Femminicidi e dintorni, considerazioni generali. - Pag 4
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Discussione: Femminicidi e dintorni, considerazioni generali.

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  1. #46
    dormiente L'avatar di bertuccia2004
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    Citazione Simon Le Bon Visualizza Messaggio
    Ma vengono decisi dai giudici basandosi sulla convinzione ancestrale che in caso di separazione la madre è sempre il soggetto migliore a cui affidare i figli.
    Ed invece andrebbe esaminato caso per caso.
    Per dire, io conosco una coppia che ha divorziato per via della dipendenza patologica dal gioco della moglie, quella fannullona si divideva tra TV e tavolo da bingo, e al tavolo da bingo è arrivata a giocarsi pure dei soldi che la nonna aveva messo da parte per gli studi futuri dei nipoti.
    Quando hanno divorziato, lei si è garantita un divorzio con i fiocchi, e le hanno anche affidato i figli, oltre al danno la beffa.



    Era per dire che il femminicidio ovviamente attira di più l'attenzione ed è la forma di violenza peggiore.
    Ma le donne dopo separazioni e divorzi attuano anche loro la violenza, solo che nel loro caso è psicologica, e danneggia invariabilmente anche i figli, che spesso si trovano nel fuoco incrociato.
    Ce ne sono stati parecchi di casi di donne che si rifiutavano di far vedere i figli al padre, che li plagiavano per spingerli a odiarlo, che ne approfittavano per estorcere denaro, per non parlare delle pressioni che alcune fanno sui figli per spingerli a considerare il nuovo compagno come nuovo padre, cosa che ovviamente porta a contrasti tra madre e figli, perché per loro il nuovo compagno della madre sarà sempre un estraneo, e in nessun caso prenderà il posto del padre.

    Non so cosa dirti.
    Apparentemente le decisioni sembrano essere prese in modo inspiegabile, ma ti assicuro che dietro c'è il coinvolgimento di svariati professionisti in casi complessi.
    Se le cose vanno storte, potrebbero semplicemente non aver svolto il loro lavoro in modo ottimale.
    Nei casi di affidamento ci sono assistenti sociali, educatori, relazioni del tribunale, psicologi, insomma strumenti di valutazione che possono ceffare le loro decisioni in qualche caso, ma non nella totalità.

  2. #47
    Rebirth L'avatar di Baxter
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    Più che creare un reato specifico di femminicidio, porterei a 60 anni la condanna al carcere per ogni assassinio e omicidio volontario premeditato ed intenzionale, togliendo le stronzate della riduzione della pena.
    Credo che diminuirebbero spontaneamente questi casi.

  3. #48
    *I and I* L'avatar di cesa
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    Più che creare un reato specifico di femminicidio, porterei a 60 anni la condanna al carcere per ogni assassinio e omicidio volontario premeditato ed intenzionale, togliendo le stronzate della riduzione della pena.
    Credo che diminuirebbero spontaneamente questi casi.
    Purtroppo non è così. Nemmeno la pena di morte funziona come deterrente

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    "Bob Marley. Il quale suonava, cantava, amava, fumava erba, e giocava a calcio. Anche nelle pause fra una prova e un concerto, come avvenne quella famosa volta che venne in tournée a Milano. Mentre aspettava di esibirsi davanti a ottantamila che provavano a essere più fumati di lui, "spallonava" felice sul prato di San Siro assieme ad amici e compagni di musica. Mi viene da rammentarlo sempre più spesso, in un presente che per il calcio non smette di essere triste, avvelenato, venduto, e privo di poesia."

  4. #49
    Vero Sarriano L'avatar di Reverendo Senzadio
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    Non funziona come deterrente perchè spesso e volentieri questa tipologia di crimini sono atti "istintivi", dettati dalla rabbia, dall'odio, dalla frustrazione e da psicologie contorte (il che non significa assolutamente che allora siano comprensibili o che ci sia una sorta di responsabilità anche femminile, come ha lasciato intendere la Palombelli, anche ammettendo che la tua partner sia la più stronza delle stronze, e può essere, nulla giustifica o rende comprensibile o meno grave l'omicidio).

    Quello che voglio dire è che di norma non sono crimini pensati, ragionati, preparati nel dettaglio, con costruzione di alibi, eliminazione di prove e quant'altro per minimizzare i rischi penali, non è che quando il marito in un raptus di follia omicida accoltella la moglie si mette a pensare "qui se non lavoro bene vado sulla sedia elettrica o trascorro la vita in carcere". Lo fa e basta, e infatti non a caso 9 volte su 10 questi casi sono di facilissima risoluzione visto che l'assassino, agendo d'istinto, non si preoccupa minimamente del dopo, capace che manco usa un guanto

    L'unica strada per minimizzare (annullare purtroppo è impossibile, siamo 60 milioni in Italia e 7 miliardi sulla Terra) questi crimini è un cambiamento culturale che deve avvenire fin dalle scuole primarie.

