanzo viene abolita la servitù della gleba, ed è superfluo dire quanto ciò abbia cambiato la società russa). estremizzando un po', non è nemmeno in grado di mettersi da solo le calze.
tuttavia credo che sia l'aspetto più umano e universale di oblomov a renderlo veramente interessante e immortale, a fare di lui un personaggi in cui in moltissimi posso vedere sé stessi in quei momenti in cui lasciamo che la pigrizia abbia la meglio. ma non solo, anche il continuare a rimuginare su un problema senza arrivare a una soluzione, o pentirci della nostra inattività solo quando questa ci porta via anche quel poco che eravamo riusciti ad ottenere. in questo senso la relazione tra oblomov e olga è esemplare e ottimamente gestita, disincantata e ben lontana da un romanticismo che ormai non ha più molto da dire, da un punto di vista letterario.
capolavoro della letteratura russa, ma non solo. finisce subito tra i miei romanzi preferiti di sempre.