Dilemma lavorativo
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Discussione: Dilemma lavorativo

Cambio titolo
  1. #1
    Utente L'avatar di el pollo diablo
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    Dilemma lavorativo

    So facendo un lavoro che non mi gratifica per nulla e vorrei tanto smettere, ma a quel punto incomincio a sentire una voce in testa che mi dice: "sei viziato, hai il culo pesante, non hai voglia di lavorare, bisogna adattarsi etc.".
    Che dovrei fare? Non riesco a togliermi dalla testa la convinzione che il mio tempo sia più importante del (poco) denaro che guadagno.

    Come si può raggiungere, e come avete raggiunto nella vostra esperienza, un equilibrio tra "questo lavoro non mi piace e non è ciò che vorrei fare nella vita" e "sono pagato, mi devo adeguare e tener duro"?

  2. #2
    Chuck Addicted L'avatar di Francutio
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    Al di là del fatto che la decisione (che può anche essere aggiornata tra tot tempo ovviamente) poi puoi prenderla solo tu, ci sono troppe poche informazioni (sia sul lavoro stesso sia sulla tua situazione economica e non) per fornire un parere sensato. Di sicuro bisogna sia ragionare a breve termine sia a lungo termine, quello che può essere sostenibile per poco può non esserlo per tanto.

  3. #3
    Esci da me Veleno! L'avatar di eskimo12
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    Ha ragione Francutio, troppe poche informazioni per dare un consiglio.

    Ma sbaglio o fino a poco tempo fa non avevi un lavoro pollo?
    Dov'è quel coniglio? Ah! se lo piglio, ha preso i miei soldi.

    CAMPIONE
    Fantamaster League GV 2013/2014

  4. #4
    Utente L'avatar di el pollo diablo
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    Sì, per un po' sono rimasto a casa, poi a fine marzo si è prospettata un'opportunità di lavoro full time a 1200 euro al mese, dove per full time intendo dalle 8 alle 10 ore al giorno sei giorni su sette (solo la domenica libera), praticamente 200 ore e più al mese. Svolgo le mansioni più disparate per conto di una signora che non parla italiano e ha avuto la brillante idea di aprire un negozio in Italia. Le faccio da factotum, commesso, autista, interprete e quant'altro. Per lei dovrò anche andare in Spagna prossimamente a ritirare della merce, per poi tornare il giorno stesso. E' un lavoro sfiancante che non mi gratifica minimamente, ma non ho alternative che non siano il tirare a campa' vendendo cose su eBay.

  5. #5
    Guerriero di Innos L'avatar di chepe
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    Sì, per un po' sono rimasto a casa, poi a fine marzo si è prospettata un'opportunità di lavoro full time a 1200 euro al mese, dove per full time intendo dalle 8 alle 10 ore al giorno sei giorni su sette (solo la domenica libera), praticamente 200 ore e più al mese. Svolgo le mansioni più disparate per conto di una signora che non parla italiano e ha avuto la brillante idea di aprire un negozio in Italia. Le faccio da factotum, commesso, autista, interprete e quant'altro. Per lei dovrò anche andare in Spagna prossimamente a ritirare della merce, per poi tornare il giorno stesso. E' un lavoro sfiancante che non mi gratifica minimamente, ma non ho alternative che non siano il tirare a campa' vendendo cose su eBay.
    mah secondo me ti sei già risposto da solo.
    Se davvero attualmente è l'unica opzione possibile stringi i denti e vai avanti, c'è poco da fare.
    Tieni sempre le antenne drizzate per vedere se viene avanti qualcosa di meglio, ma non avrebbe senso rinunciare per andare a poltrire sul divano a zero euro o ad aspettare il reddito di fannullanza.
    Poi non so che tipo di impegni economici hai, che età hai eccetera, quindi parlo in generale.
    ''USI A OBBEDIR TACENDO E TACENDO MORIR''
    5° BTG. CARABINIERI EMILIA-ROMAGNA

  6. #6
    Mr 4 cm L'avatar di titan2010
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    So facendo un lavoro che non mi gratifica per nulla e vorrei tanto smettere, ma a quel punto incomincio a sentire una voce in testa che mi dice: "sei viziato, hai il culo pesante, non hai voglia di lavorare, bisogna adattarsi etc.".
    Che dovrei fare? Non riesco a togliermi dalla testa la convinzione che il mio tempo sia più importante del (poco) denaro che guadagno.

