Veramente al limite ci arriva senz'altro senza cambi di paradigmi, al massimo si può sperare che non tocchi alla nostra generazione toccare il fondo. Questa pandemia per me è semplicemente un'occasione da cogliere per cambiamenti che non potranno essere procrastinati in eterno, per questo ho un discreto rigetto verso tutte le soluzioni semplicistiche per tornare al prima. Meglio cambiamenti dolorosi ora che dolorosissimi poi.
Di persone che hanno subito perdite e si son comportate con sufficienza è comunque pieno, le perdite di affetti per quante importanti siano sono sempre leniti dal tempo, rinunce per la vita fanno molta più paura a tutti e per me rappresentano una spinta ben maggiore verso il vaccino, visto come sono presentati.
Chi teme per il vaccino infatti più che altro teme per sé stesso, per il proprio partner già molto meno.
Col grassetto stai sostanzialmente dicendo che lockdown, mascherine, distanziamento sociale non servono a nulla, quando sappiamo benissimo non essere così, anzi, è proprio il contrario sono efficacissimi, soprattutto in un contesto come quello moderno in cui le possibilità di coordinamento sono enormi rispetto al passato.
Il problema resta sempre il sopracitato
voler tornare ad una sorta di normalità. Comprensibile eh, ma la normalità a cui stiamo anelando è fatta di libera circolazione di malati per motivi di lavoro/piacere (anche in questo momento è PIENO di gente malata, o convivente di malata, che va in giro, poi si scopre essere positiva), trasporto pubblico sovraccarico, scarsa flessibilità lavorativa, ammortizzatori sociali così così, queste sono tutte criticità da risolvere vaccino o non vaccino anticovid. Altrimenti tempo dieci anni (boh?), salta fuori un altro virus e siamo punto e a capo.
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bertuccia2004