  5. #50
    dormiente L'avatar di bertuccia2004
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    Più che creare un reato specifico di femminicidio, porterei a 60 anni la condanna al carcere per ogni assassinio e omicidio volontario premeditato ed intenzionale, togliendo le stronzate della riduzione della pena.
    Credo che diminuirebbero spontaneamente questi casi.
    Però parecchi si uccidono dopo aver compiuto quel gesto, oppure ci provano (oltre a sterminare anche i figli).
    Il fatto che si ammazzino, ti dà l'idea del fatto che dietro c'è qualcosa che non può essere fermato con un semplice deterrente.
    Va curato, sempre che sia possibile e che la psichiatria ci possa mettere una pezza.

  6. #51
    Rebirth L'avatar di Baxter
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    Citazione bertuccia2004 Visualizza Messaggio
    Però parecchi si uccidono dopo aver compiuto quel gesto, oppure ci provano (oltre a sterminare anche i figli).
    Il fatto che si ammazzino, ti dà l'idea del fatto che dietro c'è qualcosa che non può essere fermato con un semplice deterrente.
    Va curato, sempre che sia possibile e che la psichiatria ci possa mettere una pezza.
    Sì, sono d'accordo che venga curato. In carcere però.
    Ultima modifica di Baxter; 19-09-2021 alle 19:36:28

  7. #52
    dormiente L'avatar di bertuccia2004
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    Citazione Baxter Visualizza Messaggio
    Sì, sono d'accordo con venga curato. In carcere però.
    Temo, anche se li chiuderei tutti dentro gettando la chiave in fondo ad un vulcano, che ne uscirebbero ancora peggiori.
    Sempre che sia possibile (non mi stancherò mai di sottolinearlo, perché purtroppo so quanto queste terapie si fondino su grandi "SE") intraprendere un percorso psicologico, psichiatrico e farmacologico, sarebbe l'unica strada.

  8. #53
    confratello della Loggia L'avatar di M@rco
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    Sì, sono d'accordo con venga curato. In carcere però.
    Va curato alle scuole elementari

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  9. #54
    dormiente L'avatar di bertuccia2004
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    Va curato alle scuole elementari

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    Si Marco, ma la famiglia non dimentichiamocela, perché la scuola fa quello che può, ma se a casa ci sono degli ignoranti non cambia niente.
    I figli che vedo io, perlopiù, sono naufraghi che galleggiano di qua e di là.

  10. #55
    Rebirth L'avatar di Baxter
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    Temo, anche se li chiuderei tutti dentro gettando la chiave in fondo ad un vulcano, che ne uscirebbero ancora peggiori.
    Sempre che sia possibile (non mi stancherò mai di sottolinearlo, perché purtroppo so quanto queste terapie si fondino su grandi "SE") intraprendere un percorso psicologico, psichiatrico e farmacologico, sarebbe l'unica strada.
    Non per forza una persona deve poter uscire dal carcere eh

  11. #56
    dormiente L'avatar di bertuccia2004
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    Non per forza una persona deve poter uscire dal carcere eh
    Figurati, sfondi una porta aperta.
    Ma ti immagini il nostro paese che gestisce una detenzione del genere come si deve, fra piagnistei, indulti ecc?
    Non ci stanno nemmeno i criminali veri, figurati quelli potenziali.

  12. #57
    Guerriero di Innos L'avatar di chepe
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    Visto che molti stanno parlando di risposte culturali preciso che per quanto mi riguarda non sono a priori contrario, ci mancherebbe altro. Un' evoluzione culturale per contrastare il fenomeno sarebbe ovviamente auspicabile, ma porterebbe risultati nel lungo/lunghissimo periodo. Per usare una metafora, se la tua casa va a fuoco la prima cosa da fare è spegnere le fiamme, poi ti incontrerai con tutti gli architetti che vuoi per sviluppare una casa ignifuga, ma intanto chiami i pompieri. Se pensi di fare l'opposto e di avere successo o sei un illuso o sei un deficiente. Fuor di metafora, ritengo che misure emergenziali vadano prese con urgenza per prevenire il fenomeno alla radice, non solo per reprimerlo.
    Va anche citato che la casistica del signor Rossi che ammattisce all'improvviso e spara senza preavviso se leggete bene le cronache in realtà è rarissima: nella stragrande maggioranza dei casi abbiamo una lunga storia di minacce, persecuzioni, pedinamenti, aggressioni fisiche eccetera.
    Pertanto la possibilità di intervenire in tempo c'è. Poi purtroppo rimarrà sempre una sacca di situazioni irrisolvibili, ma perlomeno non ci troveremmo più con una strage continua di questo tipo.
    Poi io continuo a pensare che alla base ci sia la violenza generica che si sta espandendo a macchia d'olio nella nostra società contro tutti i soggetti fragili e non un fantomatico patriarcato, ma voi pensatela come vi pare, l'importante è risolvere.
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  13. #58
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    A me sinceramente i discorsi del tipo "bisogna cambiare la mentalità a scuola" non convincono.