    Come si può raggiungere, e come avete raggiunto nella vostra esperienza, un equilibrio tra "questo lavoro non mi piace e non è ciò che vorrei fare nella vita" e "sono pagato, mi devo adeguare e tener duro"?
    secondo me è sempre sbagliato avere questo pensiero: se uno fa un lavoro che non gli piace e lo sfinisce (sia fisicamente che mentalmente), è giustissimo voler cambiare, altro che pensare di essere viziati. Tra questo e il licenziarsi in tronco però ce ne passa, e qui appunto dipende dalla situazione di ognuno. Paghi un affitto? Un mutuo? Hai dei soldi da parte? Hai delle persone che dipendono da te? Ecc.

    Di certo devi iniziare a guardarti attorno e cercare altro



  7. #7
    Tre volte zio L'avatar di Tripla Z
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    Cerca in giro se c'è altro ed intanto stringi i denti a meno che tu non voglia stare a casa a grattarti le palle

  8. #8
    Esci da me Veleno! L'avatar di eskimo12
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    Sì, per un po' sono rimasto a casa, poi a fine marzo si è prospettata un'opportunità di lavoro full time a 1200 euro al mese, dove per full time intendo dalle 8 alle 10 ore al giorno sei giorni su sette (solo la domenica libera), praticamente 200 ore e più al mese. Svolgo le mansioni più disparate per conto di una signora che non parla italiano e ha avuto la brillante idea di aprire un negozio in Italia. Le faccio da factotum, commesso, autista, interprete e quant'altro. Per lei dovrò anche andare in Spagna prossimamente a ritirare della merce, per poi tornare il giorno stesso. E' un lavoro sfiancante che non mi gratifica minimamente, ma non ho alternative che non siano il tirare a campa' vendendo cose su eBay.
    Ti hanno già detto tutto loro, di certo non puoi stare a casa campando vendendo le robe su ebay, dai non sei un 15enne suppongo.

    E' un lavoro di merda e per quello che fai ti sottopaga anche sta stronza ma tieni duro e cerca altro nel frattempo.
    Dov'è quel coniglio? Ah! se lo piglio, ha preso i miei soldi.

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  9. #9
    Opel Astra K Owner L'avatar di x90
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    magari nel frattempo potresti chiedere un aumento e vedere se c'è margine. Che tipo di attività è?
    [TT Kandalf Mod] -- [MSI x470 gaming pro] -- [AMD 5600X] -- [16 gb ddr4 3600 Patriot] --
    [Rtx 3080 Zotac ] -- [Seasonic Focus GX650]
    -- [SSD WD M2 1 tb]
    Custod Liquid Cooling [Rad Aircube 360 + 280] -- [WB CPU & GPU EK ] --
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  10. #10
    Utente L'avatar di el pollo diablo
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    Cercare in giro è una parola. Non c'è lavoro, ed io non sono qualificato. Sono un buono a nulla senza alcuna qualità professionale, ho sprecato anni in studi inutili, non conosco le lingue, sono un sociopatico disadattato. Che lavoro potrei mai trovare? Ciononostante non sento alcuna motivazione, alcun coinvolgimento per il lavoro che sto svolgendo, che dovrei invece considerare come un'opportunità più unica che rara, del tutto fortuita, data la mia mancanza di skills. Sto stringendo i denti razionalmente, perché la ragione mi impone, in una logica utilitaristica, di scegliere il male minore, e il male minore in questo momento è un guadagno risicato, al netto del malumore, della totale mancanza di tempo libero, dell'antipatia nei confronti della datrice di lavoro (persona folle), della spersonalizzazione, del senso di inutilità e fallimento che si fa sempre più marcato giorno per giorno. Ma il punto è: come cambiare la propria mentalità? Come riuscire a trarre il meglio da un'esperienza prevalentemente negativa? Perché ambisco a qualcosa di meglio, essendo un inetto? Dove per meglio non intendo meglio retribuito, ma più consono alle mie inclinazioni.
    Cosa fareste al mio posto? Immaginate di aver sprecato gli anni dell'università in un percorso formativo inutile e raffazzonato. Poi, mettendo da parte le proprie passioni, fumose e poco remunerative, avete aperto un'attività commerciale che dopo sei anni non ha portato alcun profitto, e l'avete chiusa per la pandemia. I vostri capelli cominciano a ingrigirsi, vorreste occuparvi di tutt'altro ma siete costretti a lasciar perdere chimere e sogni di gioventù per guardare in faccia la dura realtà delle cose: non valete niente, siete incompiuti, falliti, inetti, non sembra esserci posto per voi nel mondo, e non sapete come accettarlo. Questo è il punto della questione: come convivere con la consapevolezza di essere una nullità? Solo così, credo, si può sopportare il fatto di dover fare un lavoro sottopagato e non stimolante. Ma perché io continuo a pensare che il lavoro dovrebbe essere un modo di esprimere sé stessi? Vorrei non pensarla così, vorrei pensare che un lavoro vale l'altro e basta raggranellare quattrini, ma non ci riesco. Quattrini che servono unicamente a protrarre questa sopravvivenza da zombi, e per comprare dei farmaci. Boh.

