el pollo diablo
Cercare in giro è una parola. Non c'è lavoro, ed io non sono qualificato. Sono un buono a nulla senza alcuna qualità professionale, ho sprecato anni in studi inutili, non conosco le lingue, sono un sociopatico disadattato. Che lavoro potrei mai trovare? Ciononostante non sento alcuna motivazione, alcun coinvolgimento per il lavoro che sto svolgendo, che dovrei invece considerare come un'opportunità più unica che rara, del tutto fortuita, data la mia mancanza di skills. Sto stringendo i denti razionalmente, perché la ragione mi impone, in una logica utilitaristica, di scegliere il male minore, e il male minore in questo momento è un guadagno risicato, al netto del malumore, della totale mancanza di tempo libero, dell'antipatia nei confronti della datrice di lavoro (persona folle), della spersonalizzazione, del senso di inutilità e fallimento che si fa sempre più marcato giorno per giorno. Ma il punto è: come cambiare la propria mentalità? Come riuscire a trarre il meglio da un'esperienza prevalentemente negativa? Perché ambisco a qualcosa di meglio, essendo un inetto? Dove per meglio non intendo meglio retribuito, ma più consono alle mie inclinazioni.
Cosa fareste al mio posto? Immaginate di aver sprecato gli anni dell'università in un percorso formativo inutile e raffazzonato. Poi, mettendo da parte le proprie passioni, fumose e poco remunerative, avete aperto un'attività commerciale che dopo sei anni non ha portato alcun profitto, e l'avete chiusa per la pandemia. I vostri capelli cominciano a ingrigirsi, vorreste occuparvi di tutt'altro ma siete costretti a lasciar perdere chimere e sogni di gioventù per guardare in faccia la dura realtà delle cose: non valete niente, siete incompiuti, falliti, inetti, non sembra esserci posto per voi nel mondo, e non sapete come accettarlo. Questo è il punto della questione: come convivere con la consapevolezza di essere una nullità? Solo così, credo, si può sopportare il fatto di dover fare un lavoro sottopagato e non stimolante. Ma perché io continuo a pensare che il lavoro dovrebbe essere un modo di esprimere sé stessi? Vorrei non pensarla così, vorrei pensare che un lavoro vale l'altro e basta raggranellare quattrini, ma non ci riesco. Quattrini che servono unicamente a protrarre questa sopravvivenza da zombi, e per comprare dei farmaci. Boh.