    E' praticamente la soluzione che viene proposta contro qualsiasi forma di criminalità. La mafia? Eh, a partire dalle scuole primarie bisognerebbe lavorare sulla mentalità. La violenza sulle donne? Eh, a partire dalle scuole bisognerebbe lavorare sulla mentalità dei bambini. La corruzione? Eh, bisogna lavorare sulla mentalità dei bambini.

    Non so, a questo punto facciamo fare dieci ore di educazione civica a settimana agli studenti a partire dall'asilo fino alle scuole superiori, insegniamo ai bambini che le leggi si rispettano e nel giro di una generazione avremo una società senza crimine.

  14. #59
    confratello della Loggia L'avatar di M@rco
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    Citazione -Varg Vikernes- Visualizza Messaggio
    A me sinceramente i discorsi del tipo "bisogna cambiare la mentalità a scuola" non convincono.

    E' praticamente la soluzione che viene proposta contro qualsiasi forma di criminalità. La mafia? Eh, a partire dalle scuole primarie bisognerebbe lavorare sulla mentalità. La violenza sulle donne? Eh, a partire dalle scuole bisognerebbe lavorare sulla mentalità dei bambini. La corruzione? Eh, bisogna lavorare sulla mentalità dei bambini.

    Non so, a questo punto facciamo fare dieci ore di educazione civica a settimana agli studenti a partire dall'asilo fino alle scuole superiori, insegniamo ai bambini che le leggi si rispettano e nel giro di una generazione avremo una società senza crimine.
    Punto di vista opinabile, ai bambini non va insegnato il concetto di legalità (le leggi sono un artificio umano, quindi fallibili: tant'è che abbiamo tante leggi stupide e alcune leggi ingiuste; estremizzando, la discriminazione razziale era sancita dalla legge non troppo tempo fa) ma quello di giustizia.

    Detto questo, questa prospettiva spaventa principalmente per due motivi: il primo, come già ho detto più volte, riguarda la realizzazione di far parte di un sistema problematico e non esserne invece fuori (d'altronde, pensare che il problema sia esterno ne implicherebbe una risoluzione più semplice: elimini l'elemento esterno che crea il problema, elimini il problema, easy); il secondo è l'orizzonte temporale che può spaventare o portare a pensare che la soluzione sia troppo complicata per poter essere attuata. Su questo punto dobbiamo mettercela via, questo problema non si può risolvere in poco tempo, non si può pensare che "faccio questo e in 3-5 anni siamo a posto". Anche il sapere di dover compiere degli sforzi per avere dei risultati che noi in prima persona con tutta probabilità non potremo vedere è abbastanza spaventoso e demotivante (pensiamo ad esempio al tema dei cambiamenti climatici).

    Ti faccio un esempio che mi sembra abbastanza rappresentativo. Negli Stati Uniti la schiavitù era tutelata per legge e lo è stata per più di 100 anni. Fu abolita nella seconda metà dell'800 dopo la guerra civile americana. Ora, mi sembra intutivo pensare che le migliaia di persone che fino ad allora avevano posseduto degli schiavi o difendessero l'esistenza della schiavitù non cambiarono la loro opinione sugli schiavi a seguito di un emendamento alla costituzione. La maggior parte di loro, probabilmente, privati di un patrimonio o convinti che ciò fosse l'ordine naturale delle cose, erano molto arrabbiati e avranno pensato ad un ingiustizia. Questo dimostra che legiferare e far rispettare la legge è certamente importante ma non risolutorio del problema. A distanza di 150 anni la maggior parte del mondo giustamente non concepisce che un uomo possa possedere un altro uomo come schiavo, e dal punto di vista del razzismo ci sono stati dei miglioramenti (ancora insufficienti, purtroppo) che sono comunque passati per gradi, dall'abolizione della schiavitù, al diritto di voto, all'eliminazioni di ambienti separati etc. Ciascuna di queste cose fu fortemente osteggiata al momento, e sicuramente chi era contrario non è diventato favorevole in virtù dell'esistenza di una legge. Ma le generazioni successive, progressivamente, hanno abbracciato un tipo di morale diverso, direi vagamente iterativa. Oggi quasi chiunque inorridirebbe a sapere che esitono posti per bianchi e neri negli autobus (spero...), ma parliamo di 60 anni fa, praticamente l'altro ieri se parliamo di storia dell'umanità.ù

    Ecco, immagina un processo del genere. Sarà osteggiato (lo vediamo anche qui, lo vediamo anche nelle persone che frequentiamo), sarà duro, vivrà di tappe intermedie e non di un cambiamento radicale overnight, ma arriverà. E prima cominciamo, prima ci sbrighiamo.
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  15. #60
    Guerriero di Innos L'avatar di chepe
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    E questo potrebbe anche essere un altro punto di vista sull'argomento:
    https://www.today.it/attualita/donne...081.1631880828
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