  11. #11
    dormiente L'avatar di bertuccia2004
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    C'è poco da fare, in quanto con le premesse del tuo post e sentendo in giro, non è che troveresti altrove l'Eldorado.
    Sono molte ore e non c'è questo gran margine, ma con un piccolo aumento, se vedi che c'è spazio senza bruciarti, potresti adattarti.
    L'avere uno stipendio fa molto, sia a livello di morale, sia a livello di autonomia.
    E che sia sfiancante lo vediamo tutti, ma anche io sono sfiancata e sfido chiunque a non esserlo. Pensa un po' a quelli dei supermercati, a volte non capisco come facciano a stare in piedi.
    Io voto per tenertelo e farti un gruzzoletto, nonchè un po' di curriculum.

  12. #12
    Guerriero di Innos L'avatar di chepe
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    Cercare in giro è una parola. Non c'è lavoro, ed io non sono qualificato. Sono un buono a nulla senza alcuna qualità professionale, ho sprecato anni in studi inutili, non conosco le lingue, sono un sociopatico disadattato. Che lavoro potrei mai trovare? Ciononostante non sento alcuna motivazione, alcun coinvolgimento per il lavoro che sto svolgendo, che dovrei invece considerare come un'opportunità più unica che rara, del tutto fortuita, data la mia mancanza di skills. Sto stringendo i denti razionalmente, perché la ragione mi impone, in una logica utilitaristica, di scegliere il male minore, e il male minore in questo momento è un guadagno risicato, al netto del malumore, della totale mancanza di tempo libero, dell'antipatia nei confronti della datrice di lavoro (persona folle), della spersonalizzazione, del senso di inutilità e fallimento che si fa sempre più marcato giorno per giorno. Ma il punto è: come cambiare la propria mentalità? Come riuscire a trarre il meglio da un'esperienza prevalentemente negativa? Perché ambisco a qualcosa di meglio, essendo un inetto? Dove per meglio non intendo meglio retribuito, ma più consono alle mie inclinazioni.
    Cosa fareste al mio posto? Immaginate di aver sprecato gli anni dell'università in un percorso formativo inutile e raffazzonato. Poi, mettendo da parte le proprie passioni, fumose e poco remunerative, avete aperto un'attività commerciale che dopo sei anni non ha portato alcun profitto, e l'avete chiusa per la pandemia. I vostri capelli cominciano a ingrigirsi, vorreste occuparvi di tutt'altro ma siete costretti a lasciar perdere chimere e sogni di gioventù per guardare in faccia la dura realtà delle cose: non valete niente, siete incompiuti, falliti, inetti, non sembra esserci posto per voi nel mondo, e non sapete come accettarlo. Questo è il punto della questione: come convivere con la consapevolezza di essere una nullità? Solo così, credo, si può sopportare il fatto di dover fare un lavoro sottopagato e non stimolante. Ma perché io continuo a pensare che il lavoro dovrebbe essere un modo di esprimere sé stessi? Vorrei non pensarla così, vorrei pensare che un lavoro vale l'altro e basta raggranellare quattrini, ma non ci riesco. Quattrini che servono unicamente a protrarre questa sopravvivenza da zombi, e per comprare dei farmaci. Boh.
    Hai meno di 26 anni? arruolati. Entra a far parte della macchina,se non vuoi essere operativo ti troviamo un posto all'ombra e ci resti fino alla pensione.
    EDIT: ah no ho letto meglio, è palese che sei oltre i limiti di età.
    Ultima modifica di chepe; 26-05-2021 alle 19:14:47
    ''USI A OBBEDIR TACENDO E TACENDO MORIR''
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  13. #13
    *I and I* L'avatar di cesa
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    Hai meno di 26 anni? arruolati. Entra a far parte della macchina,se non vuoi essere operativo ti troviamo un posto all'ombra e ci resti fino alla pensione.
    EDIT: ah no ho letto meglio, è palese che sei oltre i limiti di età.
    a proposito del reddito di fannullanza
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    "Bob Marley. Il quale suonava, cantava, amava, fumava erba, e giocava a calcio. Anche nelle pause fra una prova e un concerto, come avvenne quella famosa volta che venne in tournée a Milano. Mentre aspettava di esibirsi davanti a ottantamila che provavano a essere più fumati di lui, "spallonava" felice sul prato di San Siro assieme ad amici e compagni di musica. Mi viene da rammentarlo sempre più spesso, in un presente che per il calcio non smette di essere triste, avvelenato, venduto, e privo di poesia."

  14. #14
    confratello della Loggia L'avatar di M@rco
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    Cercare in giro è una parola. Non c'è lavoro, ed io non sono qualificato. Sono un buono a nulla senza alcuna qualità professionale, ho sprecato anni in studi inutili, non conosco le lingue, sono un sociopatico disadattato. Che lavoro potrei mai trovare? Ciononostante non sento alcuna motivazione, alcun coinvolgimento per il lavoro che sto svolgendo, che dovrei invece considerare come un'opportunità più unica che rara, del tutto fortuita, data la mia mancanza di skills. Sto stringendo i denti razionalmente, perché la ragione mi impone, in una logica utilitaristica, di scegliere il male minore, e il male minore in questo momento è un guadagno risicato, al netto del malumore, della totale mancanza di tempo libero, dell'antipatia nei confronti della datrice di lavoro (persona folle), della spersonalizzazione, del senso di inutilità e fallimento che si fa sempre più marcato giorno per giorno. Ma il punto è: come cambiare la propria mentalità? Come riuscire a trarre il meglio da un'esperienza prevalentemente negativa? Perché ambisco a qualcosa di meglio, essendo un inetto? Dove per meglio non intendo meglio retribuito, ma più consono alle mie inclinazioni.
    Cosa fareste al mio posto? Immaginate di aver sprecato gli anni dell'università in un percorso formativo inutile e raffazzonato. Poi, mettendo da parte le proprie passioni, fumose e poco remunerative, avete aperto un'attività commerciale che dopo sei anni non ha portato alcun profitto, e l'avete chiusa per la pandemia. I vostri capelli cominciano a ingrigirsi, vorreste occuparvi di tutt'altro ma siete costretti a lasciar perdere chimere e sogni di gioventù per guardare in faccia la dura realtà delle cose: non valete niente, siete incompiuti, falliti, inetti, non sembra esserci posto per voi nel mondo, e non sapete come accettarlo. Questo è il punto della questione: come convivere con la consapevolezza di essere una nullità? Solo così, credo, si può sopportare il fatto di dover fare un lavoro sottopagato e non stimolante. Ma perché io continuo a pensare che il lavoro dovrebbe essere un modo di esprimere sé stessi? Vorrei non pensarla così, vorrei pensare che un lavoro vale l'altro e basta raggranellare quattrini, ma non ci riesco. Quattrini che servono unicamente a protrarre questa sopravvivenza da zombi, e per comprare dei farmaci. Boh.
    Ciò di cui avresti bisogno adesso sarebbe, se ne hai la possibilità, sentire uno psicologo. Dalla descrizione che hai fatto direi che si va oltre il fisiologico periodo di scarsa autostima. Questo potrebbe anche aiutarti a chiarire le idee riguardo al prosieguo della tua attività lavorativa, anzi, son quasi sicuro che lo farebbe.

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  15. #15
    Esci da me Veleno! L'avatar di eskimo12
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    Pollo ti manca autistima.

    Se vuoi trovare un minimo sollievo nel lavoro ti consiglio un libro. A me ha aiutato, non a farmi piacere il lavoro ma per un altro motivo peró puó comunque dire qualcosa.
    Dov'è quel coniglio? Ah! se lo piglio, ha preso i miei soldi.

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